Alessandro Da Rold per “La Verità”
roberto napoletano foto di bacco (3)
È arrivato alle battute finali il processo per le cosiddette «copie gonfiate» del Sole 24 Ore, a carico dell'ex direttore Roberto Napoletano. Il giornalista deve rispondere della passata gestione del gruppo editoriale di Confindustria dove, secondo gli inquirenti, sarebbe stato «un amministratore di fatto».
Ieri nel tribunale di Milano si è tenuta la requisitoria finale, mentre il 14 aprile sono previste le arringhe degli avvocati difensori: durante la prossima udienza potrebbe arrivare anche la sentenza di primo grado.
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Il pm Gaetano Ruta ha chiesto 4 anni di reclusione con la concessione delle attenuanti generiche. Tra le difese circola un certo scetticismo su una possibile condanna, anche se agli atti del processo sono state acquisite diverse email che testimonierebbero come Napoletano avesse più volte cercato di influire sulla gestione delle copie digitali, sulla governance e persino sul nuovo piano industriale del quotidiano di Confindustria.
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Se Napoletano venisse condannato ci sarebbero di sicuro ripercussioni sugli attuali vertici di Confindustria, che il 15 marzo scorso hanno approvato in consiglio di amministrazione una proposta di transazione con il giornalista imputato per false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo.
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Nel 2019, infatti, il board del Sole aveva promosso un'azione civile in tribunale, con una richiesta di risarcimento danni da 12,8 milioni di euro approvata poi in assemblea.
Dopo l'arrivo di Carlo Bonomi come presidente (nominato nel 2020), si è invece cercato subito di trovare una soluzione. Così il mese scorso è stata approvata la proposta di transazione per 3,15 milioni di euro che dovrà essere confermata durante l'assemblea del prossimo 27 aprile quando si insedierà il nuovo consiglio di amministrazione.
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Nell'accordo, raccontato nelle scorse settimane dal giornalista del Sole, Gianni Dragoni, sul blog Poteri deboli, è prevista «la rinuncia da parte della società a tutte le domande e pretese formulate nel giudizio civile». Dragoni parla di uno sconto del 75%, da tempo di saldi, promosso con il parere favorevole proprio di Confindustria azionista di maggioranza del gruppo editoriale.
Eppure, se con una mano Bonomi taglia le richieste di risarcimento, dall'altra si sta preparando a fare cassa vendendo la sede di Viale dell'Astronomia. Nell'ottobre dello scorso anno, infatti, il consiglio generale dell'associazione di industriali diede mandato proprio al neopresidente per valutare la vendita della sede che si trova a Roma, nel quartiere Eur.
LE SPESE DI ROBERTO NAPOLETANO AL SOLE 24 ORE
Si tratta di un luogo importante per l'industria italiana, che rappresenta la storia del nostro Paese. Qui il 30 maggio 1974, in occasione dell'assemblea generale Confindustria fu eletto l'ex presidente della Fiat, Giovanni Agnelli.
La sede rappresenta insomma la grandeur di una volta di Confindustria, forse ormai un po' appassita. In viale dell'Astronomia sono rimasti ormai solo i dipendenti dell'associazione, mentre le altre associazioni di categoria se ne sono andate.
Lo smart working non aiuta. Ma non aiuta neppure la zona. Una volta, essendo vicino all'aeroporto di Fiumicino, era comodo raggiungerla. Con l'avvento dell'alta velocità è diventato scomodissimo. Per questo, dopo valutazione dei costi di ristrutturazione e una nuova costruzione, sono aumentate negli ultimi mesi le quotazioni per la nascita di una nuova sede vicino alla stazione Tiburtina, sito facilmente raggiungibile con il treno.
Bonomi sta insomma cercando di vendere lo storico edificio. E non a caso il prossimo amministratore delegato del Sole 24 Ore sarà Mirja Cartia d'Asero, avvocato, esperta in diritto e finanza immobiliare.
Dal 2015, come si legge nel suo curriculum «ha co-fondato, ed è stata ceo della società Restar, attiva nel settore dei crediti deteriorati, fusa nel novembre 2019 in Guber Banca spa dove ad oggi ricopre il ruolo di head of Real estate seguendo anche investimenti in hotellerie».
Dal 2014 ad oggi ha ricoperto vari incarichi anche in Prelios, Damiani, Italmobiliare, Fnm e Zurich. Di sicuro avrà un ruolo nella cessione della sede, che secondo stime dovrebbe valere intorno ai 50 milioni di euro.
IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CARLO BONOMI
Napoletano, che è l'attuale direttore del Quotidiano del Sud e si può vedere spesso in televisione, è l'unico rimasto ancora impigliato nel processo. Nello stesso procedimento erano stati indagati l'ex presidente Benito Benedini e l'ex amministratore delegato Donatella Treu.
Benedini e Treu hanno patteggiato, insieme con la società, indagata per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Per Benedini la condanna è stata di 1 anno, 5 mesi e 20 giorni con il pagamento di 100.000 euro, per Treu di 1 anno e 8 mesi con il pagamento di 300.000. Un po' poco forse, rispetto alle ripercussioni che ha subito in questi anni l'immagine del Sole 24 Ore.