Francesco Salvatore per “la Repubblica - Edizione Roma”
In carcere per scontare un residuo di pena di un mese e 16 giorni. Altro che provvedimento per svuotare le carceri sovraffollate. La macchina della giustizia non guarda in faccia nessuno, tanto meno al tempo del coronavirus. È così che l'altro ieri sera i carabinieri sono andati ad arrestare un 58enne di origine croata che stava passando l'isolamento anti Covid-19 all'interno della sua casa a Palestrina.
Gli hanno notificato un ordine di esecuzione pena, firmato dalla procura di Tivoli, per un cumulo detentivo legato a tre reati commessi nel 1990, 2002 e 2003 (due furti e una ricettazione), l'ultimo dei quali diventato definitivo nel 2011. Ma è l'ammontare di quanto dovrà trascorrere in carcere che appare singolare: un mese e 16 giorni di reclusione. In barba, tra l'altro, al fatto che la persona sia diabetica, ipertesa e affetta da cardiopatia.
L'uomo, dunque, dovrà trascorrere 46 giorni nell'istituto penitenziario di Rebibbia. Quando appena qualche giorno fa altri detenuti, nella stessa Rebibbia e in diverse carceri in tutta Italia, protestavano per la condizione generalizzata di sovraffollamento, acuita dall'estendersi del coronavirus, oltre che per la stretta ai colloqui con i familiari.
«Mi stupisco come si possa andare in controtendenza rispetto agli ultimi provvedimenti del governo, che danno il via libera alla detenzione domiciliare per chi ha meno di 18 mesi di pena da scontare. Ho già presentato istanza di domiciliari» , ha spiegato l'avvocato Gianluca Nicolini. Il 58enne dopo essere entrato nel carcere di Rebibbia è stato sistemato in una cella con altri detenuti. Non ha sintomi particolari ma non gli è stato fatto alcun tampone prima dell'ingresso, per svelare un eventuale contagio.