ADDIO SUPERMARIO, BENVENUTO SUPERSERGIO! – DAGOREPORT: NON È VERO “DRAGHI DECISIVO” (CORRIERE E REPUBBLICA). E’ VERO CHE DRAGHI HA BUSSATO ALLA PORTA DELLA MUMMIA SICULA SOLO IN “ZONA CESARINI”. QUANDO ERA CERTO CHE NON SAREBBE STATO LUI IL CAPO DELLO STATO - NON È VERO CHE TUTTO RIMARRÀ COME PRIMA. DRAGHI SA BENISSIMO CHE DA DOMANI SARÀ PIÙ DEBOLE. MA NON FINIRÀ PRIGIONIERO DEI PARTITI CHE NON LO HANNO VOLUTO AL COLLE: A PROTEGGERLO CI SARA' IL PUGNO DI MATTARELLA DURISSIMO VERSO QUELLA BANDA DI SCAPPATI DI CASA CHE FINO A IERI ERANO TUTTI D'ACCORDO SOLO SU UNA COSA: MAI UN SECONDO INCARICO AL CAPO DELLO STATO USCENTE

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Mattarella bis, varie ed avariate. Non è vero il “Draghi decisivo” (Corriere della Sera e Repubblica). E’ vero che Draghi effettivamente ha chiesto a Mattarella di rimanere in quanto sarebbe stato l’unico capace di dare forza al governo, nonché è l’unico che potrebbe lasciare il posto in anticipo (ma la staffetta col Siculo sarà tutta da vedere).

 

E’ altrettanto vero che l’ex SuperMario si è deciso di bussare alla porta di Mattarella solo all’indomani della sua sconfitta. Quando era certo che non sarebbe stato lui il Capo dello Stato. Così, in “zona Cesarini” ha cambiato copione, si è aggrappato al salvagente Mattarella ed è diventato il “garante della stabilità”, colui che “ha ricompattato una maggioranza allo sbando”. Un abile mossa: non poteva certo fare la figuraccia di mollare la guida del governo, con l’eventuale ascesa al Colle di un Casini o di una Belloni.

SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI MEME SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI MEME

 

Difatti, il Grande Gesuita, che è ancora infuriato, ci ha sperato (e brigato) fino all’ultimo respiro perché alle cazzate dei giornaloni e dei talk (uno per tutti, il Mago Mieli: “L’esito è scontato: sarà Mario Draghi il prossimo Capo dello Stato”) ci aveva creduto pure lui. Non altrettanto il suo maggior sponsor, Enrico Letta.

 

MATTEO SALVINI MEME MATTEO SALVINI MEME

Svela un gustoso episodio oggi Francesco Verderami sul Corriere: “Salvini, dopo aver incontrato il premier, si chiude con Letta e Conte - a loro volta divisi - per discutere chi scegliere. Già lì accade qualcosa di strano, perché il segretario del Pd davanti al capo di M5S presenta una rosa di nomi senza Draghi. Più tardi, Salvini racconterà maliziosamente che «quando con Letta parlavamo in assenza di Conte, il nome di Draghi non mancava». Stava nella lista assieme ad altri, compreso Mattarella. Non è proprio un esercizio di stile confondere in un parterre di quirinabili chi siede al Quirinale”.

 

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Davanti al collasso delle “scorze” politiche, il discorso si è chiuso. Dal basso del Parlamento (“Hic sunt peones”), è partito un prorompente “ci avete rotto er cazzo” alla giostra di Casellati, Casini, Nordio, Cassese, Frattini, Belloni, Massolo etc. messa in scena dal capocomico Salvini in combutta con i Conte e le Meloni.

 

giuseppe conte matteo salvini meme giuseppe conte matteo salvini meme

E Letta cambia musica. «La strategia del Pd –racconterà a cose fatte Debora Serracchiani a Maria Latella a radio24 – è stata far salire i voti per il presidente Mattarella, quotidianamente, a ogni votazione, e lo abbiamo fatto con maggior evidenza quando si è trattato di votare per la presidente del Senato Casellati» (Iacoboni su “La Stampa”).

 

E’ solo a quel punto che parte la mediazione di Draghi: “…le telefonate a Berlusconi, ai due Letta (Enrico e Gianni), a Salvini e a Conte, infine il faccia a faccia decisivo. Mezz' ora è durato il colloquio tra Draghi e Mattarella, al quale il premier ha confidato l'angoscia per la «situazione grave» determinata dall'impazzimento dei partiti: «Per la stabilità del Paese e per rassicurare l'opinione pubblica è necessario restare» (Monica Guerzoni, Corriere).  

mario draghi mario draghi

 

Quei circa 400 voti spontanei a Mattarella hanno convinto i leader vari e avariati a dare, sottobanco, il via libera ai loro parlamentari di votare il bis della Mummia Sicula. In maniera esplicita non potevano farlo perché c’è un percorso istituzionale da seguire. Infatti al Quirinale si sono presentati non i leader ma i capigruppo in rappresentanza dei parlamentari.

 

Ancora. Non è vero che tutto, in modalità ‘’Gattopardo’’, rimane come prima. Draghi e il Bis-presidente si sono rassicurati a vicenda: io resto se tu resti. Ma il premier sa benissimo che pagherà la sua improvvida autocandidatura e da domani, quando presiederà il primo Consiglio dei ministri post-Colle, sarà più debole. Ma non finirà prigioniero dei partiti che non lo hanno voluto al Colle: perchè da SuperMario passeremo a SuperSergio.

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Sarà il Siculo a dare forza, protezione e indirizzo all’esecutivo draghiano. E’ il solo che adesso può intimare “mi avete voluto di nuovo e ora fate quello che vi dico io” a quella banda di scappati di casa che fino a ieri erano tutti d'accordo solo su una cosa: mai un secondo incarico al capo dello Stato uscente. Ora il pugno di Mattarella sarà durissimo e se prima potevano alzare un ditino adesso dovranno solo chinare la testa e assecondare SuperSergio senza proferire verbo. E per la gioia di Draghi, la Mummia Sicula sta a pallettoni e ha già chiarito: ‘’La mia non sarà una presidenza a tempo’’.

 

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