BEGHE PRIMARIE - CULATELLO NON FA IN TEMPO A COMMISSIONARE LA CAMPAGNA POLITICA PER UFFICIALIZZARE LA SUA CANDIDATURA ALLE PRIMARIE CHE LA ‘PANCIA’ PIDDINA GLI FA IL CONTROPELO: IL DESIGN SCELTO PER IL MANIFESTO RICORDA QUELLO DEL VENTENNIO - IL COMMITTENTE È “PARTITO DEMOCRATICO-DIREZIONE NAZIONALE” QUINDI A PAGARE POTREBBE ESSERE STATO IL PARTITO E NON BERSANI…

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Franco Bechis per "Libero"

BERSANIBERSANI

Il manifesto è già affisso in molte città. Titolo "Accettiamo la sfida", ed è l'annuncio ufficiale del Partito democratico per l'avvio delle primarie. Colori verde-bianco e rosso, dentro solo una frase di Pierluigi Bersani che dice "Io mi candiderò". Il manifesto è stato subito un pugno nello stomaco dei militanti. Che non l'hanno affatto gradito, sommergendo i propri leader, i blog del partito e perfino quelli dell'agenzia di design che l'ha ideato di critiche, proteste violente e anche qualche insulto.

BERSANI PRIMARIEBERSANI PRIMARIE

Prima accusa: il design ricorda quello del ventennio, il bianco della simil-bandiera ricorda un fascio littorio. Seconda accusa, piuttosto diffusa: il manifesto riporta come committente "Partito democratico- Direzione nazionale", quindi sembra pagato dai fondi del partito. Solo che è un manifesto che lancia non le primarie in sé, ma la candidatura di Bersani alle primarie. Quindi si accusa il leader di barare al gioco: se per sé usa fondi del partito, viola la par condicio con gli altri candidati che non hanno la cassa del Pd a loro disposizione.

Le critiche politiche stanno infiammando i blog, finendo nei profili facebook di molti imbarazzati leader nazionali del Pd. A quelle stilistiche ha scelto di replicare l'agenzia di design che ha ideato il manifesto. Si tratta della FF3300, fondata nel 2006 da Alessandro Tartaglia, Carlotta Latessa e Nicolò Loprieno. Il filosofo del gruppo è Tartaglia, una sorta di Gianroberto Casaleggio della sinistra italiana.

PIER LUIGI BERSANIPIER LUIGI BERSANI

Nel 2010 è stato Nichi Vendola ad associarselo, e lui gli ha fatto tutta la campagna di comunicazione delle regionali, riempendo la Puglia di manifesti senza il volto di Nichi e con lo slogan "Vendola- la poesia è nei fatti". Tartaglia difende il manifesto spiegando di avere voluto andare "oltre la bandiera italiana". Replica anche a chi dice che manco si capisce che c'entri il Pd, visto che il nome del partito è scritto in rosso su sfondo rosso: "Un marchio non è un adesivo, e può essere declinato, adattandosi al contesto, trasformandosi da marchio in marca..".

Pier Luigi BersaniPier Luigi Bersani

Quanto allo stile considerato fascista Tartaglia crede che "sia fondamentale per il Pd che studi, provi, sperimenti, innovi i linguaggi della comunicazione politica, anche recuperando, citando e interpretando i linguaggi che hanno fatto la storia della sinistra in Italia. Non fasci littori, ma la sinistra". Sarà,. ma quel manifesto con cui Bersani ha rubato a Vendola il suo Casaleggio usando i soldi del Pd per la campagna personale alle primarie, sembra tanto il più classico degli hara-kiri della sinistra italiana...

 

 

 

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