CASELLO DI SABBIA - NEI SETTE MILIARDI REGALATI AI BENETTON C’È IL CIUFFO CATRAMATO DI GIUSEPPE CONTE! – L’EX PREMIER SAPEVA BENE CHE LA REVOCA ERA UNA FINTA MINACCIA E A TRATTARE CON ATLANTIA HA SPEDITO, IN MODO IRRITUALE, IL SEGRETARIO GENERALE DI PALAZZO, CHIGI ROBERTO CHIEPPA, CHE PER LEGGE SI DOVREBBE OCCUPARE DEL PERSONALE DI PALAZZO CHIGI E DEL SUO FUNZIONAMENTO...

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crollo ponte morandi crollo ponte morandi

Francesco Bonazzi per “la Verità”

 

Tre uomini dello Stato che per la famiglia Benetton valgono tanto oro quanto pesano. Tre grand commis capaci di resistere al cambio di tre governi in una sola legislatura. I loro nomi sono Alberto Stancanelli, Luigi Carbone e Roberto Chieppa.

 

giuseppe conte giuseppe conte

Tre esperti di diritto amministrativo, che da anni fanno la spola tra i ministeri e Palazzo Chigi e che per due anni hanno trattato con gli uomini di Ponzano Veneto l' affare Autostrade. Un affare per il venditore Atlantia, visto che lo Stato, come ha spiegato La Verità domenica scorsa, ha offerto 21,3 miliardi per rilevare Aspi, andando a spendere 7,37 miliardi in più di quanto avrebbe dovuto versare se avesse semplicemente esercitato il diritto di recesso.

 

roberto chieppa roberto chieppa

E se Stancanelli e Carbone, in quanto capi di gabinetto dei due ex ministri competenti sul dossier, ovvero Roberto Gualtieri (Mef) e Paola De Micheli (Mit), avevano più di un buon motivo per sedersi a quel tavolo, Chieppa invece era ed è il segretario generale di Palazzo Chigi. E la sua presenza era decisamente impropria. Ma in quanto braccio destro dell' ex premier Giuseppe Conte, doveva controllare e gestire le trattative per conto del sedicente «avvocato del popolo».

 

Ai tempi del primo governo Conte, il premier e i principali esponenti del Movimento 5 stelle, da Luigi Di Maio a Stefano Patuanelli e Danilo Toninelli, avevano più volte minacciato la revoca delle concessioni ad Aspi, dopo che il 14 agosto 2018 il ponte Morandi era crollato per somma incuria e aveva ucciso 43 persone.

LUIGI CARBONE LUIGI CARBONE

 

Il giorno dopo la tragedia, di ritorno dalla camera ardente di Genova, Conte proclamò: «Revocheremo le concessioni ad Autostrade, perché non possiamo aspettare la giustizia». E il 14 agosto dello scorso anno, nel secondo anniversario della tragedia, raccontò ai parenti delle vittime: «Non voglio essere polemico, sicuramente è stato un negoziato faticosissimo e durissimo. Ancora aspettiamo di mettere le firme sull' accordo finale».

 

Mentre Di Maio, anche dopo la scelta di restare al governo con un Pd storicamente legatissimo ai Benetton, faceva ancora la faccia feroce: «La revoca rimane sul tavolo, non è mai stata è esclusa». Ma la «non esclusione» era solo l' ennesimo gioco di prestigio verbale, dopo il capolavoro del «procedimento in corso per la caducazione delle concessioni» tirato fuori da Conte (primo ottobre 2019).

 

alberto stancanelli alberto stancanelli

La verità è che la revoca è sempre stata una minaccia finta e che avrebbe scatenato una guerra giudiziaria con Atlantia dai costi imprevedibili.

 

Per questo, anziché ricoprire di miliardi ladinastia dei golfini, sarebbe bastato esercitare il diritto di recesso e poi aspettare serenamente che i manager dei Benetton se la vedessero con la giustizia.

 

le carcasse delle auto sotto il ponte morandi le carcasse delle auto sotto il ponte morandi

Il fatto più grave, però, è che la trattativa è stata gradualmente allontanata dai riflettori, dal Parlamento, dalla politica. E si è svolta, con il pieno assenso di Conte, su tavoli come secretati. E l' ha gestita Chieppa, che non era un capo di gabinetto come i colleghi Carbone e Stancanelli, ma il segretario generale della presidenza del Consiglio, il quale per legge si occupa del personale di Palazzo Chigi, del suo funzionamento e della gestione amministrativa.

 

CARLO BERTAZZO CARLO BERTAZZO

Invece, incontrando regolarmente il capo di Atlantia, Carlo Bertazzo, Chieppa si è occupato anche di trattare con dei concessionari sospettati di strage colposa. Il trio di mandarini ha anche scritto l' accordo del 14 luglio 2020 con il quale Atlantia si impegnava a vendere l' 88% di Aspi a una cordata guidata da Cdp e composta dai fondi esteri Macquarie e Blackstone.

 

Chieppa ha poi messo la firma sotto la lettera del 20 settembre scorso, con la quale il governo intimava ad Atlantia di rispettare quell' accordo, in una fase in cui sembrava che i Benetton volessero scatenare un' asta con gruppi privati sul prezzo di Aspi.

 

camion basko ponte morandi camion basko ponte morandi

Una lettera così «dura», che hanno poi ripetuto il giochetto con la fantaofferta spagnola di Florentino Perez. E sempre il terzetto di grand commis ha seguito le trattative con Atlantia sul prezzo da pagare. Anche qui, nulla è accaduto alle spalle dell' avvocato del popolo.

 

Del resto, Chieppa era in tutto e per tutto il suo grande orecchio, anche se al Copasir stanno ancora aspettando che si presenti a riferire sulla misteriosa vicenda del finto hackeraggio dell' account Facebook di Conte, accaduto a metà gennaio.

 

Il prezzo riconosciuto ai privati si base sull' offerta del consorzio è calibrato sulla promessa strappata dai consulenti di Blackstone e Macquarie, ovvero Fulvio Conti e Claudio Costamagna, di avere una remunerazione del 10%, e verrà pagato dagli automobilisti.

PAOLA DE MICHELI PAOLA DE MICHELI

 

I margini sono garantiti dal Piano economico finanziario di Aspi, che la De Micheli aveva prontamente firmato, ma che va approvato dal Cipe. Quando il Cipe era diretto dal sottosegretario Riccardo Fraccaro (M5s), il timbro sul Piano non è mai arrivato.

 

teresa bellanova foto di bacco (3) teresa bellanova foto di bacco (3)

Ora la patatona bollente è nelle mani di Teresa Bellanova, viceministro alle Infrastrutture. Dopo il famoso «accordo» di luglio, l' allora ministro delle Politiche agricole dichiarò: «La soluzione alla vicenda Autostrade che il Consiglio dei ministri ha individuato nella notte [] avvalora la necessità di un percorso accorto nella relazione tra pubblico e privato e va nella direzione da noi auspicata: una soluzione bilanciata che fa salvo l' interesse della collettività e la credibilità dell' Italia come sistema Paese».

 

demolizione ponte morandi 3 demolizione ponte morandi 3

Adesso che la pasionaria renziana ha l' occasione di poter fermare un regalo da sette miliardi ai Benetton, cinque dei quali grazie a un escamatoge fiscale, si apprezzerà la sua nozione di «soluzione equilibrata».

 

Lo stesso vale per Matteo Renzi, che due anni fa vigilava sul rischio «regali ai concessionari» e oggi gira alla larga dal dossier. Una trattativa, quella Stato-Benetton, condotta ben al riparo da occhi indiscreti.

ruspe al lavoro per spezzare i blocchi del ponte morandi ruspe al lavoro per spezzare i blocchi del ponte morandi

camion basko ponte morandi camion basko ponte morandi camion basko ponte morandi camion basko ponte morandi

 

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