Alberto Simoni per www.lastampa.it
joe biden firma il respect for marriage act
«So che abbiamo cose molto serie di cui occuparci oggi, ma certe volte le ragazze vogliono solo divertirsi». Quando Karine Jean-Pierre, portavoce della Casa Bianca usa le parole della sua canzone più famosa e cantata per introdurre Cindy Lauper sul podio della sala stampa, la sensazione è che la regia della giornata non abbia lasciato nulla al caso.
joe biden e kamala harris alla cerimonia del respect for marriage act
Una delle cantanti icone e ribelli degli anni ’80, attivista per i diritti delle persone omosessuali, parla per pochi minuti davanti ai giornalisti e ringrazia Biden e tutta la leadership democratica che ha reso possibile la firma (che avverrà pochi minuti dopo nel South Lawn della Casa Bianca) del Respect for Marriage Act, la legge federale per la protezione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. «Stanotte possiamo riposare sereni perché le nostre famiglie sono riconosciute», dice Cindy Lauper.
cyndi lauper abbraccia chuck schumer e nancy pelosi
Il South Lawn intanto si riempie, il cielo è blu, il sole splende e l’aria punge. Sono i colori della festa quelli che dominano nel prato della Casa Bianca stretto fra la magione presidenziale e l’obelisco di Washington. Coppie giovani, ragazze, persone più mature, sono il popolo che si è mobilitato per arrivare a un traguardo che Biden ha fissato sin dall’inizio della sua presidenza e che è diventato urgente quando la Corte Suprema ha tolto, in giugno, il diritto all’aborto lasciandolo al volere degli Stati.
cindy lauper respect for marriage act
La nuova legge intende salvaguardare i matrimoni tra persone dello stesso se la Corte Suprema rovescerà la Obergefell versus Hodges del 2015 con la quale le unioni gay sono state legalizzate a livello nazionale. La nuova legge fra l’altro tutela anche il matrimonio interrazziale. Nel 1967 la Corte suprema aveva rovesciato nella sentenza Loving contro lo Stato della Virginia le leggi in vigore in 16 stati che li vietavano.
Alla Casa Bianca è un giorno di festa, di rado una legge viene siglata davanti a 5300 ospiti, lo stato maggiore delle istituzioni e dei due partiti e ospiti vip. Canta Cindy Lauper (True Color) e prima di lei un toccante Sam Smith (Stay with me), nei momenti di stacco, gli altoparlanti rilanciano grandi classici, colonne sonore che hanno scandito la lunga marcia delle rivendicazioni della comunità LGBTQ.
nancy pelosi respect for marriage act
Prima del presidente interviene anche Charles Schumer, leader democratico al Senato che scherza: «Indosso la cravatta viola che indossai al matrimonio di mia figlia con una bellissima donna». Poi annuncia che la sua Alison aspetta il primo figlio. Nancy Pelosi, applauditissima, ringrazia gli attivisti per la vostra «impazienza, persistenza e patriottismo». Kamala Harris esce dal cono d’ombra in cui è scivolata negli ultimi mesi, fu lei a celebrare il primo matrimonio gay in California nei primi anni Duemila, lo ricorda e gli applausi sono abbondanti. Sul palco si alternano testimonianze, c’è la presidente di Human Rights Campaign Kelley Robinson e il padrone del Q Club il locale gay bersaglio di un attacco in novembre. Poi tocca a Biden.
Questo presidente è il simbolo di un’America che sul riconoscimento dei matrimoni gay ha svoltato. Nel 1996 Biden, allora senatore del Delaware, votò a favore del Defense of Marriage Act (Doma) con il quale si certificava che il matrimonio era solo quello eterosessuale. Clinton firmò la legge, frutto di un laborioso compromesso, a mezzanotte, al riparo da telecamere e imbarazzi. Il clima in America stava cominciando a mutare.
Biden è stato anche l’iniziatore della svolta pubblica di Obama: nel 2012 andò a Meet The Press e durante l’intervista si schierò, a sorpresa, a favore di matrimoni gay. Tre giorni dopo Obama che fino ad allora non si era espresso, si accodò.
Nel 1996 quando Clinton firmò il Doma il 27% degli adulti americani sosteneva le unioni gay, secondo un sondaggio della Gallup; nel 2012 questi erano diventati la metà e nel 2021 il 71% sosteneva che serviva una legge per riconoscere le unioni gay.
Nella cerimonia nel South Lawn sono stati trasmessi frammenti di quella intervista per introdurre il discorso del presidente che ha ribadito la necessità di tutelare ogni famiglia e la libertà delle persone. «Non dovete chiedervi cos’è il matrimonio, ma chi amate», ha detto. Quindi ha denunciato le leggi di alcuni Stati dove proliferano le politiche conservatrici sui temi del genere: «Alcuni Stati colpiscono i bambini transgender, terrorizzano le famiglie e criminalizzano i dottori che si prendono cura di loro». Ma l’affondo più duro il presidente lo riserva alla Corte suprema «estremista».
«Il razzismo, l’antisemitismo, l’omofobia e la transfobia sono tutte connesse. Ma l’antidoto all’odio è l’amore», chiude il presidente prima di siglare la legge e fermarsi fra selfie, complimenti, pacche sulle spalle in un giorno che per la comunità LGBTQ è già storico ma che, come ha detto Biden, «conta per tutta l’America, perché dice chi siamo come nazione».