Manuel Spadazzi per “il Resto del Carlino”
LA ZAZZERA bionda, inconfondibile. Così come le catenine sul petto, messe in bella mostra dalla camicia aperta. E' uno 'Zanza' giovane, nel pieno dei suoi anni, quello che spunta dai manifesti affissi in questi giorni lungo le strade di Rimini. È passato esattamente un anno dalla morte del re dei playboy Mauro Zanfanti, in arte 'Zanza'. L' uomo che ha amato più di 6mila donne, che annotava ogni sua conquista, che è stato l' idolo per decenni di turiste svedesi e tedesche che venivano in vacanza in Riviera. Una morte sul campo, la sua: il cuore di Zanfani ha ceduto subito dopo essersi appartato con una giovane amica romena, con la quale era uscito altre volte prima dell' ultimo fatale incontro.
LA NOTIZIA della sua scomparsa, a soli 62 anni, fece il giro del mondo in poche ore. I funerali, celebrati alla chiesa del cimitero comunale di Rimini, richiamarono non solo amici (e amiche) da tutta Italia e pure dalla Svezia, ma decine di giornalisti e curiosi. Non sarà così per la messa dell' anniversario, che verrà officiata giovedì alle 18 nella chiesa di Bellariva. «Abbiamo scelto di celebrare lì la messa - spiega Mara, la sorella di 'Zanza' - perché dopo quanto è accaduto l' anno scorso con la parrocchia di Regina Pacis, non abbiamo più voluto problemi».
Già: la parrocchia della zona dove il playboy era cresciuto e dove viveva preferì evitare la celebrazione, ufficialmente per il clamore mediatico che l' addio a 'Zanza' aveva attirato. «Ormai è acqua passata. Vogliamo solo ricordare Mauro per quello che era». Tanti amici parteciperanno alla messa. Quelli dei bei tempi del Blow Up, dello Chic e delle altre discoteche dove 'Zanza' lavorava e collezionava amori, soprattutto tra le straniere... «Penso di aver fatto più promozione turistica io a Rimini di cento agenzie», ripeteva spesso.
SUBITO dopo la sua morte, alcuni amici avevano avviato una petizione per intitolargli una rotonda o un giardino a Rimini, magari vicino a uno di quei locali dove Zanfanti ha fatto, per anni, il bello e il cattivo tempo. Si vedrà. C' è chi intende raccontare le sue avventure in un libro, e chi ogni tanto capita nella pescheria gestita da sua madre per portare foto e cimeli. «Del telefonino di Mauro invece nessuna traccia - allarga le braccia la sorella Mara - Ce l' hanno rubato un paio di mesi dopo la sua morte, e non l' abbiamo più trovato. Questo resta davvero un bel mistero».
In questi mesi la casa e la pescheria sono diventate quasi una meta di pellegrinaggio. «E' vero: in tanti arrivano per raccontarci le loro storie su Mauro e parlarci di lui.
Moltissimi vanno al cimitero, a salutarlo». Comprese alcune svedesi che ogni tanto tornano a Rimini, e non riescono ancora a capacitarsi di vedere più 'Zanza'. La tomba è piena di fiori e di ricordi. «Significa che Mauro ha saputo farsi volere bene da tante persone».
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