CI VOLEVA LA FURIA DI PUTIN SULL’UCRAINA PER SPINGERE L’EUROPA A RIARMARSI - LA GERMANIA, GUIDATA DA UN CANCELLIERE SOCIALDEMOCRATICO E DA UNA LEADER VERDE, DECIDE DI INVESTIRE IN ARMAMENTI BEN PIÙ DEL DUE PER CENTO DI BILANCIO PREVISTO DALLA NATO - E PER LA PRIMA VOLTA, L'UNIONE EUROPEA FINANZIERÀ L'ACQUISTO E LA CONSEGNA DI ARMI ED EQUIPAGGIAMENTI AD UN PAESE CHE È SI TROVA SOTTO ATTACCO - IL CANCELLIERE SCHOLZ: “IL MONDO NON SARÀ PIÙ COME PRIMA”

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VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ

Gian Micalessin per "il Giornale"

 

La realtà, ancora una volta, supera le peggiori fantasie. Se mai ci avessero detto che la Germania, guidata da un Cancelliere socialdemocratico e da una leader verde, avrebbe investito in armamenti ben più del due per cento di bilancio previsto dalla Nato difficilmente avremmo trattenuto le risate.

 

annalena baerbock robert habeck 2 annalena baerbock robert habeck 2

E ci saremmo indignati se ci avessero riferito di un'Europa pronta trasferire armamenti ad un paese in guerra. Ma avremmo anche dato del pazzo a chi avesse collegato questi rivolgimenti alle parole di un Vladimir Putin pronto a evocare il ritorno ad un confronto nucleare.

 

E invece eccoci qua con il Cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz pronto a spendere ogni anno più di cento miliardi in armamenti investendo «più del 2% del prodotto interno lordo per la difesa». E ad autorizzare la consegna di 1.000 armi anticarro e 500 missili terra-aria del tipo Stinger ai combattenti ucraini. Il tutto per la gioia del ministro degli esteri Annalena Baerbock, leader di quel partito verde che, negli anni 80 condannava gli «euromissili» nel nome del pacifismo mentre oggi difende l'interventismo della Nato.

olaf scholz. olaf scholz.

 

Ma l'addio dei verdi al pacifismo e della socialdemocrazia tedesca dall'antica «ostpolitik» è poca cosa rispetto al salto in avanti delle autorità europee pronte non solo ad abbracciare la causa del presidente Zelensky, ma anche ad armarne l'esercito . «È caduto un tabù per la prima volta forniamo armi ad un paese in guerra», ha ammesso tradendo una certa esultanza l'Alto Commissario per la politica estera Josep Borell.

 

missili stinger missili stinger

Certo i sentimenti di un rappresentante europeo - umiliato un anno fa da Sergei Lavrov durante un'infelice missione a Mosca - possono venir capiti. Ma resta difficile da comprendere la logica con cui si è scelto di convertire i fondi europei per le «iniziative di pace» in capitoli di spesa destinati a finanziare le armi «letali» destinate a Kiev. A trasformare lo stupore in realtà ci pensa comunque, poche ore dopo, la Presidente della Commissione Europea.

putin merkel putin merkel

 

«Siamo a uno spartiacque - dichiara Ursula von der Leyen per la prima volta in assoluto l'Unione Europea finanzierà l'acquisto e la consegna di armi ed equipaggiamenti ad un paese che è si trova sotto attacco». Dichiarazioni che hanno dell'incredibile se si considera il clima da guerra fredda e ritorno allo scontro nucleare in cui ciò avviene. Solo poche ore prima Vladimir Putin ha annunciato, infatti, la messa in stato d'allerta della «forza di dissuasione russa» ovvero gli assetti militari in cui sono inserite anche le testate nucleari.

 

valery gerasimov sergei shoigu valery gerasimov sergei shoigu

La misura annunciata dal presidente ha in verità più un effetto politico che pratico. Il provvedimento si limita infatti a inserire l'utilizzo dell'arma atomico nel contesto delle modalità di difesa ed attacco. Più importante del comunicato è la coreografia utilizzata per diffonderlo. Putin sceglie di annunciare la nuova misura davanti ai vertici della difesa e delle forze armate tra cui il ministro della difesa Sergej Shoigu e il capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov.

putin ursula von der leyen putin ursula von der leyen

 

Un intervento in cui il leader del Cremlino fa riferimento alle «sanzioni illegittime» e alle forniture d'armi all'Ucraina, decise dalla Germania e da altre capitali europee. «Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito e Stati Uniti - annunciava ieri la Nato - hanno già inviato o stanno approvando consegne significative di equipaggiamenti militari a Ucraina.

 

L'Ucraina ha già ricevuto armi letali, inclusi missili Javelin e missili antiaerei, dagli alleati della Nato, oltre a milioni di euro di assistenza finanziaria». E la premier danese Mette Frederiksen ha ieri detto che consentirà ai suoi cittadini di unirsi come volontari alle brigate internazionali che l'Ucraina intende formare per combattere l'invasione russa.

olaf scholz vladimir putin olaf scholz vladimir putin convoglio russo distrutto dalle forze ucraine 1 convoglio russo distrutto dalle forze ucraine 1 proteste pro navalny in russia proteste pro navalny in russia

 

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