A SCUOLA SI DICE E SI FA DI TUTTO, TRANNE STUDIARE - DOPO LE CHAT TRA LA PRESIDE DEL LICEO MONTALE E LO STUDENTE, L’ASSOPRESIDI STILA UN CODICE DI COMPORTAMENTO PER LE CONVERSAZIONI TRA INSEGNANTI E ALUNNI - FAMIGLIE, STUDENTI E PROF DOVRANNO COMUNICARE SOLO ATTRAVERSO LA SCUOLA CON L’UNICA ECCEZIONE DEI CASI D’EMERGENZA. NO ALL’USO DI WHATSAPP O SOCIAL – SI FINISCE NEI GUAI ANCHE SE SI METTE UN LIKE A…

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Flaminia Savelli per “il Messaggero”

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Non solo regole di comportamento. Ma anche una nuova disciplina per l'utilizzo dei social. Dopo la bufera scatenata dalla chat tra la preside del liceo Montale e uno studente dell'ultimo anno, i dirigenti hanno deciso di tenere una linea rigida.

«Vogliamo che ci siano delle regole ben precise. Questo per aiutare sia i professori che gli studenti a orientarsi sull'uso corretto delle chat e dei profili social» spiega Mario Rusconi presidente di Assopresidi.

 

Ecco quindi che i Teachers standards, cioè il decalogo degli insegnanti annunciato lo scorso febbraio e in arrivo entro il 2022, si allunga ancora. Durante l'ultima riunione (9 e 10 aprile), 150 presidi hanno concordato sulle prossime linee da seguire. Dunque nel corposo elenco di regole disciplinari, verrà inserito anche il codice di comportamento per le chat.

 

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LE REGOLE Una bozza è stata già stesa: «La prima regola - annuncia il preside Rusconi - vieterà le conversazioni private. Famiglie, studenti e professori dovranno comunicare attraverso la scuola». Unica eccezione, per le comunicazioni d'emergenza. Come per esempio la cancellazione di una gita, la sospensione delle lezioni scolastiche non programmate. Ancora: «Nelle nuove regole, ai docenti non sarà permesso avere conversazioni via WhatsApp o via social con i genitori degli studenti.

 

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Anche in questo caso, una misura necessaria per evitare equivoci» aggiunge Rusconi. In arrivo nuove regole anche per gli studenti che dovranno prestare la massima attenzione a foto, post e commenti pubblicati nei loro profili social che «non dovranno ledere l'immagine dell'istituto».

 

In questo caso con una precisazione: «Anche chi aggiunge like a un post che lede l'immagine della scuola rischia di essere sanzionato» spiega il presidente di Assopresidi. E per gli studenti, le sanzioni a cui stanno pensando presidi e professori, sono lavori socialmente utili. Dunque: ore di volontariato.

 

«Verranno chiamate le famiglie e insieme verrà deciso cosa far fare agli alunni sanzionati.

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Ci sono dei precedenti e di certo, i genitori devono essere coinvolti per stabilire il tipo di lavori socialmente utili. Non si tratta di punizioni, ma di aiutare il ragazzo a maturare anche nell'utilizzo dei social».

 

IL VADEMECUM La decisione di inoltrate a tutti i docenti il libretto con le regole di comportamento, era arrivata lo scorso febbraio. Dopo le accese polemiche che si erano accese prima Augusto Righi. Lo scorso 15 febbraio una docente aveva ripreso una studentessa «Ma che sta sulla Salaria?» indicando la maglietta troppo corta. La polemica si è accesa e si è allargata fino alla provocazione tanto che il giorno successivo, i compagni di scuola si sono presentati tutti in gonna e top.

 

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Appena tre giorni dopo, un ex insegnante dello stesso istituto ora supplente al liceo classico Orazio, aveva pubblicato sui suoi profili Facebook e Instagram una frase sessista e offensiva: «Oggi facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come tr...». un altro polverone sollevato all'istituto comprensivo Bruno De Finetti, a Fonte Laurentina. Un'insegnante ha infatti deciso di proiettare in una classe il video di un'eroina moderna molto particolare: Tutta Patata. Un nome che lascia intendere quasi tutto.

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Da qui, la decisione di stabilire nuove e rigide regole di comportamento. Riprendendo i Teachers standards già seguiti in Francia e in Inghilterra. Appunto, un corposo elenco di regole per disciplinare non solo le norme di insegnamento, ma soprattutto quelle di comportamento con gli studenti. A cui ora si aggiungeranno anche quelli sull'utilizzo dei social.

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