Estratto dell'articolo di Laura Cuppini per www.corriere.it
Il Blue monday, si sa, ha poco di scientifico, anche se la «scoperta» del giorno più triste dell’anno viene attribuita a uno psicologo dell’Università di Cardiff nel 2005 (ma alla base ci sarebbe un’operazione di marketing). Generalmente cade nel terzo lunedì di gennaio, quindi per il 2024 parliamo del giorno 15. Nonostante sia un’invenzione, esiste davvero la possibilità che in questo periodo dell’anno la tristezza aumenti. Fa freddo, le giornate sono corte, le feste finite, si torna alla routine quotidiana, magari con fatica: per alcuni questo mix può essere pesante da «digerire».
Coscienti del malessere
«Dopo la fine delle feste natalizie, così come in autunno, registriamo un’impennata di richieste di aiuto allo psicologo. Può esserci il rischio della cosiddetta “depressione stagionale”: per prima cosa è importante essere coscienti di questo malessere, la consapevolezza è già un primo passo.
Nei casi più gravi, è necessario chiedere aiuto — spiega il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, David Lazzari —. Non siamo macchine e risentiamo dei cambiamenti, non solo climatici. Poi dobbiamo capire cosa ci fa stare meglio per contrastare questo senso di tristezza: per alcuni può bastare un film al cinema o uno spettacolo a teatro, per altri è benefico stare con gli amici o praticare uno sport all’aperto. Se invece non riusciamo, è bene rivolgersi a uno specialista». […]
Dormire o mangiare di più
«Si fanno anche i conti con le spese che abbiamo sostenuto durante le festività e, all’inizio dell’anno le finanze, possono risultare un po’ più complicate del solito — aggiunge lo psichiatra —. Ma è anche un periodo in cui può comparire la depressione vera e propria: più si sale a Nord, più il disagio si fa sentire (soprattutto tra le donne), in una popolazione tendenzialmente sopra i 35-40 anni, con sintomi anche un po’ atipici come per esempio la propensione a dormire o mangiare di più. C’è il rischio di entrare in un circolo vizioso, con un comportamento alimentare che spinge a una fame di carboidrati e il conseguente aumento di peso corporeo».
Un disturbo diffuso
In Italia si parla poco del disturbo depressivo stagionale, che al contrario è molto diffuso. Al desiderio di dormire si associa anche quello di mangiare di più, in particolare carboidrati. Il disturbo stagionale è più diffuso nei Paesi nordici, dove nei mesi freddi si riduce in modo molto significativo la parte della giornata illuminata.
Riconoscere i sintomi
La depressione stagionale ha sintomi diversi rispetto alla depressione classica, che spesso provoca, al contrario, insonnia e scarso appetito. Quella stagionale è stata a lungo considerata una forma depressiva «leggera», mentre si tratta di una vera e propria patologia. In alcuni casi i due disturbi si associano, con peggioramento stagionale dei sintomi. Chi invece soffre del disordine stagionale è perfettamente sano per una parte dell’anno, sonnolento e depresso quando arriva la stagione «no».
I criteri per definire questo tipo di disturbo e differenziarlo dalla depressione maggiore (senza caratteristiche stagionali) sono:
1) relazione tra episodi depressivi maggiori e particolari momenti dell’anno;
2) completa remissione in altri periodi dell’anno;
3) negli ultimi due anni almeno due episodi depressivi mostrano un andamento temporalmente simile: non si tratta cioè di un episodio singolo ma è una ciclicità che si ripete;
4) gli episodi stagionali superano gli episodi non stagionali: il soggetto può presentare altri episodi depressivi, ma quelli stagionali sono chiaramente prevalenti.
felicita' e tristezza durante la settimana 2
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La «terapia della luce»
Come si cura la depressione stagionale? Molto efficace è la cosiddetta «terapia della luce», che viene effettuata tramite una particolare lampada (un dispositivo medico) in grado di attivare i neurotrasmettitori di cui abbiamo parlato. La light therapy è efficace nei pazienti con forme lievi o moderate e con i classici sintomi di sonnolenza eccessiva e fame da carboidrati. Nei casi più gravi la terapia della luce deve essere abbinata a farmaci antidepressivi. Altrettanto utili si sono dimostrate terapie di tipo cognitivo comportamentale.