CUCÙ, IL PARTITO DEI VESCOVI NON C’È PIÙ – IL CATTO-VOTO VA A TUTTI TRANNE CHE AL “CENTRINO” - MONTI E CASINI VENGONO BOCCIATI DAGLI ELETTORI, NONOSTANTE L’ENDORSEMENT (POI SMENTITO) DEI VESCOVI A BAGNASCO MARIA – CONDANNATI ALL’IRRILEVANZA POLITICA, I CATTOLICI TORNERANNO A FAR SENTIRE RUMOROSAMENTE LA LORO VOCE SU ALCUNI GRANDI TEMI ETICI: MA DOVE? NELLE PIAZZE…

Condividi questo articolo


Stefano Zurlo per "il Giornale"

CARDINALE ANGELO BAGNASCOCARDINALE ANGELO BAGNASCO

Il telecomando schiacciato dai vescovi non ha funzionato. Questa volta, anche più delle precedenti, il voto cattolico si è spalmato su partiti vecchi e nuovi. Destra, sinistra, proba-bilmente i grillini. Meno, molto meno, sul centro che invece aveva ricevuto - salvo puntuale smentita successiva-l'endorse¬ment del leader della Conferen¬za episcopale italiana Angelo Bagnasco. La lista Monti galleg¬gia appena, pur infarcita di no¬mi stimati dalle gerarchie, sulla soglia della sopravvivenza, al 10 per cento.

ANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTOANDREA RICCARDI E MARIO MONTI FOTO INFOPHOTO

E l'Udc,ultima pal¬lida erede di quella gloriosa macchina da guerra che fu la Dc è solo un puntino. Piccolo piccolo. Le domande sorgono a grappolo: qualcosa non fun¬ziona più nella catena di co¬mando che dalla Chiesa va ver¬so i fedeli? O, più banalmente, si ragiona da laici quando si va nel seggio? Tema che confina con un'altra questione, davve¬ro decisiva: il possibile dissolvi¬mento del popolo cattolico o, comunque, la sua crescente ir¬rilevanza.

«È chiaro - è la premessa del professor Mauro Magatti, ordi¬nario di sociologia della globalizzazione alla Cattolica - che tutti i tentativi del clero di condi¬zionare in un modo o nell'altro il voto dei fedeli ormai vanno a vuoto. I tempi della Dc sono tra¬montati e non torneranno».

Ciascuno barra il simbolo che più gli piace, in base alle pro¬prie convinzioni e i vari esperi-menti per riproporre il passato si rivelano ogni volta velleitari: artifici fuori dal tempo. «Però ¬prosegue Magatti - è altrettan¬to vero che a furia di spalmarsi con grande disinvoltura di qua e di là i cattolici rischiano di non dare più sapore alla realtà che incontrano».

MONTI RICCARDIMONTI RICCARDI

Non sono più il sale evangeli¬co. «E questo è un pericolo, per¬ché la radice del Paese è e resta cattolica e se la radice è debole ne risente tutta la società e l'Italia s'impoverisce».
Forse, il punto non è, non può più essere il pro¬vare a costruire un contenitore su misura.

Un passo indietro, se misurato col pallottoliere del¬l'appartenenza partitica, un pas¬so in avanti nella riscoperta dei va¬lori cosiddetti non negoziabili, di certe istanze sociali e di un'at¬tenzione alla re¬altà che questo mondo porta nel proprio zaino. Il problema è riempire quello zaino di conte¬nuti, di proposte, di risposte concrete ai bisogni della gente. «I cattolici tendono per natura ad un giudizio comune- spiega il vescovo di Ferrara Luigi Negri - e dal giudizio comune do¬vrebbe nascere il tentativo di un'operatività comune. Il problema è l'educazione al giudi¬zio».

Insomma, se ci si guarda allo specchio si rischia di scorgere un profilo sbiadito e incerto E solo un identikit forte, motiva¬to e consapevole, può pesare anche sulla scheda... L'anno scorso, con la sospensione del governo tecnico e le convulsio¬ni della seconda repubblica, si era aperta una finestra e il vario¬pinto arcipelago dei movimen¬ti e delle associazioni si è dato appuntamento per dialogare ed elaborare proposte.

PIER FERDINANDO CASINI FOTO ANDREA ARRIGAPIER FERDINANDO CASINI FOTO ANDREA ARRIGA

«Gli incontri di Todi, Todi1 e Todi2 - riprende Magatti -sono stati un'opportunità per torna¬re a fermentare la società, ma poi, con l'incombere delle ele¬zioni, questo sentiero è stato chiuso». E però la scommessa resta attuale più che mai: inci¬dere nella contesa della politica senza farne per forza una querelle di partito.

Intanto, fra ripensamenti e crisi d'identità, la frammenta¬zione va avanti. «Una volta si vo-tava Dc - è il parere di Aldo Bo¬nomi, sociologo - e c'era chi esprimeva quella preferenza perché, per esempio, apparte¬ne¬va alla Coldiretti o ad altre or¬ganizzazioni di categoria.
Poi c'è stata la diaspora, quel blocco sociale è andato verso la Lega e Forza Italia. E i cattolici si sono spaccati: una parte, comprendente l'area di Cl, ver¬so Berlusconi, l'altra, che inclu¬deva l'Azione Cattolica, in dire¬zione della Margherita e del centrosinistra. Mi pare che que¬ste elezioni abbiano certificato un ulteriore passaggio: la dia¬spora della diaspora. Ci si è divi¬si anche dentro movimenti che prima marciavano uniti».

Ma attenzione: questo non prefigura la fine di una lunga storia. «Credo che i cattolici si divideranno come in altri Paesi - conclude Bonomi- e come in Francia o Spagna torneranno a riempire le piazze e a far sentire rumorosamente la loro voce su alcuni grandi temi etici». Si mobiliteranno, anche lon¬tano dalle elezioni. Più fuori che dentro i seggi.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….