Andrea Zanello per “La Stampa”
È morto dopo due giorni di agonia, dopo essere stato picchiato selvaggiamente all'interno della stazione ferroviaria di Casale Monferrato. Lunedì Cristian Martinelli avrebbe compiuto 35 anni. Le ultime parole che è riuscito a dire nel tardo pomeriggio di venerdì a medici e soccorritori raccontavano di un'aggressione subita. Poi ha perso i sensi e non si è più svegliato.
Aveva la milza spappolata e un rene compromesso, i medici dell'ospedale di Casale lo hanno intubato e portato nel reparto di rianimazione, intuendo subito che le sue condizioni erano disperate.
Un'indagine lampo del personale del nucleo investigativo del reparto operativo di Alessandria e della compagnia di Casale ha portato al fermo di un ventenne moldavo con diversi precedenti penali. È residente a Casale: sarebbe stato lui a colpire Cristian Martinelli fino ad ucciderlo. È accusato di omicidio preterintenzionale: oggi si svolgerà l'interrogatorio di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari.
Sono sconosciuti per ora i motivi dell'aggressione in cui Cristian Martinelli è stato picchiato, pare con un'arma impropria: un bastone o una spranga, forse con un posacenere a tubo. Sarebbe stato lasciato a terra e colpito anche mentre era inerme. Si parla di futili motivi su cui bisogna ancora fare luce.
Ci sarebbero, però, anche altri indagati, elemento che apre alla possibilità che il ventenne abbia agito assieme ad altri oppure che qualcuno abbia cercato di aiutarlo. E c'è l'ombra dell'azione di una baby gang: «In molti in questi giorni mi hanno chiamato dicendomi che nella zona della stazione di Casale c'è un gruppo di ragazzi che importuna la gente. Anche mio fratello aveva avuto qualche problema, tanto che mi aveva detto che in passato si era rivolto ad una pattuglia di carabinieri», ha detto Valentina Martinelli, sorella della vittima, dopo aver saputo della morte di Cristian.
«Sono sollevata per questo provvedimento della magistratura – ha dichiarato ieri dopo la notizia del fermo –, ma non credo che si possa picchiare una persona e ridurla in quel modo da soli. Se ci sono altri responsabili devono essere individuati. Una vicenda del genere non può restare impunita».
A questo proposito, «Non tutte le bestie sono in gabbia» recita uno striscione comparso ieri sera in stazione a Casale, vicino ad un altro che chiede giustizia. Gli indizi raccolti dai carabinieri, però, per ora hanno portato solamente ad un arresto. I militari si sono recati a Morano nell'abitazione dove la vittima viveva con i genitori. Gli investigatori avrebbero recuperato la custodia di un paio di occhiali da sole di proprietà di Cristian Martinelli. Quegli occhiali non sarebbero stati trovati insieme al suo proprietario, ma altrove.
Altre risposte importanti ed elementi utili all'inchiesta condotta dalla Procura di Vercelli e coordinata dal sostituto procuratore Anna Caffarena potrebbero arrivare dall'autopsia sul corpo della vittima, disposta nei prossimi giorni, per stabilire quanti e quali colpi siano stati fatali a Cristian Martinelli. L'uomo si era recato a Casale per ragioni mediche: aveva appuntamento con una dottoressa dopo un passato difficile: «Non c'entra la droga, mio fratello stava uscendo da quel mondo, voleva riprendere in mano la sua vita», ha concluso Valentina.