Niccolò Zancan Per “la Stampa”
Il nome del progetto, se non altro, ha il pregio della sincerità: «Azione artistica di impatto mediatico». Una passerella sul Lago d'Orta. Un'altra passerella, dopo quella di grande successo allestita da Christo Vladimirov Javacheff sul Lago d'Iseo nell'estate del 2016. Una passerella artistica, con il dichiarato obiettivo di attirare l'attenzione dei mezzi di informazione e suscitare curiosità, nella speranza finale di portare più turisti sul più romantico dei laghi italiani. Insomma: un piano per allungare l'alta stagione. «Che c'è di male? », dice Oreste Primatesta affacciato dalla terrazza dell'hotel ristorante «Giardinetto».
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È stato lui, come presidente dell'Unione turistica del lago, a lanciare l'iniziativa. Da Pettenasco, patria adottiva dello chef Antonino Cannavacciuolo, a una frazione del comune di Orta che si chiama Bagnera. Questo sarebbe il tracciato. Settecento metri di lunghezza, 4, 5 metri di larghezza, corrimano illuminato, al centro una piazzola con l'opera artistica di Valerio Berruti chiamata «Sei bambini». Grande parcheggio da realizzare, ma accesso contingentato: al massimo tre mila persone al giorno. «La montiamo a fine agosto, la smontiamo a fine ottobre», spiega Oreste Primatesta.
«Due mesi. Così teniamo gli alberghi aperti e facciamo vivere più a lungo il lago. Con la crisi dell'industria, in questa zona il turismo vale ormai il 50% di tutta l'economia. Dobbiamo fare delle bellissime piste ciclabili, ma dobbiamo avere anche un po' di inventiva. A noi l'idea di questa passerella mobile piace molto. Dopodiché, se qualcuno non è d'accordo, non importa, lasciamo stare, ce ne faremo una ragione». Il lago è tutto un fiorire di «top roof garden» e «relax bar».
Dopo i turisti italiani, quest' anno gli svizzeri sono al primo posto delle presenze. Seguono: tedeschi, francesi, olandesi, danesi. «Ci mancano tantissimo i viaggiatori in arrivo dall'Inghilterra, erano una grande presenza qui, ma hanno disdetto per paura della quarantena. Nonostante questo, stiamo vivendo una stagione da record. Ieri non abbiamo trovato in tutto il lago due stanze per accogliere quattro turisti francesi. Siamo stati costretti a farli andare a dormire a Novara». Ma allora perché, chiediamo al signor Primatesta, una passerella acchiappa turisti quando è già tutto pieno di turisti? «Perché la vita al lago dura tre mesi. Quella passerella allungherebbe la stagione. Non è bello vedere gli alberghi già chiusi alla fine di settembre. È così dappertutto, anche sul Lago Maggiore».
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Ogni tanto qualcuno si tuffa dal pontile: l'acqua è fredda e trasparente. Piccoli traghetti e motoscafi retrò tagliano la prospettiva. Dopo gli anni tragici degli scarichi industriali, adesso il Lago d'Orta è pulito. Il signor Primatesta, figlio di un ristoratore, ha costruito qui un piccolo impero. Con i suoi figli gestisce «Il Giardinetto» e «L'approdo».
Soprattutto: è stato lui il primo a credere nelle qualità dello chef Cannavacciuolo, il quale ha sposato la figlia Cinzia Primatesta, ha aperto qui un ristorante stellato e ha appena inaugurato un nuovo albergo di lusso per famiglie. Cosa risponde, adesso, Oreste Primatesta, a chi lo accusa di volere quella passerella per interessi personali? «Che siamo tutti d'accordo. Tutti i sindaci del lago. La Provincia. Anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, mi ha scritto ieri per dirmi che apprezza il progetto. Guardi qui il suo messaggio, non racconto storie. Siamo tutti favorevoli alla passerella, tranne uno: il sindaco di Orta».
Eccolo, allora, Giorgio Angeleri, gestore di un campeggio, sindaco e volontario, il grande oppositore. «Dire sì è più facile, lo capisco. Ma noi dobbiamo stare molto attenti al nostro ambiente. È una cosa che vediamo bene in questo tempo di alluvioni e di sconvolgimenti climatici che attraversano l'Europa. Non si può caricare troppo il territorio per una ragione puramente economica. Non bisogna intaccare l'equilibrio dell'ecosistema. Noi siamo fortunati.
Abbiamo i turisti. Ho letto tutti i dati, ma faccio l'esempio che conosco meglio. Orta: 1300 abitanti, 130 mila presenze all'anno nelle strutture ricettive, 450 mila persone in visita. Non ci serve un evento attrattivo. Io voglio un paese che sia una comunità, negozi veri e scuole. Non vogliamo diventare un parco giochi. Nel nostro piccolo abbiamo gli stessi problemi di Venezia».
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Sono due visioni diverse del futuro. Mancano, in ogni caso, alcune risposte. Chi si occuperebbe della sicurezza lungo la passerella? Cosa ne sarebbe della navigazione in quel tratto? I materiali reggerebbero alle correnti di questo lago, che è diverso dal lago di Iseo? L'istallazione di Christo, «The Floating Piers», solo nei primi due giorni portò 100 mila visitatori.
Lungo la riva di Pettenasco, proprio alla partenza ipotizzata della passerella, adesso c'è un campeggio. Sull'altra sponda, nel punto d'arrivo, una villa rossa. «L'unica cosa che mi piacerebbe della passerella è che limiterebbe il passaggio dei motoscafi e quindi il rumore», dice un residente. Lo storico Cesare Bernami, di casa a Orta e cantore del lago, fa un distinguo: «Un conto è una passerella fatta da un grande artista, un altro conto è un'imitazione in tono minore. La qualità è importante. Detto questo, non ne capisco il senso: io sono decisamente contrario. I sindaci dovrebbero interessarsi ai problemi del lago. Ai sentieri, alle fognature, agli scarichi illegali, alla limpidezza dell'acqua. Non può essere tutto in funzione del turismo». Piccolo caso di scuola, che riguarda tutta l'Italia: cosa fare di tanta bellezza?
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