Ugo Magri per “la Stampa”
Con ottanta primavere sulle spalle, e la salute non più come una volta, Silvio Berlusconi ancora pensa di vincere le prossime elezioni. Lo descrivono in forma, super-attivo, ottimista. Seleziona personalmente i candidati delle prossime amministrative. Commissiona a raffica dossier e sondaggi. Ha ripreso certe sue vecchie abitudini, tipo le feste canore con Apicella, che per un po' aveva messo da parte. È tornato il battutista di sempre, e le barzellette sono indicative di un morale alle stelle.
BERLUSCONI AL MCDONALDS DI SEGRATE
Quale sia l' elisir miracoloso, l' ha spiegato lui stesso agli amici: è la possibilità di prendersi la rivincita. Con l' aiuto della buona sorte, il Cav spera di trarre vantaggio dalle disgrazie politiche altrui. Più cala l' astro renziano e più Berlusconi ritiene di avere davanti un' occasione irripetibile. Non si preclude nulla, nemmeno di tornare per la quinta volta a Palazzo Chigi.
Il solo immaginare Silvio in versione 3.0 suona folle, sembra il sogno patetico di un «diehard», che non vuole arrendersi all' evidenza. Il centrodestra annega nel caos e Forza Italia supera di poco il 10 per cento.
Però l'uomo ci ha abituati alle resurrezioni, troppe volte lo abbiamo visto al tappeto salvo ricrederci. Per cui questo suo ritrovato attivismo dovrebbe suscitare sospetto; vuol dire che Berlusconi ha un piano in mente e vede la concreta possibilità di metterlo a profitto. La sua idea, per quanto se ne sa, è di vendersi come antidoto a Grillo. Di presentarsi come l'unico capace di fare argine ai populisti: proprio lui, che del tele-populismo era stato il primo beneficiario quando Trump ancora non esisteva. Con Renzi in ritirata, il «nemico» non sta più a sinistra.
COPERTINA DI ECONOMIST SU BERLUSCONI
I nuovi «comunisti», secondo Berlusconi, sono «quegli incapaci dei Cinquestelle». Spera di far leva su tutto un mondo di interessi piccoli e grandi, contrari alle novità. Già ora Berlusconi può contare sull' attenzione benevola dell'establishment, anche internazionale, che lo considera una riserva della Repubblica, nientemeno che un caposaldo della democrazia. Potrebbe tornare utile. Sommato insieme, il centrodestra vale un terzo degli elettori.
Se si votasse domani, arriverebbe secondo o forse addirittura primo. Nessuno ci punta un cent perché marcia diviso. Finché resta così spaccato, non mette certo paura. Ma il potere fa gola a tutti, compreso Salvini. Più si avvicineranno le urne, e più crescerà la voglia di allungare le mani sul bottino. La spinta a incontrarsi diventerà fortissima. Sui programmi non sembra così impossibile trovare la quadra.
Berlusconi già rispolvera le intese raggiunte in autunno, i cinque punti concordati con Lega Nord e Fratelli d'Italia. Ha escogitato un confuso pasticcio, la doppia moneta, che perfino l'Europa non prende troppo sul serio, ma denota l' intenzione di non cedere campo ai «sovranisti». La proposta appena lanciata da Renato Brunetta, di tenere ovunque il referendum autonomista annunciato da Lombardia e Veneto, è molto piaciuta allo stato maggiore padano, idem l'idea di stampare più moneta per sostenere i consumi e svalutare il debito nazionale.
berlusconi marta marzotto apicella
Perfino sulla leadership una tregua è nell' aria: con un sistema elettorale proporzionale, ciascuno farà corsa a sé; l' eventuale incarico di governo spetterà a chi prenderà più voti, senza bisogno di scannarsi nelle primarie, di fatto già tramontate. Assisteremo nei prossimi mesi sulla destra a un match appassionante e ricco di colpi bassi. Ma come i ladri di Pisa, che di giorno litigavano salvo la notte rubare insieme, Berlusconi e Salvini saranno condannati a trovare un accordo. E' su questo che scommette l' ex Cavaliere, e lo rende così smanioso di tornare al centro del ring.