Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per www.repubblica.it
Al generale Roberto Vannacci costa un'immensa fatica definirsi antifascista, e infatti si rifiuta di farlo perché, a suo dire, “nei 139 articoli della Costituzione non ve ne è uno che citi fascismo o antifascismo né tale ‘requisito’ è richiesto per occupare una qualsiasi posizione istituzionale, a partire dal Presidente della Repubblica in giù”.
La strana ritrosia del militare "innamorato della Patria" e che definisce Benito Mussolini "uno statista" ha anche un'altra ragione: Vannacci è ampiamente circondato e sostenuto da nostalgici ed estremisti di destra.
Piccolo ma indicativo esempio, le parole del tenente colonnello in congedo Fabio Filomeni, uno dei più stretti collaboratori di Vannacci nonché presidente del comitato 'Il mondo al contrario'. Due giorni fa a Livorno, città con una certa tradizione antifascista, il banchetto dell'associazione è stato oggetto di una contestazione - in una democrazia esistono anche le contestazioni... - e l'ex collega del generale non l'ha presa bene, così sui social si è esercitato con questo testo: "Ebbene sì, forse hanno ragione quelli che ieri ci hanno chiamato fascisti. Sono fascista perché vorrei vivere in uno Stato dove per strada posso fare quello che mi è stato permesso dalle autorità.
ROBERTO VANNACCI - FABIO FILOMENI
Sono fascista perché pretendo di promuovere le idee di un libro senza che nessuno cerchi di impedirmelo. Sono fascista perché vorrei che la legge tutelasse gli aggrediti e non gli aggressori. Sono fascista perché chi insulta un disabile merita di finire in cella per il tempo necessario a farlo pentire.
Sono fascista perché quattro scappati di casa senza arte né parte non dovrebbero impedire a cittadini normali di avvicinarsi a un tavolino dove sono esposti dei libri. Sono fascista, perché se quelli sarebbero i ‘democratici’ sono fiero di non essere come loro!".
ROBERTO VANNACCI - FABIO FILOMENI
Ora, si potrà anche dire che si tratta di una provocazione, ma a leggere i commenti dei fans parrebbe proprio di no. Marco Sudati: «L’antifascismo è una piaga della nostra Nazione». Mario Rossi: «Toccherà ancora a noi dare una ripulita a questo paese, che ne dite?». Francesco Nicolosi: «Vigliacchi di merda come i loro antenati partigiani. Viva il generale».
Maurizio Di Cesare: «Sono fascista». Vincenzo D'Amico: «Io so' fascista tout court!». Fabrizio Di Gleria: «Il troppo permissivismo e la troppa democrazia sta permettendo tutto questo. Ci vuole un po' di sana dittatura», con annesso emoji della manina che negli ambienti sta per il saluto romano. Walter De Pieri: «Infami zecche rosse». Commenti lasciati serenamente lì, senza smentite o appunti.
La coppia Vannacci-Filomeni è in buona compagnia. Il segretario dell'associazione che canta le odi del generale sospeso e funge da sua struttura pre-elettorale, Bruno Spatara, ex parà della Folgore, è anche lui un neofascista con un passato in Forza Nuova, Casapound e Azione Identitaria. […]