Grazia Longo per “la Stampa”
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È morto per aver rivolto apprezzamenti non graditi a una tredicenne per mano di una banda di ragazzini, tra cui due quindicenni. È accaduto l'altra notte, durante il veglione di Capodanno, in una discoteca di Vittoria, in provincia di Ragusa. Un tunisino di 30 anni, Marouene Slimane, è stato ucciso a colpi di spranga e per le ferite provocate da un coltello a serramanico, un delitto brutale per cui sono sotto accusa tre giovanissimi romeni. L'uomo sarebbe stato punito a morte per aver fatto apprezzamenti a una tredicenne romena che insieme ai suoi connazionali si trovava nella discoteca "Dolce vita". Il delitto è avvenuto intorno alle 4, 30, in contrada Alcerito di Vittoria. E a rendere ancora più grave la già drammatica situazione c'è, appunto, l'età degli aggressori: due sono minorenni, hanno solo 15 anni, e il terzo ha 18 anni.
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I tre sono stati fermati ieri sera, per concorso in omicidio, dopo essere stati a lungo interrogati dai carabinieri coordinati dal procuratore Fabio D'Anna e la pm Silvia Giarrizzo. Oltre alle testimonianze raccolte nella discoteca, decisamente preziose per i militari dell'Arma sono state le immagini della videosorveglianza del locale e della zona.
Il corpo è stato ritrovato dai carabinieri, avvertiti da alcuni testimoni, all'ingresso del locale, abituale luogo di ritrovo dei tanti migranti che vivono e lavorano nelle serre tra Vittoria e Acate.
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Al pub si erano dati appuntamento per il tradizionale veglione di San Silvestro numero giovani stranieri. La festa è andata avanti per tutta la notte e alle prime luci dell'alba molti erano già andati via. Ma non il giovane tunisino e la compagnia di giovanissimi romeni. Dietro all'omicidio ci sarebbero state proprio le attenzioni rivolte da Marouene Slimane a una ragazzina romena. Frasi che avrebbero scatenato l'ira di un gruppo di connazionali: almeno tre lo avrebbero atteso all'ingresso del locale e lo avrebbero aggredito con spranghe e coltelli, lasciandolo a terra privo di vita.
L'allarme è stato lanciato da alcuni partecipanti alla festa. Quando i carabinieri e i sanitari sono arrivati l'uomo era già morto.
Non aveva documenti con sè. In un primo momento è stato possibile risalire alla sua identità sentendo alcuni suoi amici. I carabinieri hanno ascoltato in caserma anche alcuni dei presenti alla festa di fine anno. Si stanno raccogliendo tutti gli elementi utili per chiarire l'accaduto. Le armi del delitto sono state recuperate. La "Dolce vita" è di proprietà di un vittoriese, ma all'interno lavorano alcuni romeni. Altre volte, in passato, si sono registrati episodi di violenza.
Sul caso interviene il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello: «Ancora un fatto di sangue, di estrema gravità, consumato nel nostro territorio. Il tasso di violenza continua a salire con una escalation di episodi impressionanti. Il presidio del territorio appare lontano dalle problematiche con cui ci misuriamo. Pochi uomini e pochi mezzi. Mi rivolgo ancora una volta alle istituzioni competenti. Occorre potenziare in via di eccezionalità anche la dotazione organica della polizia locale.
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Il territorio e i problemi sono troppo vasti: bisogna prenderne atto e assicurare i rimedi adeguati». Il primo cittadino auspica «l'introduzione della pratica del Daspo urbano in misura adeguata ai problemi che viviamo. Occorre altresì potenziare in via di eccezionalità anche la dotazione organica della polizia locale. Così non ce la possiamo fare».