Estratto dell’articolo di Alberto Gentili per “il Messaggero”
[…] Di certo, c'è che l'approdo di Draghi al Quirinale sarebbe un evento senza precedenti. Nella storia della Repubblica non c'è mai stato un premier in carica che è passato, direttamente, da palazzo Chigi al Colle. Ciò pone alcuni quesiti inediti a livello di procedure istituzionali.
«Se Draghi fosse eletto», spiega il costituzionalista Giovanni Guzzetta, «formalmente fino al momento in cui non presta giuramento come Presidente, non vi sarebbe incompatibilità con la carica di premier. Tuttavia, per ragioni di opportunità sarebbe verosimile che si dimettesse».
Le dimissioni di Draghi verrebbero accolte da Mattarella che sarebbe ancora (scade il 3 febbraio) nel pieno delle sue funzioni. Solo dopo il giuramento come Presidente, vista l'incompatibilità di questa carica con qualsiasi altra, Draghi decadrebbe da premier. E, in base alla legge 400 del 1988 che regola l'attività del governo, a Palazzo Chigi scatterebbe l'interim in favore del ministro più anziano: Renato Brunetta.
Visto però che non ci sono esplicite indicazioni normative e dato che mancano i precedenti, gli studiosi danno indicazioni diverse. Ad esempio, secondo Fulco Lanchester, Draghi decadrebbe da premier nel momento stesso in cui venisse eletto Presidente e accettasse l'incarico, quindi già prima del giuramento.
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