Vittorio Feltri per ''Libero Quotidiano''
Matteo Renzi è un furbacchione, e questo lo sappiamo da sempre. Ha commesso qualche errore grave allorché era a capo del governo, però non ha perso l’astuzia che gli consente di mettere nel sacco amici e nemici. È noto che è stato lui a combinare il pasticcio dell’esecutivo giallorosso, trascinando nel dirupo Zingaretti e la sua banda di assetati di potere. Ormai i giochi sono fatti e ne subiremo le conseguenze fino in fondo, mentre Salvini rosica e forse si è pentito di aver adottato la linea dello sfasciacarrozze. È solo una ipotesi che verificheremo nel tempo.
Ciò che invece vedremo presto è la strada scelta per l’immediato futuro da Renzi. Il quale è pronto a creare un proprio partito, separandosi dai democratici allo scopo di tenere il gabinetto Conte per le palle. Egli dispone di un gruppo di parlamentari sufficiente a determinare i destini del foggiano e della sua troupe. Se il Matteo di Firenze decidesse di bocciare un qualsiasi provvedimento dell’attuale maggioranza sarebbe immediatamente crisi di governo.
Addio coalizione e addio sogni di gloria. In pratica la vita del premier dipenderà dagli umori e dalle idee dell’ex presidente del Consiglio. Che ha voluto unire il Pd al M5s non soltanto per fare fuori la Lega, ma anche per menare il torrone. Infatti i democratici se privati dei renziani non saranno più all’altezza di tenere in piedi l’esecutivo. In altri termini comanda Matteo pur disponendo di un esiguo numero di deputati e senatori ubbidienti. Chiamatelo scemo. Da notare che quest’uomo era dato per spacciato, quando viceversa è più sveglio dei fessi che lo volevano eliminare. Mi sa che prima o poi egli si divorerà Zingaretti e la sua corte di sprovveduti.
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