Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Pur di soddisfare le sue richieste, gli alti funzionari dello Stato erano disponibili ad incontrarlo nei luoghi da lui indicati. E si mettevano a disposizione. Il nuovo filone d'inchiesta avviato sulle attività di Alfredo Romeo si concentra sugli appalti per le pulizie al palazzo di Giustizia di Napoli.
Ma è soltanto l'ultimo anello di una catena che - oltre alla gara Consip da quasi tre miliardi di euro - comprende anche i suoi rapporti con l'Inps. E il tentativo di condizionare tutti i dirigenti sistemati nei posti strategici pur di far andare in porto i propri affari.
Per questo le perquisizioni scattate ieri mattina per ordine del pubblico ministero Henry John Woodcock forniscono un ulteriore tassello all' inchiesta condotta in parallelo con la Procura di Roma per dimostrare - come è specificato nel decreto eseguito dai carabinieri del Noe - l'esistenza di un «"sistema Romeo" ispirato alla corruzione dei gestori della cosa pubblica con una abituale e seriale realizzazione di reati contro la pubblica amministrazione che hanno riguardato "a trecentosessanta gradi" tutti i rapporti e tutte le relazioni intrattenute con ogni soggetto espressione della "cosa pubblica" con il quale Romeo ha avuto contatti e a tutti i livelli».
IL SISTEMA E GLI SPONSOR
Un sistema che secondo l'accusa ha coinvolto anche Tiziano Renzi, padre dell' ex premier Matteo, e il faccendiere toscano Carlo Russo, entrambi indagati per traffico illecito di influenze per aver fatto da tramite tra Romeo e l'amministratore delegato Luigi Marroni.
Ma anche l' attuale ministro dello Sport Luca Lotti, indagato per rivelazione del segreto d'ufficio con il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e con il generale dell'Arma in Toscana Emanuele Saltalamacchia. Nel suo verbale il funzionario Consip Marco Gasparri dichiara: «Alla vostra espressa domanda, vi dico che la nomina dell'amministratore Marroni è stata "sponsorizzata" da Renzi e da Lotti, e per la verità lo stesso Marroni non ne fa mistero; si tratta di una nomina politica. Lui stesso non faceva mistero di essere di osservanza "renziana"».
ASSUNZIONE E TRASLOCO
Per sbloccare i pagamenti per gli appalti delle pulizie Emanuele Caldarera, il responsabile del complesso giudiziario di Napoli, avrebbe chiesto e ottenuto da Romeo «l'assunzione di sua figlia Maria Serena a partire da novembre 2016, ma anche il trasporto a Napoli a carico della Romeo Gestioni il 24 ottobre 2015 di masserizie presenti nel suo ufficio romano».
Non a caso nel provvedimento Woodcock evidenzia «lo "scambio" tra atti e attività espressione della funzione pubblica esercitata da Caldarera e le "utilità" ricevute. Anche tenendo conto che il pagamento delle fatture era stato bloccato dal predecessore di Caldarera per irregolarità imputabili ai conteggi da parte della Romeo Gestioni».
L’APPALTO DELL’INPS
Tra i filoni al centro delle verifiche dei magistrati c' è anche il rapporto tra Romeo e il direttore generale del Patrimonio dell' Inps Daniela Becchini. E in particolare un incontro avvenuto nell' ottobre scorso.
Annotano i carabinieri nell' informativa: «Il pomeriggio del 5 ottobre 2016 si reca presso Romeo, come consueto, Carlo Russo. I due scambiano qualche battuta veloce e dopo pochi minuti sono raggiunti dalla direttore Becchini. Giova rammentare che Russo con la Becchini già si era incontrato in due occasioni ed in particolare l'ultima volta la settimana precedente si era recato all' Eur per bere un caffè per preparare la strada a questa riunione».
La funzionaria mirava alla carica di direttore generale e le intercettazioni dimostrano la sua convinzione che Romeo potesse aiutarla per la nomina. Per questo c'è il sospetto che possa essere stato proprio Russo a garantirle appoggi politici di alto livello in cambio della sua disponibilità.