CONDO-NATI PER PERDERE - CONTE COSTRETTO A TOGLIERE IL CONDONO DAL DECRETO SEMPLIFICAZIONI. HA PERSO LA SUA BATTAGLIA, DOPO AVER SOSTENUTO CHE LA NORMA ERA STATA PROPOSTA DA ALCUNI GOVERNATORI «TRA CUI BONACCINI» E PORTATA AVANTI DALLA MINISTRA DADONE. NIENTE DA FARE: PD, LEU E ITALIA VIVA NON POSSONO PIÙ TOLLERARE DI FAR PARTE DI UN GOVERNO COPIA DEL CONTE-1, TUTTO SANATORIE E DECRETI SICUREZZA

-

Condividi questo articolo


 

Monica Guerzoni per www.corriere.it

 

Giuseppe Conte che, nel chiuso del vertice a Palazzo Chigi, difende il decreto Semplificazioni anche negli articoli più controversi. E Dario Franceschini che chiede al premier di «far sparire dal testo ogni forma di condono». È un altro passaggio, l’ennesimo, del braccio di ferro ormai quotidiano tra il premier e i vertici del Pd, che soffrono ogni giorno di più le scelte (o le scelte mancate), del capo del governo.

 

GIUSEPPE CONTE FABIANA DADONE GIUSEPPE CONTE FABIANA DADONE

Lo scontro tra i dem e il Movimento sui fondi europei non accenna a placarsi, anche perché Conte ha ricevuto una telefonata di Angela Merkel. Quasi 45 minuti alla vigilia del semestre di presidenza tedesca, a cui Palazzo Chigi guarda con ottimismo. La conversazione con la cancelliera sul programma Next Generation Eu in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 luglio sarebbe stata «molto costruttiva», il che smentirebbe gli attriti innescati dal pressing di Merkel sul Mes: il prestito a interessi zero per la sanità che fa venire l’orticaria ai 5 Stelle.

 

Viste le tensioni incrociate che mettono a rischio la tenuta della maggioranza, Conte rimanda ancora il problema e punta a incassare il sì dell’Europa all’intero pacchetto di aiuti. «Se Olanda, Austria, Danimarca e Svezia proveranno a intaccare la consistenza del Recovery fund per l’Italia — ha messo in chiaro Conte nella conversazione con Merkel — ci troveranno meno flessibili sul bilancio europeo».

 

giuseppe conte dario franceschini giuseppe conte dario franceschini

Dalla Cancelliera il capo del governo ha incassato l’impegno a portare avanti una «proposta ambiziosa» nei numeri, ma a sua volta, per placare i «falchi», ha voluto tranquillizzarla sulla determinazione a modernizzare l’Italia. «Stiamo realizzando riforme importanti per sbloccare gli investimenti e semplificare il Paese — ha spiegato Conte —. E le facciamo perché ce le chiedono gli italiani, non tanto perché le vuole Bruxelles».

 

Quella a cui Conte tiene di più è il «metodo Genova» per una lunga lista di opere pubbliche di interesse nazionale, come ponti, autostrade e ospedali, che potranno procedere spedite a colpi di decreti della presidenza del Consiglio (Dpcm), grazie a procedure semplificate e alla eventuale nomina di un commissario con «poteri straordinari». Ma sono proprio le riforme a far ballare il governo. Il rapporto privilegiato con il M5S è in crisi da tempo e ora scricchiola anche l’asse col Pd, che non nasconde più la delusione.

ANGELA MERKEL E GIUSEPPE CONTE ANGELA MERKEL E GIUSEPPE CONTE

 

Alle otto e mezzo della sera, dalla riunione di governo cui partecipano anche i ministri Gualtieri e Dadone e il sottosegretario Fraccaro, filtra la notizia che il condono denunciato dai Verdi è stato stralciato dal testo del decreto (assieme alle norme sulla PA), segno che Conte ha perso la sua battaglia. Il premier l’ha condotta a viso aperto. Ha sostenuto che la norma era stata proposta da alcuni governatori «tra cui Bonaccini» e portata avanti dalla ministra Dadone. E, da giurista, ha contestato che si trattasse di un condono in senso proprio: «Le sanzioni sono confermate».

 

A mettere in minoranza il capo del governo — con Alfonso Bonafede descritto come «silente» dagli alleati — è stato l’asse tra il Pd, Italia Viva e Leu, concordi sulla necessità di velocizzare le procedure, ma contrari seguire la rotta del precedente governo con la Lega. Speranza non ne vuol sapere e va subito al punto: «Questo testo proprio non va, in sostanza dà ai Comuni il potere di sanare gli abusi con varianti edilizie. E poi, cosa c’entra con le semplificazioni?».

 

Conte Speranza Conte Speranza

Per smentire di voler accentrare le decisioni, Conte ha allargato la riunione. Al tavolo, oltre a Marianna Madia per il Pd, Davide Faraone per Italia Viva, Cecilia Guerra per Leu e Loredana De Petris per il gruppo Misto, c’è anche il vicesegretario del Pd. Andrea Orlando, come Speranza, è stato assessore all’urbanistica e dà manforte al ministro della Salute. La tenaglia si stringe e il premier deve arretrare, fino allo stralcio del condono. E non è tutto, perché le troppe tensioni e il rischio di un incidente parlamentare che faccia saltare il governo, convincono la maggioranza a rinviare a settembre la riforma dei decreti sicurezza di Salvini.

andrea orlando e giuseppe conte andrea orlando e giuseppe conte

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…

FLASH! - LE ROGNE PER SALVINI NON FINISCONO MAI. IL 15 DICEMBRE SI TERRÀ IL CONGRESSO DELLA LEGA LOMBARDA, CHE RACCHIUDE IL MAGGIOR NUMERO DI ISCRITTI AL CARROCCIO: IL CANDIDATO STRAFAVORITO (DATO AL 70%) È L’ANTI-SALVINIANO MASSIMILIANO ROMEO, CAPOGRUPPO AL SENATO. LO SFIDA LUCA TOCCALINI, FEDELE ALL’AMMACCATO CAPITANO. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA ATTILIO FONTANA, GIUNTO AL SECONDO MANDATO, ORMAI SI SENTE LIBERO DAL GIOGO DI SALVINI E APPOGGIA ROMEO. NON SOLO: SI STA ALLEANDO AL COMPETITOR DEL NUMERO UNO DELLA LEGA, LUCA ZAIA…