Estratto dell’articolo di Anais Ginori e Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
Non è stato facile per Parigi strappare il sì di Roma sulle nuove regole del Patto ma ieri mattina, prima del voto dell’Ecofin, i collaboratori del ministro francese Bruno Le Maire mostravano ottimismo dopo nuovi colloqui all’alba con il Mef. «L’accordo passerà» annunciavano fonti del ministero francese dell’Economia, snocciolando numeri e clausole che garantiscono la «flessibilità transitoria» necessaria alla seconda e terza economia dell’Ue, “sorelle” nell’indebitamento.
L’accordo con il ministro Giancarlo Giorgetti c’era da giorni, sostengono sia a Parigi sia a Berlino. La Francia ha fatto da ponte nelle trattative con la Germania, concentrate soprattutto sul braccio correttivo del nuovo Patto, la parte che faceva più paura ai due Paesi più colpiti dalle procedure di deficit eccessivo.
GIANCARLO GIORGETTI E CHRISTINE LAGARDE
[…] La previsione del governo francese per il 2024 è un deficit/ Pil del 4,4% e la traiettoria di riduzione del debito sarà più lenta che in altri Paesi. Tra due anni la Francia potrebbe essere l’unico Paese dell’eurozona ad avere ancora un deficit superiore, pari al 3,2% del Pil. La motivazione di Parigi per cambiare le regole, insomma, era forte. […] Nel caso della Francia il ritmo di aggiustamento strutturale con le vecchie regole sarebbe dello 0,6% del Pil all’anno, con le nuove regole sarebbe dello 0,25% senza gli oneri sul debito.
Per l’Italia […] si passa da un obiettivo di medio termine di un avanzo strutturale di 0,25% a un deficit strutturale dell’1,5%. Altri motivi di soddisfazione sono lo scorporo degli interessi sul debito e l’estensione da 4 a 7 anni dei piani di aggiustamento del debito, tenendo conto di investimenti e riforme del Pnrr. Punti che, secondo Parigi, rappresentano anche una «vittoria per l’Italia».
giancarlo giorgetti ad atreju 5
I negoziati tra Francia e Germania sono diventati esclusivi nell’ultimo rettilineo. […] L’Italia si è vista poco al tavolo, anche perché le novità della proposta più recente avrebbero bastonato soprattutto la Francia, quindi la trattativa si è tradotta anzitutto in un braccio di ferro tra Bruno Le Maire e Christian Lindner, ricorda una fonte tedesca. […] Per aumentare la pressione sulla Germania e i ‘”frugali’”, la Francia ha tirato dentro l’Italia. «A quel punto per il ministro italiano porre il veto ieri sarebbe stato un enorme azzardo. Si sarebbe tornati automaticamente al vecchio Patto» ricordano da Berlino. «E per una nuova sospensione, l’Italia avrebbe dovuto convincere tutti ad approvarla».
giancarlo giorgetti bruno le maire BRUNO LE MAIRE GIANCARLO GIORGETTI