Francesco Semprini per “la Stampa”
Una manovra gigantesca con cui ricostruire da cima a fondo gli Stati Uniti, che rischia però di ingigantire deficit e debito del Paese. È la strategia messa a punto da Joe Biden per rilanciare l'economia nazionale dopo le pene causate dall'inferno della pandemia da Covid-19. Gli stanziamenti per il 2022 ammontano a complessivi seimila miliardi di dollari, tali da elevare la spesa pubblica ai livelli più alti dalla Seconda guerra mondiale.
Queste le linee guida del piano Biden anticipate dal New York Times secondo cui nelle intenzioni del presidente americano è necessario non solo a tirare fuori l'America dal pantano della crisi, ma a combattere il rischio reale di un declino economico e sociale. E a riportare una competitività diffusa agli apparati produttivi di tutto il Paese al fine di mantenere la sua leadership mondiale e vincere la competizione con la Cina. «Una manovra al passo coi tempi», dice il segretario al Tesoro Janet Yellen, denunciando una stagnazione della spesa che dura da oltre un decennio. «Non possiamo continuare ad agire come se fossimo nel 2010».
Con la sua prima finanziaria Biden vuole imprimere un cambio di marcia senza precedenti rispetto agli ultimi decenni, a suo modo con l'obiettivo di fare di nuovo «grande l'America» come recitava lo slogan simbolo del predecessore. Ma le differenze con Donald Trump sono enormi. A partire dalla copertura finanziaria con l'aumento della tassazione soprattutto per le grandi società e gli americani più ricchi che tante resistenze incontra anche tra i democratici.
La previsione è di rastrellare così tante entrate fiscali come non accadeva dai tempi del secondo mandato di Bill Clinton, rafforzando anche la lotta all'evasione e all'elusione fiscale: «Ci riprenderemo un po' di soldi di quell'1%» dei super ricchi in America che ha tratto beneficio dai tagli alle tasse di Trump ha detto Biden. Soldi con cui intende portare avanti il suo American Jobs Plan da oltre 4 mila miliardi di dollari.
Tutto ciò costerà un aumento del deficit federale che arriverà a 1.800 miliardi di dollari nel 2022, nonostante il rimbalzo dell'economia e una ripresa che per l'amministrazione Usa sarà la più veloce mai registrata dagli anni '80. Ma che al momento presenta elementi di incertezza.
Ieri il dato sul Pil del primo trimestre è stato rivisto al 6,4% contro il 6,6% delle previsioni, mentre gli ordini di beni durevoli (come gli elettrodomestici il cui acquisto riflette il grado di fiducia delle famiglie) sono calati dell'1,3% ad aprile. Le previsioni erano di un incremento dello 0,9%. Le richieste di sussidi di disoccupazione, invece, nell'ultima settimana sono scese a 406 mila, oltre delle attese.
Il punto è che a lievitare a livelli che riportano ai tempi del Secondo conflitto mondiale sarà anche il debito pubblico, secondo le previsioni sfonderà il tetto del 117%. Ma se si vuole una svolta bisogna agire con coraggio, è l'appello rivolto da Biden ai repubblicani che a loro volta hanno presentato un contro piano da 920 miliardi di dollari sulle infrastrutture prontamente bocciato dalla Casa Bianca.