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Dalla saga degli Agnelli (la lunga guerra di Margherita contro le volontà del padre Gianni) alla tribolatissima faida degli eredi di Bernardo Caprotti, un’altra famiglia italiana sta ora vivendo una guerra dolorosa e lacerante. Milioni di euro, una “matriarca dominante” ma che grazie ai suoi sacrifici e alle sue intuizioni costruisce un impero di successo, una figlia che denuncia improvvisamente di aver sempre vissuto un "inferno dorato": la dynasty della famiglia Crociani sembra quasi la trama di un film di Hollywood, con un particolare inedito: tocca una protagonista dell’aristocrazia, legata a un ramo della famiglia reale spagnola.
Sul ring troviamo infatti Cristiana Crociani che dichiara guerra alla madre Edoarda per rivendicare i suoi diritti e quelli della sorella maggiore, principessa Camilla moglie di Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Capo della Real Casa: in ballo c’è un trust milionario istituito nel 1987.
Camilla e Cristiana Crociani ebys
Per comprendere l'origine del conflitto, dobbiamo rimbalzare agli anni Ottanta quando le due sorelle sono adolescenti. La madre, l'ex attrice italiana Edoarda Vessel, vedova da 7 anni di Camillo Crociani (già presidente di Finmare e poi di Finmeccanica, coinvolto nello scandalo Lockheed), dal Messico dove è residente si trasferisce a New York con le figlie per farle studiare negli Stati Uniti. Qui, all’ombra di Wall Street la vulcanica Edoarda riesce ad accumulare una doviziosa fortuna in concomitanza col crash borsistico del 1987, grazie alle sue amicizie con il finanziere George Soros, il miliardario Paul Getty ed il broker Alecko Papamarkou. Dopodiché, Edoarda, previdente, decide di creare un trust che guidi i beneficiari, le due figlie, in caso di una sua morte prematura.
Ediarda, Camilla e Cristiana Crociani con Carlo di Borbone
I guai arrivano nel 2010 quando, dopo anni di insistenza da parte del trustee professionale istituito dalla banca BNP Paribas, si provvede a riorganizzare la struttura del trust. Tale ristrutturazione viene impugnata innanzi alla Corte di Jersey, Gran Bretagna, dalla figlia Cristiana, che a partire dal 2011 ha iniziato ad intraprendere azioni ostili nei confronti della propria madre attribuendole colpe di tutti i tipi.
Secondo Cristiana, sua madre ha sempre vissuto un'ossessione: che le figlie sposassero principi. Cristiana in effetti ha sposato il principe romano Bante Boncompagni Ludovisi in prime nozze, separandosi poi dopo tre mesi ed accusando la madre prima di averla obbligata al matrimonio, successivamente di averne provocato il fallimento. Quindi, tre anni fa sposa un francese, tale Nicolas Delrieu, che si professa businessman, padre dei suoi figli ed associatosi a lei nella causa milionaria.
"Non abbiamo avuto indipendenza o vita nostra", sostiene in aula e sulla stampa Cristiana, aggiungendo che la madre le ha anche impedito di partecipare a eventi di famiglia. Continuando di aver "vissuto in un'atmosfera soffocante", nonostante la facciata glamour della famiglia, concludendo che "la matriarca dominante ha tenuto le figlie in un inferno dorato”. Circostanze che mal si accordano con la vita elegante e sfarzosa vissuta da Cristiana nelle proprietà di Miami, Parigi, New York, Montecarlo e Santo Domingo come lei stessa ammette parlando di “stile di vita estremamente glamour e lussuoso non avendo però indipendenza o vita privata”.
Camilla Crociani Carlo di Borbone
Il processo presso il tribunale di Jersey dura alcuni mesi, durante i quali compare solo Cristiana. Secondo gli avvocati, Edoarda Crociani, ormai da anni di nazionalità monegasca, rifiuta di testimoniare in tribunale a Jersey perchè ritiene inaudito doversi difendere contro la propria figlia facendo affidamento sulla decisione di un tribunale.
Nel settembre 2017 la magistratura in prima istanza sentenzia che gli atti connessi alla ristrutturazione del trust messa in opera nel 2010 siano nulli e che il trasferimento del patrimonio voluto e disposto da BNP Paribas non era legittimo, dunque ordinando la banca di ricostituire il trust nell’interesse delle due sorelle beneficiarie. Ma questo tra un appello e l’altro, immaginiamo non sia che l’inizio della storia.