ANCHE BIDEN ORMAI HA CAPITO CHE LA GUERRA, PER KIEV, È PERSA – IL PRESIDENTE AMERICANO HA DECISO DI NON INVIARE ALL’UCRAINA I SISTEMI MISSILISTICI A MEDIO RAGGIO CHE POSSONO RAGGIUNGERE IL TERRITORIO RUSSO – L’ANNUNCIO È UNA DOCCIA FREDDA PER ZELENSKY E COMPAGNIA, CHE LO GIUDICANO “INATTESO E COMPROMETTENTE”. A MOSCA INVECE STAPPANO LA VODKA BUONA: “DECISIONE RAGIONEVOLE” – A WASHINGTON NON SI FIDANO TROPPO DEGLI UCRAINI: EVIDENTEMENTE TEMEVANO CHE SI SAREBBERO FATTI PRENDERE LA MANO E AVREBBERO ATTACCATO DIRETTAMENTE LA RUSSIA…

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Francesco Semprini per “La Stampa”

 

joe biden 1 joe biden 1

Washington non invierà a Kiev sistemi missilistici a medio raggio che possano raggiungere il territorio russo. Joe Biden gela gli ucraini (e non solo) con un annuncio considerato «inatteso e compromettente» negli ambienti governativi vicini a Volodymyr Zelensky.

 

Inatteso - spiegano fonti di Kiev a La Stampa - perché quasi tutti nella capitale ucraina, e molti anche a Bruxelles, erano convinti che l'arrivo degli armamenti più potenti fosse cosa fatta. Compromettente - proseguono - perché rischia di agevolare l'opera di sfondamento degli "invasori" russi a danno della resistenza ucraina.

 

multiple launch rocket system 2 multiple launch rocket system 2

Nei giorni scorsi era rimbalzata la notizia che la Casa Bianca stava preparando un nuovo pacchetto di aiuti militari che avrebbe incluso anche sistemi di missili a medio/lungo raggio. Si tratta del Multiple Launch Rocket System (Mlrs) e dell'High Mobility Artillery Rocket System, noto anche come Himars, una versione più leggera del primo ma capace di essere armata con lo stesso tipo di munizioni.

 

Entrambi i sistemi possono lanciare da piattaforme di terra e navali oltre che da veicoli mobili, raffiche di razzi con una gittata sino a 300 chilometri contro bersagli terrestri. Ben oltre quindi gli obici Howitzer forniti finora, che hanno una gittata massima di 25 chilometri, e dei missili anticarro Javelin o di quelli antiaereo Stinger.

 

ZELENSKY BIDEN ZELENSKY BIDEN

Ebbene dinanzi a tutto questo Joe Biden ha detto no, bloccando di fatto le forniture: «Non manderemo all'Ucraina sistemi missilistici che possano colpire in territorio russo», ha tagliato corto il Commander in chief. Il primo timore è forse quello di innescare una escalation.

 

La mossa è stata infatti ben accolta da Mosca, che nei giorni scorsi aveva ammonito a non superare la linea rossa dei missili balistici. «Una decisione ragionevole», ha osservato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ricordando che in caso di attacchi alle sue città la Russia colpirebbe i centri «decisionali criminali», alcuni dei quali sono «ben lontani da Kiev».

 

multiple launch rocket system multiple launch rocket system

Tradotto: siamo pronti a colpire oltre il territorio ucraino. La decisione di fatto spegne le speranze di respingere la lenta ma inesorabile (almeno al momento) avanzata russa nel Donbass in merito alla quale Zelensky, qualche ora prima, intervenendo al vertice straordinario del Consiglio europeo, aveva ringraziato l'Europa «per la solidarietà e gli aiuti» ma avvertito che a Kiev «servono più armi». Appello rilanciato dall'Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell.

 

medvedev e il suo fucile medvedev e il suo fucile

«La Russia sta distruggendo il Donbass: la guerra è guerra, dobbiamo sostenere l'Ucraina, continuare a inviare armi. Da qui all'estate l'economia russa sarà in una situazione molto difficile». Ed invece così non è stato. Finora Biden si era opposto all'invio di armi più potenti, nel timore che le forze potessero usarle per lanciare attacchi dentro il territorio russo, col rischio di una escalation e di un allargamento del conflitto.

 

multiple launch rocket system 1 multiple launch rocket system 1

Attacchi che peraltro Kiev avrebbe già condotto, anche se non ha mai né confermato né smentito. Per questo in precedenza il presidente Usa aveva bloccato l'idea delle triangolazioni con Varsavia per far arrivare Mig polacchi di epoca sovietica a Kiev. Nei giorni scorsi, però, sembrava che Biden avesse rotto gli indugi sui missili a lungo raggio anche perché Washington aveva avvalorato l'idea che non fossero ancora maturi i tempi per un cessate il fuoco, come aveva fatto intendere il segretario di Stato Antony Blinken.

 

antony blinken antony blinken

Alla fine, però è prevalsa la prudenza, prendendo atto anche degli sforzi di alcuni alleati europei di arrivare a cessate il fuoco e negoziato. Fornire razzi più potenti non aiuterebbe il dialogo (una delle condizioni poste dal Cremlino è lo stop alle forniture di armi a Kiev) e forse aumenterebbe le crepe che si cominciano a intravedere nell'Alleanza Atlantica, divisa in varie anime: i Baltici e la maggioranza dei Paesi dell'est che (spalleggiati da Londra) premono per piegare il regime di Putin, la Turchia che punta a un ruolo di mediazione in una partita tutta sua, con tanto di veto all'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato e di interlocuzione con Mosca.

 

PUTIN ZELENSKY PUTIN ZELENSKY

E poi il quartetto Italia-Francia-Germania-Spagna che sembra spingere per porre termine alle ostilità il prima possibile. In questo scenario la Casa Bianca non vuole mettere a rischio la faticosamente ritrovata unità euro-atlantica e quindi non si mette di traverso all'ipotesi di una tregua.

 

Tutto questo sullo soffondo della crisi del grano - di cui si dibatte in questi giorni in ambito Onu - che rischia di innescare deflagrazioni di ben più ampio dimensione anche in termini di stabilità geopolitica di Nord Africa, Mediterraneo e Medio Oriente. C'è infine un fattore tutto interno alla politica Usa: sebbene Biden abbia potuto contare sulla compattezza bipartisan del Congresso sugli aiuti all'Ucraina, emergono alcune perplessità ampliate dal clima da campagna elettorale in vista delle elezioni di metà mandato di novembre.

volodymyr zelensky a kharkiv 4 volodymyr zelensky a kharkiv 4

 

Come ad esempio l'intervento di Trump alla lobby delle armi Nra, dopo la strage alla scuola elementare di Uvalde in Texas. Durante la quale, ricorrendo alla sua tipica retorica, ha osservato come ci sia «denaro per armare l'Ucraina ma non per mettere in sicurezza le scuole americane». Linguaggio da campagna elettorale ma che, in un clima di difficoltà interne dovute al caro prezzi e alla sicurezza, potrebbe toccare le corde di chi, non necessariamente a destra, si avvicina al voto in un clima di crescente frustrazione.

volodymyr zelensky a kharkiv 5 volodymyr zelensky a kharkiv 5 il faccione di putin nei palazzi di mosca il faccione di putin nei palazzi di mosca vladimir putin con il fedele dmitry medvedev vladimir putin con il fedele dmitry medvedev

 

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