Sara Grattoggi per “la Repubblica - Roma”
Sembrava finalmente fatta, lo scorso ottobre, quando dopo anni di annunci si era aperta la gara per la prima tranche di lavori al Mausoleo di Augusto. Forte dei sei milioni di euro messi a disposizione dalla Fondazione Telecom — in aggiunta ai 4,2 milioni di fondi comunali e statali già stanziati —, il Campidoglio aveva annunciato l’inizio del cantiere di restauro per «gennaio 2016» e l’apertura al pubblico dopo poco più di un anno, «nel marzo 2017».
Ma un nuovo “ostacolo” fa slittare ora a data da destinarsi l’avvio dei lavori, per un restauro che ha già mancato clamorosamente — nonostante le promesse — l’atteso appuntamento con le celebrazioni del bimillenario della morte di Augusto, nell’agosto del 2014.
Quando a fine dicembre si sono aperte le buste, infatti, «ci si è resi conto che, su un centinaio di offerte arrivate, ben 25 presentavano ribassi eccessivi, potenzialmente anomali », spiega Porfirio Ottolini, direttore tecnico della sovrintendenza capitolina. La gara era al massimo ribasso. Ma è la legge – precisa Ottolini – a fissare comunque una “soglia di anomalia”, che corrisponde in questo caso a un ribasso del 42 percento.
Nella gara per il Mausoleo di Augusto, invece, un’impresa è addirittura arrivata a proporre un ribasso del 69 percento (quando la base d’asta era di circa 2 milioni e mezzo di euro). E molte altre hanno sforato quella soglia. La cosa che ha più stupito i tecnici, infatti, è che il numero delle proposte potenzialmente anomale sia stato così alto: un quarto di quelle totali.
Per questo, spiega la sovrintendenza capitolina, «dobbiamo ora istituire una commissione per valutare queste offerte e, eventualmente, rigettarle, secondo quanto previsto dal dpr 207/2010».
Il dubbio (o, meglio, il timore) è che con un risparmio tale ne possa risentire la qualità dell’intervento. Anche perché in restauri del genere il costo della manodopera è rilevante. In questo senso, l’ulteriore verifica (alle aziende saranno richiesti ora giustificativi e analisi dei costi e dei prezzi) vuole tutelare, prima di tutto, il monumento. E garantire che il restauro sia fatto a regola d’arte. Ma la procedura, è innegabile, si allungherà. Probabilmente di mesi. Senza contare gli eventuali ricorsi successivi.
Se, insomma, a dieci anni dal progetto dell’architetto Francesco Cellini, si avvicina l’inizio dei lavori in piazza Augusto Imperatore (la gara dovrebbe essere aggiudicata a breve e il cantiere, salvo imprevisti, comincerà fra aprile e maggio), per il sepolcro del primo imperatore – il più grande, circolare, che si conosca, con i suoi 87 metri di diametro – gli anni del degrado e dell’abbandono, continuano, nell’ottantesimo anniversario della sua chiusura al pubblico. In una “maledizione” già evocata il 19 agosto 2014 quando, proprio nel giorno del bimillenario e delle visite guidate straordinarie al Mausoleo che ne avrebbero dovuto ricordare i fasti, una conduttura dell’acqua si ruppe e allagò il fossato intorno al monumento, portando tristemente a galla, davanti agli occhi del mondo, erbacce e rifiuti nel cuore della Storia.