BANDO AL BANDO - UN GIUDICE DELLE HAWAII BLOCCA PURE IL SECONDO ‘TRAVEL BAN’ DECISO DA TRUMP, E LA SUA ORDINANZA HA EFFETTO SU TUTTO IL TERRITORIO AMERICANO - DONALD: ‘LOTTEREMO E VINCEREMO, PORTREMO IL CASO FINO ALLA CORTE SUPREMA’. INTERVISTATO DA FOX NEWS: ‘USO TWITTER PERCHÉ I MEDIA SONO TERRIBILI CON ME. QUELLO CHE DICO NON VIENE RIFERITO IN MODO ACCURATO’

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1. TRUMP CONTRO STOP NUOVO BANDO, "LOTTEREMO E VINCEREMO"

il procuratore generale delle hawaii douglas chin, con il governatore delle hawaii david ige il procuratore generale delle hawaii douglas chin, con il governatore delle hawaii david ige

 (ANSA) - "Il pericolo è chiaro, la legge è chiara, il bisogno per il mio ordine esecutivo è chiaro. Lotteremo e vinceremo" portando l'ordine esecutivo che limita l'ingresso negli Usa da alcuni Paesi a maggioranza musulmana "fino alla Corte Suprema". Così Donald Trump si scaglia contro la decisione di un giudice federale delle Hawaii di bloccare temporaneamente su base nazionale anche la nuova versione del 'bando' presentato dall'amministrazione. Una decisione che il presidente Usa ha definito un "abuso senza precedenti".

 

2. TRUMP, USO TWITTER PERCHÈ I MEDIA SONO TERRIBILI CON ME

 (ANSA) - "Uso Twitter perchè i media sono terribili con me. Se non lo faccio non trasmetto il mio messaggio". Così il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha risposto, in un' intervista con Fox News, a domando sul suo modo di utilizzare Twitter. "Quello che dico non viene riferito in maniera accurata", ha aggiunto, sottolineando la disonesta' a suo avviso di diverì posso trasmettere il mio messaggio".

il giudice federale james robart il giudice federale james robart

 

3. TRUMP, "NON IO A SVELARE TASSE. FUGA NOTIZIE ILLEGALE"

 (ANSA) - La fuga di informazioni che ha portato alla diffusione della dichiarazione dei redditi di Donald Trump per l'anno 2005 "non è certamente opera della Casa Bianca". Lo ha detto lo stesso presidente durante un' intervista con Fox News, affermando che le fughe di notizie sono illegali, dopo che non pochi tra avversari politici e osservatori hanno avanzato il sospetto che dietro le rivelazioni - svelate dalla Casa Bianca nella tarda serata di martedì apparentemente per anticipare lo scoop annunciato dalla emittente Msnbc - ci sia proprio il tycoon o il suo entourage.

 

 

4. TRUMP, UN GIUDICE FERMA ANCHE IL NUOVO BANDO

Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera

 

È un bando anti-musulmano, viola uno dei principi fondamentali fissati nel primo emendamento alla Costituzione: la libertà religiosa. Con queste motivazioni il giudice federale Derrick Watson delle Hawaii ha bocciato, nella notte italiana, la seconda versione dell' ordine esecutivo, firmato il 6 marzo scorso da Donald Trump, e che sarebbe dovuto entrare in vigore oggi.

 

donald trump firma il secondo travel ban donald trump firma il secondo travel ban

Il provvedimento vieta per 90 giorni l' ingresso negli Usa ai viaggiatori provenienti da sei Paesi prevalentemente musulmani: Iran, Libia, Siria, Somalia, Sudan, Yemen. Inoltre è bloccato anche l' accesso ai profughi di qualunque Stato per 120 giorni.

 

Per Trump è un' altra sconfitta clamorosa, dopo che tra la fine di gennaio e l' inizio di febbraio il tribunale di Seattle prima e la Corte di San Francisco avevano affossato il decreto originario emesso il 27 gennaio. L' amministrazione Trump aveva apportato qualche modifica, ripristinando, tra l' altro, la libertà di movimento per i titolari della Green Card, il permesso di soggiorno permanente.

 

donald trump donald trump

Dal testo era sparita anche la clausola di favore tra i rifugiati per le «minoranze cristiane». Ma i cambiamenti, secondo il giudice Watson, non sono bastati per eliminare il «carattere discriminatorio» del bando. Nella notte il «muslim ban» potrebbe essere respinto anche dal giudice federale del Maryland, Theodore Chuang e, di nuovo, da James Robart, il primo a pronunciarsi, a Seattle.

 

Basta, comunque, l' ordinanza delle Hawaii per sospendere la chiusura delle frontiere.

La notizia è arrivata al termine di un' altra giornata convulsa per l' amministrazione Trump. I fronti aperti sono numerosi.

 

C' è il dossier russo, innanzitutto. James Comey, direttore dell' Fbi, ha incontrato a porte chiuse la Commissione Intelligence del Senato. Lunedì 20 marzo lo stesso Comey testimonierà davanti alla Commissione equivalente della Camera, sempre nel quadro dell' inchiesta parlamentare sui contatti tra lo staff del presidente e i funzionari russi. Da lì si arriverà al nucleo radioattivo: la natura dei rapporti tra Trump e il presidente Putin.

 

Intanto il Dipartimento di Giustizia ha rivelato che l' attacco informatico ai danni di Yahoo!, nel 2014, fu organizzato e condotto da una squadra riconducibile a Mosca. I mandanti erano due agenti del Fsb, il servizio segreto russo, Dmitry Dokuchaev e Igor Sushcin. Le autorità americane hanno identificato anche due hacker: Alexsey Belan e Karim Baratov.

donald trump jeff sessions donald trump jeff sessions

 

La loro squadra avrebbe saccheggiato 500 milioni di account di Yahoo!, compresi quelli di funzionari governativi russi e americani. Baratov è già stato arrestato la settimana scorsa in Canada, su richiesta Usa. Dal Cremlino hanno fatto sapere: non siamo stati consultati, è un affare interno americano. Tra Russia e Stati Uniti, per altro, non esiste un trattato di estradizione.

 

In realtà domina la confusione. I senatori repubblicani e democratici della Commissione bancaria hanno concordato su un punto: le sanzioni economiche contro la Russia devono rimanere in vigore fino a quando non cesseranno le ingerenze in Ucraina. In parallelo, repubblicani e democratici della Commissione intelligence hanno stabilito che «non ci sono prove per affermare che il presidente Barack Obama abbia fatto controllare i telefoni di Trump».

 

 

 

 

 

 

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