“Tutti vogliono rivedere il Coronavirus in autunno, non capisco perché (ride, ndr)". Lo dice Giulio Tarro, noto medico e virologo, in diretta a Radio Punto Nuovo, a proposito dell'emergenza del Covid-19 e della possibilità di una seconda ondata della pandemia. "Il vaccino non c'è, non l'abbiamo a portata di mano, in piena epidemia vanno utilizzati altri farmaci.
Quando esso sarà pronto, lo terremo in considerazione. Certamente molti laboratori stanno provando a produrlo, se si riuscirà, allora si potrà utilizzare. Mi auguro che per quel momento non staremo neppure pensando più al Covid-19. Questa in corso è la terza epidemia da SARS nel ventennio. Riportare persone allo stadio? In Germania si gioca da un mese e prossimamente si darà anche la possibilità di accedere agli stadi, bisogna allinearsi con gli altri Paesi".
TARRO
"Sars-Cov-2 o si adatta o è destinato a morire". Lo afferma lo scienziato e virologo Giulio Tarro, in un'intervista sul blog della Fondazione Petro Nenni. L'esperto cita "uno studio fatto a Singapore", e pubblicato in pre-print su Biorxiv "nel quale si dimostra che coloro che hanno avuto la prima Sars e sono guariti, hanno sviluppato un’immunità cellulare tale da renderli immuni anche al Sars-Cov-2. E questo perché i beta-coronavirus, categoria alla quale il Sars-Cov-2 appartiene, sono in grado di sviluppare un’immunità di tipo cellulare, addirittura più importante di quella derivante dalla produzione di Igg".
"Si tratta di un risultato fondamentale, perché sta a dimostrare che il Sars-Cov-2 è per gran parte identico al beta-coronavirus della prima Sars e, quindi, avrà il suo stesso decorso", aggiunge alludendo al fatto che la Sars scomparve dopo alcuni mesi. Secondo Tarro, per recuperare tranquillità, "meglio spegnere la televisione e godersi una passeggiata all’aria aperta in buona compagnia".
Quindi, tornando sulle polemiche innescate dalle dichiarazioni dell'esperta sulla contagiosità degli asintomatici, Tarro afferma: "Come al solito si spara a zero senza cercare di capire quello che una persona vuole effettivamente dire, specialmente se alcune dichiarazioni non collimano con un'opinione corrente. Da un punto di vista scientifico, ha ragione la rappresentante dell'Oms" Maria van Kherkhove: "Un asintomatico infettivo non esiste. Non avendo sintomi in quanto non ha una grande quantità di virus al suo interno, non può infettare proprio per questa ragione".
Tarro cita "uno studio recente pubblicato su PubMed. La van Kerkhove, tuttavia, ha precisato che sarebbe più corretto parlare di sintomatico lieve, cioè con pochi sintomi. Lei ha tenuto a fare questa distinzione, che io trovo corretta sul piano scientifico". E un sintomatico lieve può contagiare?
"Bisogna sempre contestualizzare le varie situazioni. Se ci troviamo in una condizione di massima carica virale da parte del virus, in un certo periodo dell'anno, a determinate temperature, in alcuni luoghi chiusi sovraffollati: in questi casi, allora, le misure di distanziamento sociale e di protezione individuale hanno un senso anche nell'eventualità di incontrare un sintomatico lieve - dice Tarro - Ma se la situazione è quella in cui ci troviamo adesso, non hanno proprio ragione di esistere".