DALLA TEORIA DEL GREGGE A SEGUIRE IL GREGGE È UN ATTIMO – STASERA DOVREBBE ARRIVARE IL LOCKDOWN ANCHE PER LA GRAN BRETAGNA – ''BORIA'' JOHNSON HA CHIUSO SCUOLE E LOCALI, MA NEL WEEKEND GLI INGLESI SE NE SONO FOTTUTI – IL PREMIER STA VEDENDO LE CURVE CHE SOMIGLIANO MOLTO A QUELLE ITALIANE E HA ELOGIATO I NOSTRI MEDICI. UN MODO PER DIRE CHE SE NON CE L'ABBIAMO FATTA NOI, FIGURARCI LORO...

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Estratto dall'articolo di Luigi Ippolito per www.corriere.it

 

Boris Johnson e il Coronavirus by paniruro/spinoza Boris Johnson e il Coronavirus by paniruro/spinoza

Ora Boris Johnson comincia a preoccuparsi: e avverte che la Gran Bretagna rischia uno scenario italiano se la gente non se ne sta a casa. «I numeri sono molto netti e stanno accelerando - ha detto il premier britannico in un drammatico intervento sabato sera -. Siamo solo qualche settimana, due o tre, indietro rispetto all’ Italia. Gli italiani hanno un sistema sanitario eccezionale. E tuttavia i loro medici e infermieri sono stati completamente travolti: il loro conto dei morti ha raggiunto le migliaia e continua ad aumentare».

 

Cosa ha spinto Johnson a cambiare i toni? Ci sono dei grafici che raccontano una realtà inequivocabile: la curva di crescita dei decessi in Gran Bretagna sta salendo più rapidamente di quella italiana. In particolare Londra, epicentro della crisi, registra un tasso di aumento dei contagi superiore a quello di Milano o di Bergamo. In tutto il Paese le persone infettate sono oltre cinquemila e ieri pomeriggio i morti avevano raggiunto quota 281.

Da "Ansa"

 

coronavirus gran bretagna 1 coronavirus gran bretagna 1

Il governo Tory britannico di Boris Johnson alza la voce contro i cittadini che si ostinano a uscire di casa, ad affollare parchi e alcune linee della metropolitana di Londra malgrado le direttive degli ultimi giorni sui locali chiusi, l'allarme crescente sull'accelerazione dei contagi da coronavirus e gli appelli a «restare a casa».

 

boris johnson boris johnson

«Siamo pronti ad agire» con imposizioni più strette, «niente è fuori dal tavolo», ha detto alla Bbc il titolare della Sanità, Matt Hancock, prima di una riunione del consiglio dei ministri destinata ad autorizzare la polizia a multare la gente per strada. Chi ignora le indicazioni «è molto egoista», ha accusato Hancock, senza escludere in prospettiva neppure un lockdown totale («sull'esempio di altri Paesi» come l'Italia) e cambiando tono rispetto alle recenti sollecitazioni alla «ragionevolezza» di Johnson, accusato intanto da alcuni deputati dell'opposizione laburista di continuare a non dare messaggi abbastanza chiari e di aver mostrato finora un atteggiamento troppo «rilassato».

coronavirus gran bretagna 2 coronavirus gran bretagna 2

 

Quarantena obbligatoria. Boris Johnson ha formalizzato oggi la direttiva della quarantena obbligatoria per 12 settimane per circa 1,5 milioni di persone vulnerabili, anziani e malati cronici, contattati nelle ultime ore da un avviso del sistema sanitario nazionale (Nhs).

 

A tutti è stata promessa assistenza, visto che - per loro tutela - non potranno uscire neppure per la spesa. Il premier ha parlato della necessità delle restrizioni «senza precedenti» adottate, come le chiusure dei locali, per «rallentare» i contagi e «salvare migliaia di vite umane»

coronavirus gran bretagna 6 coronavirus gran bretagna 6

 

Le vittime. Appartengono tutte a categorie di pazienti «vulnerabili» - per età avanzata e/o condizioni patologiche pregresse - le 37 persone registrate come vittime del coronavirus in Inghilterra nelle ultime 24 ore, su un numero di 48 morti censiti da ieri nell'intero Regno Unito e di un totale complessivo salito nel Paese a 281. Lo sottolinea il servizio sanitario nazionale locale (Nhs England).

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In maggioranza, come fin dall'inizio di questo doloroso conteggio, si tratta di anziani: in quest'ultimo contingente fino a 102 anni di età. Ma non mancano persone sotto i 60 anni e, proprio nelle ultime ore, anche il caso di un paziente 18enne (non si sa se ragazzo o ragazza) deceduto dopo il ricovero seguito a un test positivo al Covid-19 nel quadro di uno stato di salute reso già precario da altre malattie. 

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