BUSH CONNECTION - IL “NEW YORK TIMES” DENUNCIA LE PRESSIONI DEL RAMPOLLO JEB SUL PADRE GEORGE: “CHIESE AIUTO PER AMICI E ALLEATI PER AMBIRE ALLA CASA BIANCA” (E ALLORA? A CHI LE DEVE CHIEDERE?)

La tesi del quotidiano è che per tutti i 12 anni in cui George H. W. Bush svolse incarichi istituzionali di alto livello, il figlio sfruttò i canali di accesso privilegiato che ne derivarono per costruirsi relazioni “utili” che gli hanno permesso di diventare governatore e di ambire alla pole nelle primarie dei repubblicani in vista delle presidenziali 2016...

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Francesco Semprini per “la Stampa

 

JEB E IL PADRE GEORGE HERBERT WALKER BUSH JEB E IL PADRE GEORGE HERBERT WALKER BUSH

Un’irrefrenabile voglia di segnalazioni, richieste, favori, raccomandazioni, e quant’altro. È il debole di Jeb Bush, o quanto meno lo è stato a lungo, secondo il New York Times, che ha raccolto una serie di missive scritte dal rampollo della famiglia politica texana, e custodite nelle biblioteche presidenziali di Ronald Reagan e George Bush. In una lettera del 1985, con toni assai emozionali, Jeb chiedeva al padre George H. W. Bush, allora vice presidente degli Stati Uniti, di far luce sulla detenzione di un ragazzino cubano nelle prigioni del Texas.

 

«Non ci dovrebbe essere un po’ di compassione?», chiedeva Bush Junior. «E’ davvero straziante», fu la risposta del padre. Nel 1989, dopo che George H. W. divenne presidente, Jeb gli offrì propri suggerimenti per la nomina dei futuri membri della Corte Suprema. «Le tue raccomandazioni saranno tenute in grande considerazione», gli risposero dalla Casa Bianca.

 

L’anno successivo, invece, l’intraprendente rampollo fece ripetute pressioni affinché fossero favoriti incontri con i dirigenti del gigante delle telecomunicazioni Motorola. Il bello è che sia il capo di Gabinetto di Bush Sr., sia lo stesso presidente, incontrarono gli alti dirigenti, e ne nacque - scrive il Times - «un rapporto privilegiato per le mire politiche del giovane Jeb».

JEB CON IL FRATELLO E IL PADRE BUSH JEB CON IL FRATELLO E IL PADRE BUSH

 

La tesi del quotidiano della City è che per tutti i 12 anni in cui George H. W. Bush svolse incarichi istituzionali di alto livello, il figlio utilizzò i canali di accesso privilegiato che ne derivarono per chiedere interventi in favore di amici e alleati repubblicani, rafforzare il proprio profilo politico, e costruire relazioni «utili» di lungo termine in Florida. «Tanto - afferma il New York Times - da consentirgli di vincere le elezioni per la carica di governatore nel 1998 ed ora di ambire alla pole position nelle primarie in vista delle elezioni presidenziali del 2016».

JEB BUSH JEB BUSH

 

Tale l’ostinazione di Jeb, che in alcuni casi usò toni imperativi con lo staff del padre, come nel caso della nomina dell’amico Dexter Lehtinen a procuratore Usa per il South Florida. Il suo ardire però arrivò a livelli ancora più solenni. Jeb voleva assicurarsi di poter contare sul padre: «Mi auguro che il presidente possa tornare a Miami tanto quanto faceva quando era semplicemente vicepresidente», scrisse Bush appena un mese dopo l’insediamento di George H W. Un modo per assicurarsi di far partecipare Bush Sr. a una cerimonia di consegna dei diplomi di laurea al Dade Community College di Miami, vetrina d’eccezione per rafforzare la «power-connection» di Jeb in Florida.

JEB BUSH E HILLARY CLINTON JEB BUSH E HILLARY CLINTON jeb e george w bush in una foto anni novanta jeb e george w bush in una foto anni novanta

 

 

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