Chiara Giannini per Il Giornale
C'è un capitolo del caso Consip che tocca i voli di Stato. Nel 2015 il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, scrisse all'allora capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare, generale Pasquale Preziosa, per informarlo della «necessità di avvicendare il colonnello Giovanni Bardelli», uomo dell'arma azzurra, che aveva la carica di capo nucleo voli raggruppamento unità Difesa presso l'ufficio dei voli di Stato.
Gli propose «preso atto della richiesta nominativa della Presidenza del Consiglio dei ministri» di dare «l'incarico interforze al colonnello Valerio Celotto», anche lui uomo dell'Aeronautica. Preziosa gli fece presente che «Celotto, provenendo dal ruolo commissariato» non aveva esercitato prima di allora «la gestione di attività operativa dei velivoli, non risultando conseguentemente in possesso della necessaria e comprovata esperienza per un così delicato incarico».
Puntualizzò anche che «l'impiego presso il citato ufficio richiede un'estrazione professionale coerente e dedicata a tale incombenza, costituendo, tale ultimo aspetto, prerequisito all'assunzione di un incarico al quale sono associate responsabilità rilevanti». Aggiunse poi che qualora si fosse deciso di procedere comunque sarebbe stato necessario che l'interessato seguisse un corso specifico «presso la forza armata per mitigare, ancorché non significativamente, il gap professionale conoscitivo».
ROBERTA PINOTTI E PASQUALE PREZIOSA
Ma perché il capo di Stato Maggiore della Difesa insisteva così tanto per piazzare Celotto in quel posto? Il colonnello è attuale coordinatore del servizio per i voli di Stato, di governo e umanitari. Ricopre un incarico delicatissimo, si occupa, infatti, del «supporto al Presidente per la disciplina, il coordinamento, l'autorizzazione, l'effettuazione e il controllo del trasporto aereo di Stato o comunque di interesse dello Stato, compresi il trasporto aereo per ragioni sanitarie d'urgenza e umanitarie e per finalità di sicurezza».
Il militare è stato piazzato in quel posto quando Luca Lotti era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, pare su indicazione del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, entrambi indagati per la questione «Consip». Celotto era uomo di fiducia di Del Sette quando lui ricopriva l'incarico di capo di Gabinetto del ministro della Difesa Roberta Pinotti. La famiglia Celotto è in ottimi rapporti col governo: il fratello del colonnello è capo ufficio personale del ministero della Salute, posto chiave per tutte le richieste di trasferimento nel mondo della Sanità.
angelino alfano saluta luigi marroni della consip
Che c'è dietro? L'ufficio voli gestisce non solo le tratte aeree, ma un fiume di denaro che ruota intorno al volo stesso. Si va dagli stanziamenti da centinaia di migliaia di euro per gli appalti per i pasti di bordo fino al caffè, ai biscotti, alle caramelle e al materiale da cerimonia. E chi si occupa degli appalti delle pubbliche amministrazioni, compresa fornitura dei servizi per i vari aerei? Ovviamente Consip.
Fino al predecessore di Celotto l'incarico veniva ricoperto da un pilota o da un controllore di volo. Si è quindi stranamente passati a una figura non adatta al ruolo. C'è di più. Ci sarebbe un disegno per trasferire il monopolio dei voli di Stato al Cai, la compagnia aerea su cui volano i servizi italiani e per togliere all'Aeronautica il suo ruolo naturale. E c'è chi, a quanto pare, avrebbe molto da guadagnare dal veder appaltati i voli blu così da renderli in futuro difficilmente tracciabili.
In questo modo, infatti, i ministri che utilizzano l'aereo di Stato per andare a casa non potrebbero più essere controllati. Nascondendosi quindi dal contribuente, vero finanziatore dei viaggi sugli aerei extralusso. Chissà che i pm che si occupano del caso Consip non abbiano già esaminato anche questo aspetto.