GIAMPIERO MUGHINI CON MICHELA PANDOLFI CLINT E BIBI
Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, maledetto sia il nostro amico Fulvio Abbate e il ventennale del suo delizioso Teledurruti. Succede che il suddetto individuo avesse convocato ieri gli amici in un caffè di Monteverde, il quartiere romano dove abitiamo sia io che lui.
E siccome in questo momento della mia vita sono il badante di Clint, il setter inglese tricolore (un cucciolo di 5 mesi) che da qualche giorno è entrato a far parte della mia famigliola, il mio primo pensiero è di non lasciarlo solo in casa, e seppure in casa ci sia Bibi, la mia figlia a quattro zampe che un po’ guarda a Clint come un intruso e un po’ lo giudica un simpatico matto che lei deve prendere sotto la sua guida.
Ma Bibi ci può stare senza di noi in casa: è abituata, sa che in casa nostra vige una monarchia costituzionale e che la regina è lei.
GIAMPIERO MUGHINI CON MICHELA PANDOLFI CLINT E BIBI
Clint invece è in una fase delicatissima della sua vita. Ha vissuto in due diverse famiglie dove lo tenevano in un bugigattolo, la gran parte della giornata da solo, per un po’ di tempo col padre che gli faceva dei soprusi tipo mangiargli la pappa. Da noi ha trovato la felicità, il comfort assoluto, una casa grande e relativo giardino dove scorrazza con fare da bullo, due badanti (io e Michela) che non stanno un minuto senza coccolarlo.
Lui naturalmente non sta in sé dalla felicità, è in un continuo stato di estasi e di frenesia, gli piace tanto questo nuovo modo di stare al mondo e ne vorrebbe tanto e subito. Per dirne una: ha il dominio pieno e assoluto del nostro letto e mugugna a Bibi quando, col suo fare regale, ci sale anche lei.
Detto in parole povere. Clint è una specie di sottoproletario che non conosceva nessuna regola e nessun limite di vita e di comportamento, e che si trova improvvisamente scaraventato nel castello di Versailles.
E’ in uno stato di permanente ebbrezza e lo manifesta scacazzando per ogni dove, facendo balzi di tre metri per arrivare in braccio a uno di noi seduto in poltrona, abbaiando alla grande pur di imitare Bibi, il cui abbaiare è l’unico indizio che le è rimasto dell’essere un cane. Per tutto il resto lei si comporta esattamente come un essere umano.
La portiamo ai noiosissimi dibatti culturali, ai quali lei assiste compunta. A un certo punto sale in braccio di Michela per vedere chi c’è in giro. Quando io scendo giù dal palco sul quale ho concionato l’una o l’altra fesseria le mi abbraccia a dirmi quanto le sono apparso bravo.
Torniamo a Clint, ieri pomeriggio. Lasciamo Bibi a casa e ce lo portiamo in macchina, senza accorgerci che in questo modo gli mandiamo un segnale. Perché mai non c’è Bibi con me?, si deve essere chiesto Clint.
E difatti, altro segnale preoccupante, quando c’è da scendere dall’auto perché eravamo arrivati al caffè dove ci aspettava Abbate e la sua claque, Clint non voleva scendere assolutamente, e laddove di solito lui è curioso dei posti nuovi. Insisto, lo tiro delicatamente per il collare e riesco a farlo entrare nel caffè dove lui fa quello che fa sempre. Si accoccola ai miei piedi perché non sa con chi ha a che fare.
fulvio abbate giampiero mughini
Lui che viveva in un bugigattolo non è un uomo di mondo, è timoroso. Ma il fatto è che non si accoccola e basta. Seduto com’è, comincia a tremare da farmi preoccupare e molto. Lo accarezzo, gli metto la mano sulla testa, gli chiedo che cosa lo preoccupi. E lui trema trema trema. A questo punto ho capito.
Lui aveva interpretato tutti i particolari del viaggio nel senso che noi lo avevamo preso per darlo via, per consegnarlo a una nuova famiglia, la quarta in pochi mesi di vita. Deve essere stato esattamente così che lui è passato dalla prima alla seconda famiglia, e fors’anche dalla seconda alla terza.
Tremava tremava tremava, io preoccupatissimo. Poi a forza di carezze deve avere capito che non correva nessun pericolo. Dopo un po’ era tornato il Clint di sempre, timoroso ma curioso della vita e gioiosissimo di star vivendola. Mi rivolgo a voi che li avete. E’ questo l’avere un figlio, vero?
Ps. Ovvio che il nome Clint glielo ho attribuito in onore di Clint Eastwood, l’uomo e l’uomo di cinema che sta al vertice della mia scala iconica.
GIAMPIERO MUGHINI