SIETE CURIOSI DI SAPERE COME I CINESI RIESCONO A COSTRUIRE OSPEDALI IN POCHI GIORNI? OLTRE ALLE MINORI RESTRIZIONI BUROCRATICHE, LA MANCANZA DI SINDACATI E LA MANODOPERA A BASSO COSTO, IL SEGRETO È NELL’USO DEI PREFABBRICATI: LE STANZE VENGONO COSTRUITE IN FABBRICA E POI VENGONO ASSEMBLATE SUL POSTO – LE STRUTTURE SONO SICURE, MA IL VERO PROBLEMA È CHE PASSATA L’EMERGENZA… VIDEO

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DAGONEWS

 

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Il mondo occidentale è rimasto a bocca aperta quando ha scoperto che si può costruire un ospedale in pochi giorni. Una folle corsa contro il tempo che stupisce noi, ma non i cinesi avvezzi a tuffarsi in imprese architettoniche in pochi giorni. Ma queste strutture sono sicure? Come è possibile erigere ospedali in pochi giorni?

 

Da Wuhan i droni ci hanno mostrato il balletto di bulldozer che scavavano per costruire le fondamenta e una sfilata di camion che trasportavano cavi d'acciaio, cemento, prefabbricati e generatori di corrente mentre centinaia di operai lavoravano duramente per rispettare la scadenza: l'ospedale di Huoshenshan, che è stato inaugurato il 24 gennaio, sarà operativo il 3 febbraio e avrà 1.000 posti letto. Progetto ambizioso anche per l'ospedale Leishenshan, una struttura di 1.300 posti letto la cui apertura è prevista due giorni dopo.

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Il ritmo di costruzione a Wuhan fa sorgere diverse domande: come possono i cinesi comprimere radicalmente le tempistiche? Un edificio – soprattutto un ospedale - richiede solitamente diversi anni per essere eretto. Una struttura costruita rapidamente può davvero essere sicura?

 

Scott Rawlings, un architetto per HOK, chiarisce che ciò che i cinesi stanno costruendo non è una tipica struttura medica, ma piuttosto un "centro di triage per la gestione delle infezioni di massa".

 

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«Esiterei a fare riferimento all'ospedale che è stato eretto a Wuhan come un ospedale permanente, e certamente non è una struttura completa – dice Rawlings  a Quartz - Quando progettiamo un ospedale ne prevediamo l’uso 75 anni».

 

Rawlings, che sta attualmente lavorando a un nuovo ospedale da 500 posti letto a Chengdu e in due ospedali a Hong Kong, spiega che per un tipico progetto ospedaliero, si trascorre molto tempo a consultare pazienti, il personale medico, gli  amministratori sanitari e la comunità per assicurarsi che sia funzionale.

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Senza tempo per confrontarsi, i funzionari di Wuhan stanno replicando il progetto dell'ospedale Xiaotangshan, una struttura da 1.000 posti letto nella periferia di Pechino, costruita in una settimana durante l'epidemia di SARS nel 2003.

 

Ospedali pre-fab: sicuri ma non sempre sostenibili

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L'uso di unità prefabbricate è la chiave per accelerare i tempi di costruzione degli ospedali di Wuhan. Le sale completamente assemblate e fabbricate in fabbrica vengono trasportate sul posto e semplicemente assemblate.

 

«Questa tecnica di costruzione è completamente sicura - assicura Thorsten Helbig, ingegnere edile e co-fondatore della società di ingegneria tedesca Knippers Helbig - Puoi sicuramente rendere strutturalmente solidi gli edifici prefabbricati. Le unità sono assemblate in fabbrica, i progettisti e i costruttori possono risolvere eventuali problemi e assicurarsi che tutti i moduli funzionino prima ancora che vengano consegnati». Oggi anche catene alberghiere come Citizen M e Marriott  incorporano parti prefabbricate nelle loro strutture.

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Le costruzioni modulari sono utilizzate già in diverse parti del mondo, ma la storia della Cina è puntellata da epidemie di massa che li hanno preparati ad affrontare questi progetti. A questo si aggiungono le minori restrizioni burocratiche, la mancanza di sindacati, il costante afflusso di manodopera a basso costo proveniente dalle città di provincia e la disponibilità di materiali da costruzione. Ma questo non significa necessariamente che gli standard di costruzione della Cina siano meno sicuri rispetto a quelli occidentali.

 

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Helbig, che ha lavorato a diversi importanti progetti infrastrutturali in Cina, tra cui l'aeroporto Shenzhen Bao’an e un resort Disney a Shanghai, afferma di aver scoperto che la sicurezza è una priorità in Cina: «Non fanno più cose folli. Valutano più accuratamente. Sento che negli ultimi 10-15 anni c'è stato un cambiamento di atteggiamento». A questo si aggiunge anche la voglia dei cinesi di sperimentare e aprirsi a nuove tecnologie.

 

Tuttavia questi edifici hanno dei problemi visto che non sono sempre sostenibili.

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«I loro ospedali soddisfano gli standard in materia di integrità strutturale, ma forse non nel consumo energia - spiega Helbig - Non riescono a essere ottimizzati. L'ospedale Xiaotangshan di Pechino è stato abbandonato dopo l'epidemia di SARS». La difficoltà di adattare una struttura così specializzata a qualsiasi altro uso rende gli ospedali in gran parte inutili dopo l'emergenza.

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