1. PADRE PIO SUPERSTAR, CENTRO BLINDATO
Alessandra Paolini per “la Repubblica- Roma”
Nella sagrestia di San Salvatore in Lauro il telefono squilla senza sosta. Don Pietro, parroco della chiesa non sa più a chi dare i resti. «Vogliono tutti l’invito per vedere Padre Pio e partecipare alla notte di preghiera, stiamo preparando 3000 sedie da mettere sul sagrato. Mica si può entrare tutti in chiesa... », dice tra il trafelato e il “gasato”.
PADRE PIO SAN GIOVANNI ROTONDO
Come dargli torto. Da anni questa è la parrocchia dei devoti del santo. Qui si dice messa in suo ricordo il 23 di ogni mese, giorno della morte. Qui ci sono le sue reliquie perennemente esposte: il mantello, il sangue delle stimmate. E qui, nella parrocchia a due passi da Campo de’ Fiori, verrà esposto da giovedì notte.
Seconda tappa di una “cinque giorni” dedicata al monaco di Pietrelcina e a un altro santo, Lorenzo Leopoldo Mandic. Una maratona di canti, preghiere, processioni che secondo le prenotazioni negli hotel e nelle case per ferie già sold out, dovrebbe finalmente far decollare il Giubileo: 60mila persone previste in piazza San Pietro per sabato prossimo. Ma la stima è bassa. Se non si trattasse di un evento religioso si potrebbe dire scaramantica, visto il flop dei numeri dell’inizio dell’Anno Santo.
Di certo, per Roma saranno giornate da bollino rosso. Come rosse sono le tre zone in cui si entrerà solo attraverso i metal detector e passando i controlli: San Pietro, San Lorenzo Fuori le Mura — dove le spoglie dei due santi arriveranno domani. E San Salvatore in Lauro, in cui verrà celebrata messa nella notte tra giovedì e venerdì a tutte le ore: alle 10, a mezzanotte, alle 3 del mattino, alle 5, alle 6, alle 7 e alle 8. «Ci prenderemo il caffè», scherza don Pietro felice come una Pasqua per aver appena benedetto i basamenti su cui verranno deposti i santi. Saranno esposti dentro teche trasparenti, in modo che tutti possano vederli. Vetri antiproiettili e pesanti due quintali.
PADRE PIO SAN GIOVANNI ROTONDO jpeg
Ma il peso non preoccupa i frati cappuccini che li trasporteranno in spalla. «Si sono candidati in tantissimi», continua il parroco di San Salvatore in Lauro. E in più di 400 li seguiranno per le vie della città. I frati dietro le “bare di cristallo” e il fiume di fedeli appresso.
Un fiume in piena. Una processione che partirà dalla chiesa di Campo de’ Fiori alle 16 di venerdì e attraverserà via dei Vecchiarelli, via di Panico fino a Ponte Sant’Angelo per arrivare a San Pietro. Qui, prima della solenne entrata in basilica, ci sarà un altro momento di preghiera sul sagrato con il cardinale Angelo Comastri.
Il santo della misericordia più esigente, Padre Pio, e quello della misericordia più indulgente, San Leopoldo («uno zucchero », per dirla con Don Pietro), verranno messi nella navata centrale, dinanzi all’altare della Confessione.
Nella Basilica di San Pietro le reliquie resteranno esposte fino alla mattina dell’11 febbraio. E dopo una celebrazione eucaristica di ringraziamento alle 7.30 davanti l’altare della Cattedra, ripartiranno verso casa: uno a San Giovanni Rotondo l’altro a Padova.
Sabato i gruppi di Padre Pio saranno ricevuti in piazza San Pietro dal Papa Bergoglio per il loro convegno internazionale. Naturalmente, bisognerà accreditarsi per poi superare tutti gli step di sicurezza tra migliaia di agenti delle forze dell’ordine.
Un piano che la questura sta mettendo a punto e che oggi pomeriggio renderà pubblico con un’ordinanza. Già nei giorni scorsi il prefetto Franco Gabrielli ha vietato per sabato e domenica il trasporto di armi, sostanze esplosive, fuochi pirotecnici in molte strade della città. Come è già accaduto l’8 dicembre. Nell’ordinanza Gabrielli ha vietato anche le riprese cinematografiche e televisive «che comportino l’utilizzo di armi a uso scenico e di mezzi ed equipaggiamenti fac-simili a quelli in uso alle Forze di polizia e alle Forze armate». Sabato è Carnevale. I bambini con ambizioni da soldato sono avvertititi, caso Termini docet.
2. PADRE PIO E LE SFURIATE AI PECCATORI «LI CACCIO VIA DAL CONFESSIONALE»
Luigi Accattoli per il “Corriere della Sera”
«Traslazione temporanea a Roma delle spoglie di San Pio da Pietrelcina e di San Leopoldo Mandi»: è questa la denominazione ufficiale del primo evento straordinario dell’Anno Santo che è iniziato l’8 dicembre. Le urne dei due santi cappuccini, che furono grandi confessori e dunque «testimoni della misericordia», saranno a Roma dal 3 all’11 di questo mese, esposte prima a San Lorenzo fuori le Mura e poi a San Pietro, vicino alla Porta Santa.
PADRE PIO CHIESA DI SAN GIOVANNI ROTONDO
San Leopoldo Mandic (1866-1942), montenegrino vissuto a Padova, fu proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1983. Sempre il Papa polacco ha poi fatto santo Padre Pio (1887-1968) nel 2002. Ambedue confessavano anche per dieci, quindici ore al giorno.
Le urne con i corpi dei due santi arriveranno a Roma dopodomani 3 febbraio, per tutta la giornata del 4 saranno esposte nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura che è affidata ai Cappuccini, il 5 verranno portate a San Pietro.
Leopoldo Mandic aveva fama di essere di «manica larga» con i penitenti e di assolvere tutti «senza discernimento», mentre Padre Pio fu descritto da molti come un confessore severo, capace anche di cacciare dal confessionale o di rimproverare a voce alta chi andava a confessarsi «senza vero pentimento».
La biografia sulla quale è stato condotto il processo di canonizzazione riporta diverse «sfuriate» di Padre Pio, narrate dalle persone che erano andate a confessarsi, avevano ricevuto quel brusco trattamento e in seguito — «pentite» — erano state assolte. Eccone quattro di quelle sfuriate: «Sciagurato, hai venduto l’anima al diavolo!»; «Sciagurato, tu vai all’inferno!»; «Sciagurata va’ a vestirti!»; «Non vedi quanto sei nero? Vai a rimettere le cose a posto, cambia vita».
Tra i «doni» straordinari posseduti da Padre Pio (dal segno delle stimmate alla previsione di accadimenti futuri) i testimoni della causa che l’ha fatto santo citano anche quello del «discernimento degli spiriti»: egli cioè in qualche modo intuiva la situazione di chi si confessava da lui. Ai confratelli che gli chiedevano quante volte si potesse o dovesse assolvere chi ricadeva nello stesso peccato, diceva: «Puoi dargli l’assoluzione una prima volta, una seconda volta, ma la terza volta! Vuoi tu profanare un sacramento che costa il sangue di Cristo e tradire il fratello?».
Una sua penitente, Emma Dell’Orto, fu da lui scacciata in occasione della confessione pasquale del 1958. Un comune amico provò a intercedere per lei e si sentì rispondere così da Padre Pio: «Cosa credi? Che io abbia il cuore di sasso? L’ho fatto per il suo bene. La mia benedizione l’accompagnerà sempre».
In una lettera del 20 novembre 1921 a un confratello dà una descrizione drammatica del ruolo del confessore, che riteneva fosse chiamato a scansare dal peccatore la punizione del cielo: «Vedere Dio che è sul punto di scaricare i suoi fulmini, e per pararli altro rimedio non vi è se non alzando una mano a trattenere il suo braccio, e l’altra rivolgerla concitata al fratello, che gitti via il male e che si scosti da quel luogo dov’è, perché la mano del giudice è per scaricarsi su di esso».
Padre Pio è un confessore all’antica. Egli è il tipico santo contadino dell’Italia meridionale portatore di una pietà ispirata alla passione di Cristo e al sangue che esce dalle sue piaghe, come si vede nei crocifissi d’epoca barocca. Ha un forte senso del peccato e della presenza di Satana nel mondo. La parola «misericordia» quasi non figura nei quatto volumi del suo epistolario. L’ho rintracciata appena tre volte.
Di sicuro Papa Francesco con la sua insistenza su Dio che «perdona sempre e perdona tutto» si trova meglio con San Leopoldo Mandic che con Padre Pio, ma per il Giubileo li ha voluti ambedue e li ha voluti insieme, forse a segnalare che il confessore dev’essere a un tempo giusto e misericordioso.