Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
Quando gli chiediamo cosa pensa dell’Europa a più velocità, Martin Schulz ci afferra per un braccio e avvicina la bocca al microfono. Vuol essere sicuro che nel caos di grida, applausi e risate non vada persa neanche una parola. «Abbiamo già un’Europa a diverse velocità», dice a Repubblica.
E giù esempi: l’euro, Schengen, la cooperazione rafforzata. Ma il politico socialdemocratico ha in mente anche le geometrie — e le ostilità — variabili che emergono da anni: «Ci sono Paesi che vogliono entrare nell’euro, altri che sono già dentro e vorrebbero buttare qualcuno fuori… Altri ancora che cercano di non farsi spingere fuori», sottolinea il candidato anti-Merkel della Spd. È importante, insomma, il modo in cui l’idea della cancelliera verrà declinato: «Se l’Europa a differenti velocità esiste già, dobbiamo chiederci se è sempre stata una soluzione per i nostri problemi. O se ne è stata piuttosto, a volte, la causa».
Schulz ci lascia, non prima di aver dedicato un pensiero all’Italia: «Va assolutamente sostenuta, con ogni mezzo». Poi continua sorridendo a stringere mani, ad annuire, a dare pacche sulle spalle, finché non raggiunge la sua macchina con lo staff e lascia il cortile della scuola. L’auto dietro di lui, una berlina blu, parte sgommando. A un militante stropicciato con una cartellina in mano scappa un’imprecazione: «Ma che imbecille quel fotografo. Ma che figura ci facciamo? ‘Le auto di Schulz partono sgommando da una scuola’… Vedo già i titoli». E i titoli, di questi tempi, sono tutto. Soprattutto per il candidato che ha intrapreso la sfida del decennio: la rincorsa dell’immarcescibile Kanzlerin.
Siamo a Norderstedt, fuori Amburgo, nella scuola “Coppernicus”, per indagare quello che i tedeschi hanno già battezzato lo “Schulz-Hype”, l’incredibile ondata di entusiasmo che si è creata attorno al candidato Spd in sole tre settimane e che sta lasciando a bocca aperta l’Europa.
Schulz sta polverizzando la cancelliera nei sondaggi. E il partito ha guadagnato dieci punti in dieci giorni, lasciandosi la Cdu alle spalle. La Spd ci ha comunicato i dati più freschi: dal 24 febbraio ci sono 4.250 nuovi membri registrati online, e centinaia di iscrizioni al livello locale non ancora trasmesse al quartier generale. La metà dei nuovi iscritti ha meno di 35 anni.
Il Paese — basta passare un pomeriggio con Schulz per capirlo — è attraversato da un misto di sorpresa ed euforia. Sul palco del teatro del ‘Coppernicus’, gli studenti hanno appeso una ghirlanda colorata e lo incalzano con le loro domande. La platea è strapiena di studenti e genitori. Gli applausi sono tanti. Ma non tutti sono convinti. Konrad Heier ha 16 anni, le braccia incrociate sul petto, ammette di non aver capito «se Schulz continuerà a fare gli errori fatti da Merkel. In fondo, i loro partiti governano insieme da anni. Oggi non ho sentito niente di nuovo».
In realtà, Schulz non vuole essere affatto nuovo. Non schiva neanche domande micidiali, come quella sulla Germania che con l’euro «avrebbe svenduto i suoi interessi» al continente. Gli interrogativi che Merkel ha affrontato sempre con imbarazzo. L’ex presidente del Parlamento Ue, invece, va dritto al punto: «Non c’è Paese che abbia approfittato dell’euro più della Germania. Proteggere l’euro non è svendere gli interessi della Germania, è metterli in cassaforte».
Lo ribadisce in modo identico due ore dopo, durante un incontro con la cittadinanza a una trentina di chilometri, ad Ahrensburg, nel cuore dello Schleswig-Holstein. Lì vien fuori chiaramente quale potrebbe essere lo slogan di Schulz: niente di nuovo sul fronte socialdemocratico.
IL PRESIDENTE DI CIPRO NIKI ANASTASIADES CON MARTIN SCHULZ
La sua coraggiosa messa in discussione di alcuni punti dell’intoccabile totem di Schroeder, l’Agenda 2010, e le sue critiche al “turbocapitalismo”, stanno chiaramente segnalando che la sua campagna elettorale sarà totalmente diversa da quelle dei suoi predecessori battuti da Merkel, Steinbrueck e Steinmeier. Ad Ahrensburg, Schulz riassume tutto in una battuta: «Mi hanno chiesto cosa c’è di nuovo nelle mie battaglie. Nulla! È da 150 anni che le idee socialdemocratiche sono quelle giuste».
L’incontro è organizzato in un’altra scuola piena di gente. Il capo locale della Spd non riesce a togliersi il sorriso dalla faccia: un successo «senza precedenti», dice. Per Jochen Proske «i cittadini pensano di trovare qualcosa in Schulz che non si aspettano più da nessun altro. Risposte a domande che nessuno faceva più.
RENZI PARLAMENTO EUROPEO SCHULZ MERKEL
A partire dal problema centrale della solidarietà sociale». Un cartello scritto a mano davanti al bar improvvisato informa che una birra costa 3 euro, un pretzel 1,5 e una barretta di cioccolato 80 centesimi. È impressionante il numero di giovanissimi venuti ad ascoltare un politico che ha passato l’ultimo quarto di secolo fuori dalla Germania. O fore il segreto è proprio questo.
Una signora elegante racconta di essere «venuta a capire se dopo tanti anni che voto Cdu, Schulz può farmi cambiare idea». Le chiediamo se è stata contagiata già dalla mania scoppiata anche sui giornali e sui social media, dove impazzano gli hashtag più incredibili (#gottkanzler, “dio candidato”, è uno dei più sobri). Ma la voce di Schulz ci sovrasta. Con un altro slogan che sentiremo spesso, nei prossimi mesi: «L’Afd non è ‘l’alternativa per la Germania’, è una vergogna per la repubblica», grida. La lunga corsa per la cancelleria è cominciata.