IL BARATTO ROMA-CAIRO: LA LIBERAZIONE DI ZAKI IN CAMBIO DELLO STOP SUL PROCESSO A GIULIO REGENI - È DIFFICILE CHE LO STUDENTE EGIZIANO DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA VENGA PROSCIOLTO DALLE ACCUSE, MA È PROBABILE CHE PER IL REATO DI “DIFFUSIONE DI NOTIZIE FALSE” SI BECCHI UNA MULTA. E LA VERITÀ SULLA MORTE DEL POVERO GIULIO SI ALLONTANA…

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Fausto Biloslavo per “il Giornale”

 

PATRICK ZAKI PATRICK ZAKI

Patrick Zaki è libero, dopo 22 mesi, meno che a metà. Lo studente egiziano potrebbe tornare in carcere soprattutto se i media, la politica e i suoi fan non manterranno un rigoroso basso profilo, fino a quando non tornerà in Italia. Non solo: il silenzio tombale sul caso Regeni rischia di trasformarsi in definitivo epitaffio, ma giustamente la famiglia e la sua battagliera legale, pur felici per la liberazione di Zaki, non intendono fare buon viso a cattivo gioco.

patrick zaki abbraccia la madre dopo la scarcerazione patrick zaki abbraccia la madre dopo la scarcerazione

 

E oggi mamma Paola, papà Claudio e l'avvocato Alessandra Ballerini, in un evento pubblico a Genova, potrebbero non essere teneri con il governo e le mosse egiziane. Zaki è formalmente in libertà cautelare fino alla prossima udienza del 1° febbraio. Lo sa bene la stessa Amnesty international che si è battuta per la sua scarcerazione.

 

E lo sa ancora meglio il governo e soprattutto l'ambasciata italiana al Cairo, guidata da Michele Quaroni, che segue la linea del «silenzio operativo». Non è un caso che l'ambasciatore non avrebbe preso contatti diretti con la famiglia Regeni. Il 1° febbraio è difficile che Zaki venga prosciolto dalle accuse con una conclusione a tarallucci e vino.

Giulio Regeni Giulio Regeni

 

Ben più probabile che per il reato «di diffusione di notizie false» si becchi una multa, che in Egitto significa praticamente la grazia oppure una pena equivalente ai 22 mesi già passati in carcere. I nostri servizi avevano informalmente lavorato in tal senso. Però il reato è punibile fino a cinque anni di carcere, una bella spada di Damocle sulla testa dello studente copto.

 

L'obitorio dove si trova la salma di Giulio Regeni L'obitorio dove si trova la salma di Giulio Regeni

Ed esiste anche una seconda fantomatica accusa, apparentemente sospesa, di «associazione terroristica», comune ai detenuti politici in Egitto, che prevede 12 anni di carcere. Mohamed Hazem, attivista e caro amico di Zaki, ha dichiarato ieri con chiarezza che «dobbiamo rimanere focalizzati sul processo, la battaglia non è ancora finita». Lo sanno bene le «amazzoni» che circondano lo studente egiziano dall'avvocato Hoda Nasrallah, alla sorella e fidanzata di Zaki.

 

PATRICK ZAKI GIULIO REGENI MURALE MURALES PATRICK ZAKI GIULIO REGENI MURALE MURALES

Proprio loro si sono prodigate per farlo parlare il meno possibile con la stampa italiana se non su banalità come la maglietta del Bologna calcio. Niente, ovviamente, sui maltrattamenti che avrebbe subito al momento dell'arresto. Una parola in più potrebbe costargli caro, ma non tutti in Italia vogliono rendersi conto della realtà egiziana. I rinnovati appelli da sinistra sulla cittadinanza auspicata dal Parlamento rendono la libertà di Zaki sempre più provvisoria.

PATRICK ZAKI PATRICK ZAKI

 

Sul fronte del caso Regeni l'attesa scarcerazione dello studente che frequentava l'università di Bologna rischia di favorire lo stallo. Il processo è fermo fino a quando l'ambasciatore Quaroni non trova il domicilio dei funzionari dei servizi egiziani imputati della morte di Giulio.

 

la rai ricicla le immagini di repubblica per la scarcerazione di patrick zaki la rai ricicla le immagini di repubblica per la scarcerazione di patrick zaki

Una missione praticamente impossibile. L'ipotesi di arbitrato internazionale, che allungherebbe i tempi, non è vista di buon occhio dai familiari. Alla spiacevole sensazione che gli egiziani abbiano mollato Zaki per non fare alcuna concessione su Regeni si aggiungono i paragoni con altri casi di serie B. Vicende giudiziarie che riguardano cittadini italiani, non egiziani, «prigionieri del silenzio», che non hanno la fortuna dei riflettori accesi come è avvenuto con il Cairo. Primo fra tutti Chico Forti, che secondo il ministro Luigi Di Maio, doveva tornare in Italia un anno fa dopo quasi un quarto di secolo in carcere negli Usa, forse innocente. Per non parlare delle tante, clamorose, vicende dimenticate fra i 2.024 detenuti italiani all'estero, che non sono prigionieri di al Sisi.

patrick zaki con la sorella patrick zaki con la sorella giulio regeni giulio regeni patrick zaki patrick zaki PATRICK ZAKI GIULIO REGENI MURALE MURALES PATRICK ZAKI GIULIO REGENI MURALE MURALES PATRICK ZAKI CON LA SORELLA E IL PADRE PATRICK ZAKI CON LA SORELLA E IL PADRE processo per la morte di giulio regeni 9 processo per la morte di giulio regeni 9 processo per la morte di giulio regeni 7 processo per la morte di giulio regeni 7 processo per la morte di giulio regeni 8 processo per la morte di giulio regeni 8 SERVIZIO DELLE IENE SU PATRICK ZAKI SERVIZIO DELLE IENE SU PATRICK ZAKI patrick zaki patrick zaki

 

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