Giulia Prosperetti per www.ilmessaggero.it
Inseguito e accoltellato in centro, senza motivo. «Forse solo per attaccare briga e divertirsi», dice il geometra Paolo S., rugbista di 29 anni, residente a Roma Nord, che deve la vita al giubbotto che lo ha protetto da una coltellata al cuore, i suoi amici Roberto e Luigi sono riusciti a fuggire appena in tempo. I tre sabato sera erano usciti a bere una birra a Campo de’ Fiori. «All’una e trenta siamo andati via dal pub. Stavamo camminando su corso Vittorio Emanuele II per andare a prendere il bus notturno che ci avrebbe portato a casa, ai Parioli» racconta Paolo S.
LE URLA
«Arrivati all’altezza di piazza della Chiesa Nuova abbiamo sentito urlare. Alcuni ragazzi, in un’auto parcheggiata, gridavano parolacce e insulti verso le nostre madri». «Ci sarete voi» abbiamo risposto evitando di attraversare la strada anche se la fermata si trovava sull’altro lato. Era quello che i 4 o 5 ragazzi della Citroen bianca aspettavano da quando hanno visto comparire i tre amici sul corso deserto e buio. «Uno di loro aveva un grosso coltello a serramanico e veniva verso di noi, seguito da un amico» racconta Paolo. I tre decidono di separarsi.
Roberto e Luigi iniziano a correre sul marciapiede, uno di loro viene spintonato, mentre Paolo attraversa la strada e va verso la piazza. «Si è avvicinato a me continuando a insultarmi. Io ho alzato le mani e gli ho detto “Stai calmo, cosa stai facendo, torna in macchina!” - racconta Paolo - La prima coltellata me l’ha data all’altezza del cuore bucando il giubbotto nuovo che ha attutito il colpo che, tuttavia, è arrivato a ferirmi il petto».
Il ragazzo cade all’indietro sulla scalinata della Chiesa Nuova. Una volta a terra, di schiena, l’aggressore lo colpisce alla coscia sinistra con una seconda coltellata. «Quando ha estratto il coltello ho provato ad allontanarmi avanzando sui gomiti» dice ancora Paolo.
A salvarlo dalla terza coltellata, l’amico del giovane che lo ha trascinato via, mentre tentava di colpirlo di nuovo. «Ho guardato la mia mano, era piena di sangue. Per fortuna avevo dei pantaloni spessi, al Sant’Andrea mi hanno detto che la lama è entrata di un centimetro nella gamba, poteva recidere la femorale. Me la sono cavata con 7 giorni di prognosi, ma poteva finire peggio», dice Paolo. «Il ragazzo che mi ha colpito aveva 20 anni, mai visto prima. Perché l’ha fatto? O era drogato o per passare la serata». Gli aggressori sono fuggiti in auto. I carabinieri stanno visionando i filmati delle telecamere per identificarli.