Francesca Schianchi per la Stampa
«La vicenda di Banca Etruria per noi è chiara: abbiamo salvato correntisti e risparmiatori. Chi dice il contrario, mente». Alle otto di sera, terminato il comizio intervallato da video di Totò, Berlusconi e Obama, il segretario del Pd torna sulla questione che più brucia, in questo lembo di Toscana: Banca Etruria.
Prima che lui arrivasse, con una mezz' ora di ritardo dopo aver incontrato gli elettori di Siena insieme al ministro dell' Economia Padoan, lo sparuto drappello di contestatori del gruppo «vittime del salvabanche» se n' è andato. Lo hanno aspettato per un po', sfidando il gelo, tenuti a una certa distanza dalle forze dell' ordine, coi cartelli «135.000 famiglie azzerate, questo è fascismo» e le urla al megafono «vergogna», snocciolando le cifre delle loro perdite, in parte recuperate grazie al fondo apposito ma senza accontentarli, «io rivoglio tutto», sbotta una ex iscritta al Pd che si è premurata di restituire la tessera: sono una dozzina di persone, «sempre meno», commenta compiaciuto Matteo Renzi.
MANIFESTAZIONE RISPARMIATORI TRUFFATI
Convinto, come spiega chi ha parlato con lui di questa vicenda di recente, che non aver candidato qui Maria Elena Boschi, come anagrafe avrebbe consigliato, sia stata una scelta giusta, utile a sgonfiare la polemica e abbassare i toni. «Questa città merita un riconoscimento più forte di quello che è stato dato dalla stampa in questi mesi, avete sopportato una violenta campagna di denigrazione», esordisce al Centro Affari, in una sala non del tutto piena.
Attacca il centrodestra e la campagna elettorale di Berlusconi col "rewind" ("nel 2035 come li avrà i capelli?"), il Movimento cinque stelle sulla vicenda delle mancate restituzioni, ma poi lì va a finire, al decreto salvabanche e a Banca Etruria, l' istituto di credito del territorio di cui è stato vicepresidente il papà della renzianissima sottosegretaria Boschi, al centro per mesi di polemiche infuocate.
«Banca Etruria è stata usata per battaglia politica», dice Renzi, «noi rivendichiamo le scelte fatte: se non fosse stato per un decreto difficile, avremmo visto chiudere tutta la banca, non ci sarebbero state persone il lunedì mattina in grado di ritirare i soldi». Ci sono stati errori «nel management, nel gruppo dirigente della banca, nella vigilanza», e «chi ha sbagliato deve pagare, come a Vicenza, a Montebelluna e dappertutto», ma «il mio governo - scandisce al microfono fermando un accenno di applauso, perché questo argomento lo vuole spiegare bene - non ha fatto sconti a nessuno», anzi «abbiamo messo una pezza a regole europee che altri avevano voluto».
Rivendica le scelte compiute e attacca gli avversari: «Chi ha votato no a quei decreti - quello sulla riforma delle popolari e quello che ha permesso ai correnti di ritrovare i loro soldi - se fosse stato maggioranza avrebbe condannato a saltare per aria anche i depositi dei correntisti».
MARIA ELENA BOSCHI E LE BALLE SU ETRURIA
È un Pd responsabile, quello che il segretario dem vuole descrivere, che sa fare "scelte difficili", orgoglioso di «aver salvato vite in mare anche se abbiamo perso voti», che sfida gli avversari «ma quando si va sulla sostanza e i contenuti veri scappano». Mentre lui gira la Toscana e l' Italia, il premier Gentiloni va in TV a Porta a porta, e pure il ministro dell' interno Minniti accetta l' invito di Formigli su La7. Nel tentativo di dare il messaggio di "squadra" che da tempo Renzi vuole cercare di far passare.
rignano funerale del risparmio caos etruria
«L' obiettivo del primo posto al Senato è a portata di mano, ce la dobbiamo fare anche alla Camera», scalda la platea. Mostra lo spot che il Pd ha fatto con lui protagonista, spera nella corsa finale, questi ultimi dieci giorni per convincere gli indecisi. «Non dobbiamo inseguire gli altri nella lotta nel fango: la politica deve essere all' altezza dell' aspettativa dei più piccoli», prova a far sognare. Tenendo lontane le polemiche su Banca Etruria, anche qui, ad Arezzo.