Federico Capurso per “la Stampa”
La questione non è arrivata a Giuseppe Conte. Si è fermata prima, al suo staff, che in un primo momento - ammettono da palazzo Chigi - ha pensato a «uno scherzo» venendo a sapere della richiesta, avanzata da 50 senatori del Movimento 5 stelle, di imporre una moratoria di un anno al programma di acquisto dei caccia bombardieri F35. Risorse per circa 1 miliardo di euro da destinare - per i grillini - al «potenziamento della sanità militare». Non solo.
giuseppe conte lorenzo guerini
«Vorremmo anche valutare l' opportunità di rinegoziare e ridimensionare questo programma», dice il senatore Gianluca Ferrara, capogruppo in commissione Esteri e primo firmatario dell' interrogazione rivolta al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Ma dell' iniziativa, che ha raccolto le adesioni di più di mezzo gruppo grillino a palazzo Madama, i ministri pentastellati non ne sapevano nulla. Tantomeno gli uomini del Pd, che infatti sbuffano: «Sbagliata l' idea e sbagliato il metodo».
mike pompeo e giuseppe conte 4
La questione sembrava archiviata solo pochi mesi fa. Prima con la rassicurazione data da Conte al Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, sulla prosecuzione del programma di acquisto dei 90 caccia F35 prodotti dalla Lockheed Martin. A fine novembre era persino arrivato l' ok, proprio dai Cinque stelle, a una risoluzione di maggioranza in cui si dava, di fatto, un ulteriore via libera. «Ma eravamo obbligati a completare quella seconda tranche di acquisti da venti aerei F35 - dice Ferrara -. Adesso ne dovremmo acquistare altri 35 dei 90 totali, ma questa volta siamo tutti molto agguerriti. Anche Conte mi aveva detto che fosse d' accordo sul rimodulare e rinegoziare il programma».
F35 IN COREA alessandro di battista
Così gli F35 tornano, all' improvviso, ad essere questione delicata. Anzitutto per i numeri già traballanti della maggioranza in Senato. E poi per i rapporti tumultuosi all' interno del Movimento, dove il capo politico Vito Crimi sta cercando a fatica di tenere unito il gruppo. Si guarda con sospetto, infatti, all' appoggio silenzioso che questo intervento avrebbe avuto da Alessandro Di Battista - sempre più aspirante leader M5S - che solo una settimana fa si era scagliato proprio contro la decisione di stanziare fondi per gli F35, «per poi tagliare - scriveva su Facebook l' ex deputato romano - posti letto negli ospedali, rafforzando i ras della sanità privata».
Lo scoglio più grande, però, è rappresentato dagli alleati di Italia viva e del Partito democratico, dove viene accolta con fastidio l' idea di rimettere in discussione, per di più in questo momento, l' acquisto degli F35. Sonora la bocciatura del senatore Alessandro Alfieri, considerato uomo vicino al ministro Guerini: «Tutte le decisioni delicate come quelle che riguardano impegni assunti a livello internazionale vanno discusse all' interno della maggioranza e non attraverso iniziative unilaterali», dice a La Stampa.
«Ci sono degli obblighi assunti a livello internazionale e con delle penali. Cose che abbiamo già discusso più volte. E poi in questa fase - aggiunge - si sta già spendendo meno per le missioni internazionali, perché i contingenti sono stati diminuiti e ridislocati. Ci saranno risparmi importanti da poter stornare su esigenze di sostegno ai soggetti più fragili della nostra società». Anche Enrico Borghi, deputato membro della commissione Difesa, chiude la porta ai grillini: «Da parte nostra non ci sarà nessun ondeggiamento. Il Pd è un partito che sostiene l' atlantismo e rispetta gli accordi internazionali. Sono certo che anche il governo agirà su questa linea».