CROSETTO HA CAPITO CHE IL MACHETE LO DEVE TENERE NEL CASSETTO – IL MINISTRO DELLA DIFESA, DOPO AVER INVOCATO LA DEFORESTAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, FA RETROMARCIA E LODA IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, E IL RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO, BIAGIO MAZZOTTA: “RAPPRESENTANO IL MEGLIO DELLA DIRIGENZA PUBBLICA. NE HO STIMA” – LO PENSA DAVVERO O HA INTESO CHE SENZA IL DEEP STATE, CHE HA IL VERO POTERE, NON SI PUÒ GOVERNARE?

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Da “il Messaggero”

 

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 È il ministro che, in un'intervista al Messaggero, ha invocato «il machete» per cambiare alcuni dirigenti della pubblica amministrazione e tagliare quegli impedimenti burocratici che a volte ingessano l'azione di governo. Ma è lo stesso Guido Crosetto, titolare della Difesa, a fare dei distinguo, in un'intervista rilasciata all'Avvenire. In particolare si parla di due super-manager come Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro, e Biagio Mazzotta, ragioniere generale dello Stato.

 

ALESSANDRO RIVERA ALESSANDRO RIVERA

Per loro, spiega Crosetto, il discorso è «totalmente diverso». «Rappresentano il meglio della dirigenza pubblica italiana osserva il titolare della Difesa Sono due tecnici, due persone che hanno fatto la loro carriera all'interno della pubblica amministrazione, facendo gavetta e conquistandosi la considerazione sul campo». «Conosco bene entrambi aggiunge ho avuto modo di lavorare con loro e ne ho stima. Ciò detto, la scelta di confermarli nelle loro posizioni o magari utilizzarne le competenze in ruoli altrettanto importanti, non spetta ad altri che al titolare del dicastero di cui fanno parte».

 

BIAGIO MAZZOTTA - RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO BIAGIO MAZZOTTA - RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO

Il cofondatore di Fratelli d'Italia si concentra poi sulle critiche ricevute per essere stato troppo «tenero» con la riconferma di funzionari del suo dicastero con un passato di militanza a sinistra: «Ad alcuni non interessa la verità, ma solo attaccare e delegittimare», osserva. Tuttavia «il nostro compito è un altro conclude Crosetto servire il Paese, a partire dalla necessità di far lavorare meglio la nostra burocrazia. Solo così potremo cambiare l'Italia».

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