BYE BYE BORIS, WELCOME LIZ – BORIS JOHNSON SI È CONGEDATO DA DOWNING STREET: “FIERO DI QUANTO FATTO, PUTIN NON RIUSCIRA' A BULLIZZARCI” – IL CREMLINO BATTE SUBITO UN COLPO E FA SAPERE CHE CON L'ARRIVO DI LIZ TRUSS COME NUOVO PRIMO MINISTRO “NON CI ASPETTIAMO CAMBIAMENTI NEI RAPPORTI FRA RUSSIA E REGNO UNITO” – LA STRANA PARABOLA POLITICA DELLA TERZA PREMIER DONNA NELLA STORIA DEL REGNO UNITO, DA GIOVANE DI SINISTRA A ULTRÀ CONSERVATRICE, CON IL MITO DELLA THATCHER...

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1 – JOHNSON LASCIA DOWNING ST., FIERO DI QUANTO FATTO  

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(ANSA) – Boris Johnson si è congedato stamane da Downing Street prima di recarsi a Balmoral in Scozia per "passare il testimone" a Liz Truss, come ha detto. Dinanzi a familiari e sostenitori, ha ribadito di essere fiero di quanto fatto nei suoi 3 anni di governo, enfatizzando il sostegno militare dato a Kiev contro la Russia e che a suo dire potrebbe aiutare l'Ucraina a rovesciare le sorti "della peggiore guerra in Europa in 40 anni", ma anche il calo della disoccupazione.

 

Quanto alla crisi economica attuale, ne ha imputato parte della responsabilità a Vladimir Putrin che comunque non riuscirà mai a "bullizzare" il Regno e il suo popolo.

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2 – MOSCA, CON TRUSS NON CI ASPETTIAMO CAMBIAMENTI RUSSIA-GB

(ANSA) – Con l'arrivo di Liz Truss a Downing Street come nuovo primo ministro britannico "non ci aspettiamo cambiamenti" ni rapporti fra Russia e Regno Unito. Lo sottolinea il Cremlino citato dalla Tass.  

 

3 – GIOVANE DI SINISTRA, POI ULTRÀ CONSERVATRICE LIZ E LA GRANDE ASCESA NEL SEGNO DI THATCHER

Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

 

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Se Boris Johnson non aveva vere convinzioni e andava dove tira il vento, Liz Truss ne ha fin troppe. Chi la conosce bene dice che con lei non ci saranno manovre sottobanco: Liz dice e fa quello che pensa. Eppure la sua irresistibile traiettoria ha avuto più di un elemento di improbabilità.

 

Figlia di due militanti di estrema sinistra, da bambina veniva portata dai genitori alle marce anti-nucleari dove le facevano scandire slogan contro la Thatcher. Per ragioni ideologiche, venne mandata in una scuola statale invece che in uno degli istituti privati frequentati dall'élite britannica. Nei giorni scorsi il Times è andato a scovare i suoi ex compagni di banco e tutti si mostravano più o meno sorpresi che una tipa come lei, all'epoca ben poco appariscente, potesse diventare primo ministro: al massimo, la ricordavano come una un po' secchiona.

 

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In realtà quella scuola, che Liz ha descritto come scassatissima, non era poi così male, tanto che lei riuscì a essere ammessa a Oxford, dove studiò Politica, Filosofia ed Economia al Merton College, il più rigorosamente accademico di tutti. Ma anche all'università lei continuava a militare nel campo progressista, nelle file dei liberaldemocratici: e in quella veste tenne pure un discorso in cui propugnava l'abolizione della monarchia, oltre che la legalizzazione della marijuana.

 

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È solo da adulta che Liz viene folgorata sulla via di Damasco e si converte al credo thatcheriano: e nel partito conservatore in cui fa ingresso si distingue presto come un'esponente di primo piano dell'ala liberista. La sua è una carriera notevole: otto anni fa diventa la più giovane donna ministra di sempre (oggi di anni ne ha 47) e da allora non si è più schiodata dall'esecutivo.

 

Dopo essere stata titolare del dicastero per l'Ambiente sotto David Cameron e della Giustizia con Theresa May, si è imposta all'attenzione del pubblico in qualità di ministra del Commercio Internazionale nel primo governo Johnson, di cui è stata una seguace fin dalla prima ora: in quella veste ha girato il mondo come una trottola infaticabile, per concludere in pochi mesi decine di trattati commerciali con altrettanti Paesi.

 

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Liz si è trasformata così nella portabandiera della «Global Britain», quella Gran Bretagna globale che grazie alla Brexit ha recuperato una politica commerciale autonoma, fuori da quella Unione europea che lei bolla come «protezionista». E dire che Liz al referendum del 2016 aveva votato per restare nella Ue: ma poi si è rapidamente riposizionata ed è diventata una delle più ardenti sostenitrici della Brexit.

 

Da ministra degli Esteri, carica che ha assunto l'anno scorso, si è schierata su posizioni più che bellicose riguardo all'Ucraina: «Questa è la nostra guerra», ha dichiarato, esortando i britannici ad arruolarsi come volontari al fianco delle forze di Kiev. E ha ventilato un processo a Putin in stile Norimberga, auspicando la riconquista di tutta l'Ucraina, Crimea inclusa.

 

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Il suo è un successo ottenuto anche grazie a una presenza constante sui social media, in primo luogo su Instagram: i suoi selfie in tutte le situazioni sono diventati celebri, che fosse circondata da foche fra spruzzi di onde o in bicicletta con un ombrello-bandiera britannica.

 

Attentissima al look, spesso fasciata in abiti dai colori vistosi, negli ultimi tempi ha preso a vestirsi come la Thatcher, di cui aspira a essere l'incarnazione nel XXI secolo: e al pari della Lady di Ferro si è fatta pure fotografare alla guida di un carro armato, tanto per far capire cosa pensa dei pacifisti.

 

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Liz Truss da vicino non proietta tuttavia grande calore e i suoi discorsi sono a volte impacciati, un po' robotici: ma a questo sopperisce con una grinta e una determinazione senza pari, sorrette da un'ambizione inscalfibile. Per ammorbidire la sua immagine, ha corteggiato i sostenitori invitandoli nel suo esclusivo club londinese a serate ribattezzate «fizz with Liz» (spumante con Liz). Le uniche altre concessioni «leggere» sono la passione per il karaoke e la musica techno.

 

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A differenza di Boris, però, lei è una che studia e si prepara: anche se chi la conosce meglio la definisce «una tipa strana» e per i detrattori, fra cui l'acerrimo nemico Dominic Cummings, è «quanto di più vicino ci sia a una matta totale». Sul piano personale, è uscita indenne anni fa dalle rivelazioni su una sua relazione extra-coniugale con un collega di partito molto più anziano di lei, per il quale aveva tradito il marito, un grigio contabile dal quale ha avuto due figlie: una delle quali si chiama Liberty.

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