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(ANSA) - "Un partito che ha davanti un chiaro sentiero verso la vittoria ma nozioni ambigue su cosa fare se vince". Così il settimanale britannico The Economist analizza, in un lungo articolo da Torino, la "questione" Cinque Stelle con un attenzione particolare sulla vittoria di Chiara Appendino.
"La difficile prospettiva economica è una delle ragioni per cui alle scorse Comunali" Appendino "ha posto fine a 23 anni di governo del centrosinistra" a Torino, scrive The Economist allargando poi il raggio a tutto il Movimento.
"Il suo più grande vantaggio ad attrarre sia a destra sia a sinistra", osserva il settimanale londinese spiegando come questa particolarità renda i 5 Stelle "molto efficaci" in un sistema a doppio turno. E, ricorda The Economist, grazie alla nuova legge elettorale l'Italia ha un sistema a doppio turno "non solo a livello locale ma anche nazionale".
Ma, sottolinea il foglio d'Oltremanica, "il M5S è impreparato a governare. I suoi impulsi di destra e di sinistra sono in tensione" e, "peggio, gli sforzi del Movimento per stimolare gli input dai cittadini sono, sebbene lodevoli, hanno lasciato il loro programma in un groviglio di ingenuità, ambiguità e cinismo", scrive The Economist facendo alcuni esempi: "la loro politica estera è pervasa di anti-americanismo" laddove sul piano economico viene proposto un referendum sull'euro che "può essere incostituzionali".
Ma, "coerenti o meno, i 5 Stelle sono popolari e, al ballottaggio, secondo i sondaggi vincerebbe. E l'Italia potrebbe ritrovarsi a dare più potere al suo governo solo per eleggere un partito che non ha idea di come usarlo".