Elisa Calessi per “Libero Quotidiano”
È ufficiale: il Movimento Cinque Stelle è un partito. Come tutti gli altri. Ha uno statuto. E, grazie a questo, potrà accedere al 2 per mille. Addio, dunque, al non statuto e al non partito, all'utopia di un soggetto politico dove "uno vale uno" e le decisioni sono prese dagli iscritti, online, saltando mediazioni e mediatori, in un grande esperimento di democrazia partecipata e orizzontale. Fine dell'utopia. Che ci fosse un'evoluzione nella creatura di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio è sotto gli occhi di tutti.
beppe grillo davide casaleggio
Ma il grande passo, ora, è certificato nella Gazzetta Ufficiale del 27 aprile alla pagina 33.
La Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei partiti politici ha, infatti, pubblicato lo Statuto del Movimento Cinque Stelle. Il passaggio non è solo ideale. Si tratta di un documento senza il quale, finora, il Movimento non poteva accedere al 2 per mille. Ora, invece, potrà. E lo farà. Così cadrà un altro tabù, ossia il rifiuto del finanziamento pubblico, altro totem delle origini.
SIMBOLO E STRUTTURA
Il M5S, come tutti gli altri partiti, potrà godere dei contributi che i cittadini decidono di destinare ogni anno ai partiti, evoluzione di quel finanziamento pubblico che venne abolito da un referendum. Ma la politica costa. Anche quella del M5S. E perciò anche i pentastellati utilizzeranno il 2 per mille.
Lo Statuto che segna la grande svolta riporta anche il simbolo che verrà utilizzato nelle competizioni elettorali. I contrassegni che si potranno utilizzano sono due. Uno con la scritta, MoVimento, le cinque stelle e nella parte inferiore la scritta IlBlogdellestelle.it. Un altro in cui cambia solo la parte inferiore: al posto della dicitura che fa riferimento al blog, la data 2050. La sede legale è a Campo Marzio 46. Per il resto la carta fondativa, quella attorno cui si consumò una lotta tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, è formata da 25 articoli.
Il primo riguardala "denominazione, la sede e il simbolo", il secondo la "carta dei principi e dei valori e le finalità" del Movimento, il terzo prevede l'assenza di fine lucrativo, il quarto dispone il "funzionamento dell'associazione", il quinto regola la vita degli "iscritti", il sesto quella dei "gruppi territoriali".
Il settimo spiega cosa si intenda per "democrazia diretta e partecipata", l'ottavo parla dei "forum", il nono dell'organizzazione. Si passa, quindi, agli articoli che fissano i compiti e poteri dei vari organismi direttivi del M5S: l'Assemblea (articolo 10), il Presidente (articolo 11), il Garante (articolo 12), il Consiglio Nazionale (articolo 13), i Comitati (articolo 14), la Scuola di Formazione (articolo 15), il Collegio dei Probiviri (articolo 16), il Comitato di Garanzia (articolo 17).
L'articolo 18 regola il procedimento attraverso cui vengono disposte le sanzioni disciplinari. L'articolo 19 si occupa della figura del Tesoriere, il 20 dei Bilanci, il 21 dell'Organo di controllo, il 22 del Finanziamento delle attività, poi della Mediazione, della Clausola arbitrale e della Sospensione e autosospensione. In tutto sono dieci pagine.
Il legame con le origini, per quanto ormai sempre più flebile, resta nella Carta dei Principi e dei Valori, laddove si ricorda che le 5 stelle, «punti cardine dell'azione politica del M5S, sono i beni comuni, l'ecologia integrale, la giustizia sociale, l'innovazione tecnologica e l'economia eco-sociale di mercato.
meme su giuseppe conte e beppe grillo
Risponde, invece, alle tradizionali caratteristiche della forma-partito il tipo di organizzazione definito nel nuovo statuto. Gli organismi sono 8. La struttura è piramidale e in cima c'è il presidente, oggi incarnato da Giuseppe Conte. Anche se resta la figura del garante, Grillo, per quanto con poteri di custodia dei valori, più che operativi.
COMMISSIONE ESTERI
Nel frattempo, tiene banco il caso Petrocelli, il presidente della commissione Esteri che ha fatto discutere per le sue posizioni filo-putiniane. Per i Cinque Stelle il regolamento non permette di spostarlo, mentre per tutti gli altri non è così. E tra i senatori di maggioranza cresce il sospetto che manchi «la volontà politica» da parte degli alleati di chiudere il caso. «Il regolamento è estremamente chiaro», ha detto ieri la presidente dei senatori pentastellati, Mariolina Castellone. E ha messo in chiaro che «non è nostra intenzione fare forzature che potrebbero determinare un precedente pericoloso».