CI RESTA SOLO LAGARDE - LA POLONIA MINACCIA IL VETO SUL RECOVERY FUND, SEMPRE PER LA FACCENDA DELLO ''STATO DI DIRITTO'': ''NON POSSIAMO ACCETTARE LA PREMINENZA DEI CRITERI POLITICI E ARBITRARI SULLA VALUTAZIONE DEL MERITO'' - L'ECONOMIA DELL'EUROZONA RALLENTA ANCORA E LA BCE SI DICE PRONTA A ''RICALIBRARE GLI INTERVENTI''

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VARSAVIA MINACCIA VETO SU RECOVERY

(ANSA) - Anche il premier polacco Mateusz Morawiecki, in una lettera inviata ai leader dell'Unione europea, ha minacciato un veto sul bilancio e sul Recovery fund a causa del meccanismo che lo lega al rispetto per lo stato di diritto. Lo ha reso noto Morawiecki stesso spiegando su Fb che "la Polonia non può accettare una tale versione dei meccanismi che favoriscono la preminenza dei criteri politici e arbitrari sulla valutazione del merito".

 

morawiecki tusk morawiecki tusk

Già una settimana fa il premier polacco ha annunciato la possibilità del veto, se non ci sarà l'accordo sulla questione dello stato di diritto. Sdegno sulla presa di posizione del governo polacco è stato espresso su twitter dall'ex presidente del Cosiglio europeo ed ex premier polacco Donald Tusk. Per Borys Budka, il capo del maggiore partito di opposizione Piattaforma civica, una tale minaccia "è evidentemente contro i nostri interessi". La lettera di Morawiecki segue quella di Victor Orban, il leader ungherese, che pure ha minacciato il veto nei giorni scorsi. La Polonia, con 160 miliardi di euro per gli anni 2012 - 2027, potrebbe essere uno dei maggiori beneficiari del fondo di rilancio dell'Ue.

 

 

 

BCE ECONOMIA RALLENTA ANCORA PRONTI A RICALIBRARE GLI INTERVENTI

Giuliana Ferraino per il “Corriere della sera

 

christine lagarde christine lagarde

«Abbiamo imparato dalla prima ondata della pandemia e pensiamo di poter far meglio a condizione che le politiche sia monetarie che fiscali messe in campo sino ad ora continuino a supportare l' economia», afferma Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea parlando al Forum (virtuale) della Bce sulle banche centrali. «Il livello di queste misure è importante, ma la durata sarà un fattore altrettanto critico», precisa. E implicitamente ribadisce quanto scritto nell' ultimo Bollettino Bce pubblicato ieri. Davanti al perdurare dell' aumento dei contagi, che «con ogni probabilità» porterà a «un significativo ridimensionamento della crescita del Pil nell' ultimo trimestre dell' anno», il Consiglio direttivo «ricalibrerà i suoi strumenti ove opportuno».

 

Eppure oggi, una parte del «mare di incertezza» di qualche mese è stata rimossa con le elezioni americane e i passi in avanti sui vaccini, valuta Lagarde. Cauta, perché «rimangono questioni di logistica su come distribuire il vaccino nel 2021 e su quante persone andranno vaccinate prima che si possa arrivare a un' immunità di gregge».

Un vaccino efficace è «una buona notizia per il medio termine», ripete il presidente della Federale Reserve, Jerome Powell, intervenendo al Forum di Francoforte. Ma avverte che «i prossimi mesi potrebbero essere difficili».

 

il premier polacco morawiecki il premier polacco morawiecki

Non lo preoccupa tanto il fatto che la ripresa dell' economia Usa «sta rallentando un po'», «comprensibile» visto quanto veloce e forte è stata la ripresa a maggio e giugno. L' economia è «davvero su un solido percorso di ripresa» e il rischio più grande è «una maggiore diffusione della malattia». Ma c' è un altro rischio.

 

«Anche se la disoccupazione dovesse scendere e dovesse esserci un vaccino, ci sarà probabilmente un gruppo sostanzioso di lavoratori che avranno bisogno di aiuto per trovare la loro strada in un' economia post-pandemica, perché sarà diversa». Il virus ha portato una forte accelerazione tecnologica che spinge verso la digitalizzazione e l' automazione, lasciando molti lavoratori indietro.

 

Vale anche per l' Europa, dove soffrono soprattutto aziende e lavoratori meno preparati alla rivoluzione digitale in atto. Perciò la ripresa nella zona euro «continua a essere disomogenea» e «il settore dei servizi il più duramente colpito dalla pandemia». Una delle conseguenze del maggior rischio percepito sono «meno prestiti a famiglie e imprese» da parte delle banche.

 

 

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