Estratto dell'articolo di Paola Zanca per “il Fatto Quotidiano”
[…] nelle ultime partite delle nomine, Draghi aveva individuato nel ministro degli Esteri Luigi Di Maio il suo interlocutore di riferimento. Ora, ragionano nel Movimento, questa "ambiguità" verrà superata e sarà Conte a confrontarsi direttamente con il capo del governo. A cominciare da due dossier considerati di particolare urgenza. Il primo è quello che riguarda il lavoro, in particolare in merito alla fine del blocco dei licenziamenti e alle ripercussioni che avrà in materia di occupazione.
L'altro è l'ambiente: se i Cinque Stelle sono entrati al governo in nome della "transizione ecologica", è ormai evidente ai più che quello che gli è stato concesso non va oltre aver dato un nuovo nome al ministero. Le scelte del titolare della materia, quel Roberto Cingolani che Beppe Grillo presentò come "uno dei nostri", si scontrano ormai quotidianamente con la svolta green che Conte va ripetendo di voler imprimere al M5S .
Infine, ma questa è faccenda delle ultime ore, l'ex premier ha spiegato ai suoi di voler chiedere chiarimenti a Draghi anche sul "conflitto di interessi" appena sancito dal decreto Semplificazioni, secondo il quale controlli e verifiche anticorruzione passeranno dalla gestione dell' Anac, autorità indipendente, agli uffici del ministero della Funzione pubblica: ovvero sarà il governo a controllare se stesso. Sono questi, dunque, i primi tasselli che Conte ha intenzione di rimettere in sesto. […]