Giordano Tedoldi per “Libero Quotidiano”
Aveva ignorato le bassezze del mondo, i conti della serva, le beghe e i traffici dei poveri di spirito dedicando la vita ai corpi celesti. Margherita Hack, la compianta astrofisica fiorentina, vegetariana, razionalista, atea, una donna d'acciaio che aveva raggiunto la popolarità studiando la cosa più bella che ci sia, il cielo stellato sopra di noi, se n'era andata all' invidiabile età di novantun anni nel giugno 2013 intestando i suoi averi agli affetti più cari: il marito Aldo De Rosa e gli animali.
In gergo legale, il testamento aveva natura di fedecommesso, cioè De Rosa avrebbe dovuto custodire circa 500 mila euro investiti in banca e, alla sua morte, trasmetterli a tre associazioni animaliste di Trieste: "Il gattile", Astad ed Enpa. Come no.
margherita hack con eda gjergo figlia della badante
Quando esala l'ultimo respiro, nel novembre 2014, De Rosa lascia un testamento in cui, contravvenendo al fedecommesso, nomina erede universale - e dunque della casa triestina di via del Pratello, e del gruzzolo di 500 mila euro - la storica badante di Margherita e sua, l'albanese Tatjana Gjergo.
Non un' opportunista infilatasi di traverso, all' ultimo, nella vita famigliare della scienziata, sia chiaro. Tutto fa pensare che la Hack avesse piena fiducia nella donna (come, va da sé, nel marito) e fosse fortemente affezionata alla figlia della badante, Eda, con cui aveva firmato uno dei suoi tanti libri di divulgazione scientifica baciati dal successo: «Così parlano le stelle: il cosmo spiegato ai ragazzi». E di certo le stelle parlano più chiaro dei testamenti, perché se ne stanno sole solette lassù nello spazio silenzioso, lontano dal frastuono dell' avidità, degli interessi, della disperazione umana.
La vicenda del testamento Hack e del successivo testamento del marito che tradisce le volontà dell' amata moglie è infatti così intricata che sembra uno specchio che riflette il volto peggiore di chi ci fissa lo sguardo. Ognuno dà la sua interpretazione. Chi scrive che il testamento della scienziata era viziato in origine, e che non poteva vincolare il marito a lasciare parte dei suoi beni alle associazioni animaliste.
Chi dice che i furbacchioni sono proprio gli animalisti, che negli ultimi anni di vita della scienziata frequentavano pelosamente la casa della Hack per spillare quattrini. Chi sottolinea che Aldo De Rosa fosse malato di Alzheimer, e dunque potesse (oppure a no, a seconda delle versioni) non essere del tutto in possesso delle sue facoltà mentali al momento dell' estensione del testamento che avvantaggia la badante. Chi ovviamente allude al fatto che la badante ha, per così dire, fatto in modo di vedersi intestare i soldi a scapito degli animalisti.
Dunque non invidiamo i giudici che dovranno dire l' ultima parola su una vicenda tanto ingarbugliata, ora che la stessa Banca Generali, cui la signora Gjergo si è rivolta recentemente per riscuotere, ha chiesto alla ex badante di esibire una sentenza che definisse una volta per tutte la questione dei testamenti contraddittori.
Ma in fondo l'aspetto legale ci interessa relativamente, e per la prima volta proviamo un moto di simpatia per la bisbetica professoressa Hack, che del resto poco se ne farà della nostra partecipazione se, come pensava, dopo la morte non vi è che il nulla. Lei studiava gli astri, e intanto quaggiù tutti attorno, animali compresi, miravano, come Gollum l' anello magico di Tolkien, ai suoi risparmi di una vita retta e operosa. Vatti a fidare degli uomini. Più sicuro sarebbe stato intestare tutto ai satelliti di Giove.