Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per www.corriere.it
PALAZZO DOVE MARIO FRIGERIO LAVORAVA COME PORTIERE
L’appartamento con box era sempre lo stesso, ma lui lo ha «venduto» 14 volte. Tra caparre, intermediazioni e mance, in poco più di un anno Mario Frigerio, 59 enne, laurea, vita avventurosa e una condanna alle spalle, portiere della Casa della Fontana, storico palazzo signorile alle spalle dei giardini Indro Montanelli dove visse il giornalista Dino Buzzati, si è messo in tasca oltre 180 mila euro finché non è stato arrestato per truffa.
Ci sono cascati ristoratori famosi, professionisti, un giornalista e un nobile milanese, mentre lui scialacquava i denari tra i negozi di via della Spiga e l’amante malata di gioco al casinò. Come spesso accade, le truffe riescono perché le vittime, attirate dalla prospettiva dell’affare clamoroso, credono di essere furbe, abbassano le difese abbacinate ed irretite dal «teatro» che i loro «carnefici» mettono in piedi e perdono la lucidità che dovrebbe fermarle un attimo prima di mettere mano al portafoglio.
In questo caso, però, come scrive il gip Guido Salvini nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato Frigerio in carcere, in 10 anni come portiere del palazzo in viale Vittorio Veneto 24 l’uomo si era «guadagnato la fiducia e la stima dei residenti», tanto che l’amministratore del condominio lo aveva descritto come «persona perbene e serio lavoratore».
Così nessuno aveva mai messo in dubbio che il proprietario dell’appartamento, un manager di un’importante firma della moda sempre in giro per lavoro, e la proprietaria del garage, una donna che vive negli Stati Uniti, avessero incaricato quella persona dai modi affabili di spargere la voce tra i condòmini prima degli altri, ciascuno dei quali Frigerio, secondo le indagini del pm Maura Ripamonti che fa parte del dipartimento guidato dall’aggiunto Eugenio Fusco, invitava a tenere segreto l’affare per non farselo soffiare. Si muoveva con discrezione e tatto perché i proprietari non volevano che si sapesse che avevano bisogno di soldi, diceva.
Che si trattasse di un «affare» clamoroso lo dice il prezzo: 248 mila euro per un appartamento di 65 metri quadrati che ne vale almeno 400 mila e 22 mila per il box da 17 metri, che in zona Porta Venezia a Milano va via al doppio se non al quadruplo. Tutto accade, è l’ipotesi dell’accusa, tra la fine del 2021 e l’inizio di quest’anno. Frigerio mostrava documenti apparentemente genuini, ad esempio aveva il rogito intestato al proprietario, ed accompagnava gli interessati a visionare che gli immobili di cui aveva le chiavi. Gli erano state lasciate per usarle solo in caso di urgenza, averlo fatto per «altro» gli costa anche l’accusa di violazione di domicilio. […]
Quando si approssimava la data del rogito, c’era sempre una scusa per rinviare l’appuntamento dal notaio, e sembra che qualcuno sia anche riuscito a farsi ridare indietro i propri soldi. A denunciare per primo è stato il proprietario dell’appartamento quando si è accorto che in giro c’era la voce che qualcuno lo stava vendendo. […]
Una decina di anni fa si presentò al Maurizio Costanzo show per raccontare (come aveva fatto in una lettera al Corriere della Sera), la storia (vera?) della sua vita avventurosa passata da una laurea in legge in Italia, a 12 anni di lavoro negli Usa fino alla crisi che nel 2011 gli fa perdere il posto costringendolo a rientrare in Italia per «rimboccarsi le mani». L’apparizione in tv lo fa arrivare al lavoro di portiere in viale Via Vittorio Veneto. Ora ha perso anche quello.