Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Matteo Salvini se la ride: «E che è? È colpa mia se la gente mi vuole bene?». Ma intanto, si fa preparare una lista con tutti i no dei 5 stelle. Il Vinitaly del vicepremier sono sette ore filate con centinaia, migliaia di persone che gli premono addosso, gli si gettano tra le braccia agitando il telefonino in modalità selfie, gridano il suo nome cercando di attirarne l' attenzione. Una cosa che fisicamente avrebbe stroncato un cavallo, una maratona che lui si limita a definire «un po' strong ma bella, bellissima». E dunque, sembra dire il leader leghista ai 5 Stelle che continuano ad accusarlo di dedicarsi più alla piazza che non all' attività di governo, se ne facciano una ragione.
Non che il ministro dell' Interno gradisca le continue sortite dei partner stellati. Non è affatto così. Salvini è convinto che i due punti di crescita attribuiti dal sondaggio di Nando Pagnoncelli sul Corriere al M5S li abbia convinti dell' utilità di una strategia aggressiva nei suoi confronti. E così, la linea dettata al Movimento si può cogliere nel labiale di una sua telefonata a un interlocutore sconosciuto: qualcosa come «rispondiamo agli attacchi, ma in maniera costruttiva». Che cosa intende il leader leghista?
Lo si può facilmente comprendere dalla lunga lista che il suo staff sta mettendo a punto. In realtà, non una risposta alla «lista dei tradimenti» che i 5 Stelle attribuiscono alla Lega. È più un promemoria per i dirigenti leghisti. Per i quali l' ammonimento mille volte ripetuto da Salvini sul «non cadere nelle provocazioni» pare ufficialmente superato.
matteo salvini a lezione di sigaro toscano a vinitaly 1
Nel memorandum leghista i no degli stellati sono spesso corredati dal nome di chi l' ha pronunciato. Il primo è quello agli interventi di ristrutturazione sui palazzi dei centri storici e i «vincoli su altezza, sagoma ecc. (Toninelli)». E poi il no nel codice degli appalti alle procedure negoziate fino a un milione per i Comuni piccoli e il no ai termovalorizzatori che crea diversi «danni: investimenti privati fermi, multe europee, costi di smaltimento». E ancora, il no di Bonafede alla castrazione chimica, gli stop ai voucher nel commercio e nel turismo, il no al rifinanziamento del tax credit per la ristrutturazione degli alberghi, il blocco della Asti-Cuneo, e il lungo elenco dei no alle Regioni in tema di autonomia differenziata.
Resta il fatto che Salvini continua a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Questa settimana abbiamo portato a casa lo sblocco dell' alta capacità Brescia-Verona-Padova e il finanziamento del governo alle Olimpiadi di Milano e Cortina.
Io per tante settimane così ci faccio la firma». Inutile anche fargli notare, a riprova del clima fiammeggiante dentro al governo, il fatto che lui neanche abbia incontrato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nonostante fossero entrambi al Vinitaly: «Ma che dite, che dite sono tutti vaneggiamenti di voi giornalisti.
Con il presidente del Consiglio sto giusto per inaugurare il Salone del mobile.... Sapete quanto è bella la vita reale, quanto è più semplice delle vostre elucubrazioni?».
Resta il fatto che il capo leghista si rabbuia quando si parla «di questa cosa sul rallentare su Quota 100 e sulla riduzione delle tasse». E taglia corto: «Si mettano l' anima in pace». Anche perché «la riduzione delle tasse e anche l' autonomia delle Regioni si fanno perché servono. Anche più di altre cose». Quali cose, il reddito di cittadinanza? «Per carità, non è questo che ho detto». Nulla di grave anche il fatto che i 5 Stelle lo accusino di sdoganare alleati che negano l' Olocausto? «Ma quali nazisti E poi, se i 5 Stelle si riferiscono ai tedeschi dell' AfD, beh quelli nell' attuale europarlamento sono alleati loro».L' AfD appartiene infatti allo stesso eurogruppo degli stellati, l' Efdd.
Poi, Salvini si rituffa nell' uragano dei selfie. Visita lo stand del vino di Bruno Vespa, inaugura il padiglione del Veneto con Luca Zaia (l' unico che può competere con lui in fatto di richieste di selfie) ma, sarà per la sua recente passione per la Toscana, dedica moltissimo tempo ai vini di quella Regione. Al punto da rubarne ai suoi rossi da sempre preferiti: lo Sforzato valtellinese, il veneto Amarone e il Montepulciano d' Abruzzo.
Anche Conte incontra il governatore veneto Zaia che subito gli ricorda dell' Autonomia. Il premier lo rassicura: «Caro presidente, questo governo ha una sola parola: si farà, ci stiamo lavorando». Poi, inevitabile la visita al padiglione della Puglia, dove Conte incrocia prima Massimo D' Alema per poi prendere amichevolmente in giro Michele Emiliano: «Ma tu a quale Pd sei?».
«Boh - risponde il governatore pugliese - forse al dodicesimo».
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