Francesco Olivo per La Stampa
Gli ingredienti sono sempre quelli: un furgone e bombole del gas pronte ad esplodere. Dopo la Catalogna tocca a Rotterdam, ma l' attentato a un concerto rock viene sventato grazie a una segnalazione della polizia spagnola. Le forze dell' ordine olandesi hanno arrestato un uomo di nazionalità iberica. Per gli analisti è un episodio in più che conferma quello che ormai sembra certo: c' è una rete in Europa pronta a colpire con gli stessi metodi e, probabilmente, con gli stessi addestratori.
L' allarme è scattato ieri sera. Quando gli spettatori erano già tutti dentro al locale, il concerto della band americana Allah-Las - criticata in passato dai musulmani per il nome - è stato annullato per un' allerta terrorismo. Grazie a una segnalazione degli spagnoli la polizia olandese ha trovato vicino al luogo dell' evento un furgone con la targa iberica che conteneva bombolette di gas. L' autista, di passaporto spagnolo, è stato arrestato.
Attorno alle 19, i mille spettatori sono stati scortati fuori dagli agenti con giubbotti anti-proiettile. La band, invece, è stata fatta uscire da una porta sul retro. In pochi minuti tutta la zona è stata isolata. Il sindaco di Rotterdam Ahmed Aboutaleb ha precisato che la polizia «sta cercando di capire se l' obiettivo di un possibile attentato terroristico» fosse effettivamente il concerto del quartetto di Los Angeles.
«Abbiamo scelto Allah perché volevamo una parola che avesse un che di sacro, ma non volevamo offendere» hanno raccontato i musicisti in un' intervista. In passato, gli organizzatori di un concerto degli Allah-Las in Turchia avevano deciso di annullare l' esibizione proprio per via del loro nome. Ieri sera a Rotterdam la band di Los Angeles avrebbe dovuto dividere il palco con il gruppo turco-olandese Altin Gün.
La paura a Rotterdam segue l' orrore di Barcellona dove le misure di sicurezza, a una settimana dagli attentati, si sono rafforzate notevolmente nella capitale catalana e in tutte le zone turistiche del litorale. Il Comune, culturalmente riottoso a blindare la città, ha ceduto: davanti ai monumenti verranno installati piloni mobili, le pattuglie della guardia urbana (la municipale) saranno formate da tre agenti e non più due. Dispositivo imponente anche per la manifestazione di dopodomani contro il terrorismo.
L' Isis poi fa capire che non è finita qui. In un video, lo Stato islamico non usa mezzi termini: «Con il permesso di Allah, l' Andalusia tornerà a essere quello che era: un califfato». Normale propaganda, ma un dettaglio inquieta: il filmato è in spagnolo. I contatti dell' Isis non sono un mistero. Le tracce sono ormai molte: la lettera ai soldati dello Stato islamico trovata nel rifugio della banda, i viaggi dell' imam e soprattutto l' incontro avvenuto ai primi di luglio con Ahmad Alkhald, l' artificiere dell' Isis che ha fabbricato le cinture esplosive degli attentati di Parigi e Bruxelles.
L' inchiesta va avanti: i tre detenuti continuano a parlare. Il principale di loro, Mohamed Houl, sopravvissuto all' esplosione nel covo di Alcanar, si dice pentito: «Chiedo scusa» ha detto al giudice Fernando Andreu. Nell' ordinanza d' arresto emergono particolari nuovi: Mohamed Hichamy, uno dei membri del commando di Cambrils, alle 16 del 17 agosto ha avuto un incidente sull' autostrada A7 mentre guidava uno dei furgoni noleggiati dalla banda. Dopo il tamponamento, la fuga a piedi per paura dell' arrivo della polizia. Verrà recuperato dagli altri quattro membri della cellula, come dimostrano le immagini di un autogrill, nelle quali si vedono i giovani alla cassa, per comprare una bottiglia d' acqua.
Il video, pubblicato dal quotidiano Ara, è, a suo modo, impressionante: i terroristi sono tranquilli, scherzano persino, incuranti del fatto che tre di loro siano morti il giorno prima nell' esplosione della base di Alcanar e che poche ore più tardi saranno protagonisti di un attentato. Dagli atti giudiziari arrivano anche dettagli sul materiale acquistato per l' attentato alla Sagrada Familia di Barcellona, evitato solo per l' esplosione del casolare di Alcanar. Dagli scontrini ritrovati nell' altro covo nel sud della Catalogna (a Riudecanyes) la conferma: la banda aveva acquistato 500 litri di acetone per fabbricare le cinture esplosive.
Il filone principale dell' indagine riguarda, però, i legami internazionali della cellula catalana. Non è un caso che il ministro dell' Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido sia volato in fretta e furia a Parigi per un incontro con il suo omologo francese Gerard Collomb. Al centro, il viaggio misterioso dell' Audi A3 dei terroristi fotografata da un autovelox francese quattro giorni prima di colpire a Cambrils. «Una gita rapidissima» l' ha definita Collomb.
Ma sui motivi poche certezze. L' ipotesi allo studio, è una sorta di commiato da una figura di riferimento, forse un altro imam. Il ministro Zoido, intanto, ha smentito che il Belgio avesse avvisato la Spagna della pericolosità dell' imam Abdelbaki Es Satty. Ma il sindaco della cittadina Vilvoorde insiste: «Ho riferito dei miei sospetti».