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— Gabriella De Marco dalla Porta (@ganga2410) October 18, 2021
Porto di #Trieste
— Valeria S. (@valy_s) October 18, 2021
Portuali e cittadini, seduti, non se ne vanno. pic.twitter.com/YNsbZ9N2Ri
STEFANO PUZZER PORTATO VIA A FORZA
Green pass: Puzzer, vediamo se ci caricano in piazza Unità
(ANSA) - "Vediamo se hanno il coraggio di caricarci anche in piazza Unità d'Italia". Lo ha detto Stefano Puzzer, dimissionario portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste, che è alla testa del corteo, appena entrato in piazza Unità d'Italia, intonando "La gente come noi non molla mai" e ancora 'no Green pass' Il traffico lungo le Rive è stato bloccato dalle forze dell'ordine al passaggio dei manifestanti. In piazza in questo momento ci sono passanti e turisti. Anche alcuni presidi delle forze dell'ordine.
Trieste: idranti, cariche e ora lacrimogeni della polizia. Dispersa la folla dei No Green Pass, ora in centro
Andrea Joly per www.lastampa.it
La polizia ha iniziato a sparare lacrimogeni sui manifestanti, disperdendo la folla che continuava a stazionare. In tanti, dunque, sono arretrati su via dei Campi Elisi – dove si è formata una lunga fila di camion che attende di entrare in porto attraverso il Varco 4 del porto - per poi dirigersi verso piazza Unità d'Italia.
IDRANTI SULLA MANIFESTAZIONE AL PORTO DI TRIESTE
La folla, con tamburi e scandendo i soliti slogan, si sta allontanando dalla Piscina Bianchi per raggiungere il centro, attraversando via Romolo Gessi e via Locchi. Al loro passaggio alcuni residenti si sono affacciati e li hanno insultati. «La polizia ci ha tirato lacrimogeni, ci ha colpito con gli idranti, ci ha caricato: noi eravamo pacifici, questo è lo Stato per cui lavoriamo. È questo che vuole il governo Draghi, metterci gli uni contro gli altri. La guerra si fa ad armi pari».
È il racconto, come tanti altri, di una partecipante. La folla è arrivata in centro, con il leader della protesta Stefano Puzzer che ha commentato: «Vediamo se hanno il coraggio di caricarci anche in piazza Unità d'Italia»
Dopo una lunga ora in cui la tensione è salita sempre di più, tra prime cariche e utilizzo degli idranti sempre più frequente, le forze dell’ordine sono passate ad un’azione più convinta. La lenta avanzata non ha funzionato per disperdere i manifestanti invitati presenti ad allontanarsi «in nome della legge».
IDRANTI SULLA MANIFESTAZIONE AL PORTO DI TRIESTE
Nel corso del presidio anche alcune prime cariche della polizia con manganellate, ma l’episodio si è concluso presto e senza feriti. Un agente, segnala la Questura, è rimasto ferito in mattinata. Alcuni manifestanti sono stati fermati dalla polizia nel corso dei tafferugli. I lavoratori portuali, riconoscibili per le tute gialle, avevano costituito un cordone tra la polizia e i No Green pass per evitare contatti tra le forze dell'ordine e i manifestanti e garantire dunque anche l'incolumità di tutti. Ma l’azione di sgombero si è intensificata.
sgombero manifestazione porto trieste 9
Poco prima di lanciare nuovamente acqua, i poliziotti hanno tentato vanamente di alzare da terra i portuali che si tenevano per mano. Un secondo lavoratore ha accusato un lieve malore, la barriera di agenti allora si è aperta per farlo passare ed entrare nel porto per essere soccorso. Intanto, sono giunte altre persone nel piazzale - soprattutto a sostegno dei manifestanti - dove ora si trova un migliaio di persone.
Nella prima, lenta, avanzata, il blocco della polizia ha superato il gruppo di portuali che sedeva a terra - tra i quali c'era anche Stefano Puzzer - di fatto isolandolo dal resto dei manifestanti nel momento in cui gli agenti hanno continuato ad avanzare.
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I poliziotti, avanzando anche con piccole cariche e con intervallato uso di idranti, hanno guadagnato un centinaio di metri e continuano a costringere i manifestanti ad arretrare. Sul caso è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini: «Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?».
I manifestanti prima erano seduti in strada davanti ai camion e ai furgoni delle forze dell’ordine fino ad inginocchiarsi in preghiera annunciando la resistenza passiva al grido di «La gente come noi non molla mai» e «Libertà», ora oppongono resistenza.
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Stefano Puzzer, Il leader del coordinamento dei portuali, è seduto in lacrime con gli altri occupanti del porto di Trieste. «Sono triste» ha detto, tenendo la mano di un manifestante che stringe un rosario. Il primo lavoratore ad accusare un leggero malore durante le prime fasi concitate dello sgombero è stato allontanato dalla folla dai colleghi.
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I portuali hanno chiamato un legale, l'avvocato Pier Umberto Starace, che fa parte del coordinamento No Pass. «Teoricamente - ha spiegato agli occupanti - dopo il terzo avviso dovreste andare via secondo il Testo Unico di Sicurezza».
sgombero manifestazione porto trieste 2
«Dobbiamo rendere fluida l'attività del porto» aveva spiegato ad inizio manifestazione un dirigente della Polizia ad alcuni occupanti del porto di Trieste. «Staremo qui, è un nostro diritto» dice l'ex portavoce del Clpt, Stefano Puzzer, parlando ai presenti. «La nostra preoccupazione è che nessuno si faccia male» ha aggiunto invitando le persone a spostarsi dal varco 4 in una zona più defilata.
sgombero manifestazione porto trieste 1
E ancora «Abbiamo tutti famiglia», «Vogliamo il diritto a lavorare». Alcuni lavoratori portuali hanno infatti liberato e pulito prima dello sgombero la postazione di presidio allestita davanti al varco 4, da dove da venerdì mattina hanno tenuto conferenze stampa e offerto cibo e bevande a chi partecipava alla protesta. L'obiettivo, ribadiscono i presenti, allontanandosi dal varco per riunirsi lungo la strada, è garantire l'accesso libero al porto «come abbiamo sempre fatto».
I manifestanti avevano formato un capannello nei pressi dei tornelli. A pochi minuti dall'alba chi ha passato la notte al sit-in ha smontato le tende e raccogliendo da terra i sacchi a pelo. Poco prima delle 7 alcuni veicoli sono riusciti a fare accesso allo scalo attraverso il varco senza difficoltà. Tra i manifestanti qualcuno in pettorina ha avvisato gli altri di «mantenere la sinistra» per consentire il passaggio dei mezzi.
A Genova antagonisti davanti al porto dei traghetti
Alcuni «No Green Pass» e un gruppo di antagonisti genovesi si trovano anche al varco portuale dei traghetti ma stanno facendo passare merci deperibili e persone. I tir che stamani erano in coda al varco Etiopia, e non al varco S.Benigno come precedentemente scritto, sono stati dirottati su altri ingressi del porto. Gli altri varchi e terminal sono liberi. Dopo il dialogo tra polizia e lo zoccolo duro della protesta No Green pass.
lavoratori del porto di ravenna no green pass
La decisione di liberare alcuni dei varchi d'accesso al porto di Genova per far defluire il traffico dei mezzi pesanti ed evitare il blocco della circolazione in città è frutto di un compromesso consente di tenere vivo il presidio principale a varco Etiopia, a Sampierdarena davanti al quale il 15 ottobre un lungo blocco stradale ha paralizzato la strada.
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A varco Albertazzi i tir che trasportano merci deperibili, i mezzi passeggeri e quelli di servizio come i camion della spazzatura, vengono fatti passare. Ai presidi non ci sono solo i lavoratori del porto di Genova ma anche lavoratori di altre categorie e i manifestanti arrivati da altre città. Presenti gruppi di anarchici e alcuni esponenti nel comitato Libera Piazza - no Green Pass. Gli altri varchi portuali (San Benigno e terminal Psa e Messina) e la viabilità interna al porto sono liberi.
A Ravenna la solidarietà dei colleghi al molo
Un sit-in di portuali in solidarietà ai colleghi di Trieste si è radunato dalle 7 circa al porto di Ravenna. Si tratterebbe di qualche decina di persone e il presidio si sarebbe già sciolto, senza alcun impatto sull'operatività del porto.
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L'appello a partecipare era partito ieri da chat su Telegram e chiamava a raccolta non solo portuali ma anche lavoratori di Enichem, Eni-Versalis, Marcegaglia, Unieuro, Polynt, Her, Dock cereali porto, vigili del fuoco, Teorema e Cooo e del comitato di libera scelta Ravenna. L'azione, si leggeva nella nota, ha l'obiettivo di dare un «contributo territoriale» a un'iniziativa nazionale «che vede nei porti i punti di aggregazione, ma che raccoglie il malessere di tutte le categorie di lavoratori, dai sanitari agli insegnanti passando per ogni attività privata, stanchi di ricatti e imposizioni».
sgombero manifestazione porto trieste 7
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