Anais Ginori per "www.repubblica.it"
“Storicizzare il male”. È questo il titolo che Fayard ha dato alla nuova edizione critica di Mein Kampf. La scelta del prestigioso editore francese di ripubblicare il libro-manifesto del nazismo scritto da Adolf Hitler è nata quasi dieci anni fa, accompagnata da dubbi e critiche, tanto che l'uscita è stata più volte rinviata, anche a causa di un clima di rinnovato allarme per l'odio antisemita e gli attacchi contro la comunità ebraica in Francia. Tra gli intellettuali che erano insorti nel 2015, quando si è cominciato a parlare della ripubblicazione, c'era stato Marek Halter. Ma anche diverse associazioni di vittime della Shoah hanno protestato.
Alla fine, l'editore ha deciso. Il 2 giugno uscirà l'edizione curata da un gruppo di storici guidati dal francese Florent Brayard e dal tedesco Andreas Wirsching. Il libro non rischia di finire nelle vetrine e nei banchi dei supermercati, la procedura di distribuzione sarà infatti inedita, a dimostrazione che non si tratta di un saggio tra i tanti. Fayard non passerà dalla normale rete distributiva ma manderà il volume solo ai librai che lo ordineranno, in un dialogo diretto con ognuno di loro. Con una lettera inviata alle librerie, la presidente di Fayard, Sophie de Closets, chiede di spiegare il progetto ai lettori.
Smascherando Hitler
“Non abbiamo mai voluto ripubblicare Mein Kampf, non avrebbe alcun senso” ha spiegato Closets presentando il volume. La necessità, prosegue l'editrice, si è presentata quando il testo di Hitler stava per cadere nel pubblico dominio, con il rischio di pubblicazioni selvagge e anche militanti.
“Sarebbe stato irresponsabile – dice l'editrice – non offrire una traduzione di riferimento, completa di tutti gli strumenti per permettere al lettore di individuare le bugie e le manipolazioni dell'autore”. Scritto tra il 1924 e il 1925, Mein Kampf è la somma ideologica di Hitler, nel quale comincia a esporre la sua visione, lanciando violente imprecazioni contro coloro che designa come nemici della Germania, a cominciare dagli ebrei.
Il libro era stato tradotto in Francia la prima volta nel 1934, con il titolo Mon Combat (pubblicato da Nouvelles Editions Latines) in un'edizione che circola ancora oggi in rete. Dal 1980, dopo una sentenza, è stato deciso di far precedere quel testo di Hitler da una prefazione di otto pagine. Poco, secondo Fayard, visto che poi si lascia comunque libero campo alla voce dell'autore e alla sua ideologia sterminatrice. Il Mein Kampf, ha aggiunto l'editore, si trova facilmente su Amazon e altre piattaforme, quindi tanto vale diffonderlo ai lettori con il massimo di contesto e avvertenze.
L'esempio tedesco
Il volume in uscita è di quasi mille pagine. Un terzo delle pagine contengono il testo originale e due terzi sono invece dedicate all'apparato critico. Fayard ha affidato il testo a un traduttore rinomato, Olivier Mannoni, che ha già lavorato su autori come Sigmund Freud, Stefan Zweig e Franz Kafka. L'iniziativa francese si ispira a quanto già fatto in Germania. Nel 2015 la squadra di studiosi guidati da Brayard ha cominciato a costruire l'apparato critico, in collaborazione con l'Istituto di storia contemporanea di Monaco di Baviera diretto da Wirsching, responsabile della riedizione tedesca di Mein Kampf.
adolf hitler e benito mussolini 4
Nel progetto sono stati coinvolti venticinque storici, una dozzina di specialisti e diversi di collaboratori. "Il nostro comitato di storici – spiega Fayard – ha tradotto, adattato ed esteso le tremila note dell'edizione tedesca e scritto un'introduzione generale e 27 introduzioni di capitoli". “Historiser le mal”, storicizzare il male, sarà stampato in 10mila copie. Il prezzo elevato, 100 euro, dovrebbe limitare il numero di lettori. Tutti i ricavi saranno comunque versati alla Fondazione Auschwitz-Birkenau.
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